Miracolo a Edimburgo: è rinata la Cee di Fabio Galvano

Miracolo a Edimburgo: è rinata la Cee I Dodici disinnescano la mina danese. Più deputati nell'europarlamento di Strasburgo Miracolo a Edimburgo: è rinata la Cee Amato: per noi un bilancio positivo EDIMBURGO DAL NOSTRO INVIATO A differenza di Elisabetta, forse la Cee è davvero riuscita a lasciarsi alle spalle il suo «annus horribilis», per affrontare con nuovo slancio il 1993 dell'Europa senza frontiere. Completo e forse anche per questo insperato, il successo del vertice di Edimburgo non ha solo riesumato la presidenza britannica, ma ha anche rilanciato il processo comunitario: la Cee non è soltanto ripartita, ma è forse anche rinata. Non che i problemi del suo anno orribile siano scomparsi, e anzi le incognite restano numerose: dalla ratifica di Maastricht alla crisi economica, alle tormente monetarie. Semplicemente i Dodici hanno scoperto nei saloni medievali del palazzo di Holyrood che le forze di coesione hanno ancora un ruolo, che l'intesa può far superare anche gli ostacoli più impervi. Si comprendono così i commenti positivi della «notte di Edimburgo». «Siamo arrivati dove ci aspettavamo», ha detto Amato sottolineando la «controtendenza nel trasformare aspettative pessimistiche in prospettive ottimistiche». «Un anno brutto - .gli ha fatto eco Kohl -, ma a Edimburgo abbiamo dimostrato di voler restare insieme». E infine Major, il raggiante padrone di casa: «Abbiamo risolto il cubo di Rubik». I tasselli del successo sono numerosi. Danimarca - I Dodici hanno accolto le richieste danesi di deroghe per l'ingresso nella terza fase dell'unione monetaria, la difesa comune, taluni aspetti legati a cittadinanza europea, affari interni e politica giudiziaria: quanto basta per riproporre a referendum il trattato sull'unione politica e monetaria. Sussidiarietà - Brutta parola, ma ormai corrente. E' il principio - codificato a Edimburgo per cui si ricorre alle norme Cee solo quando quelle nazionali non bastano. Con la trasparenza dei consigli dei ministri è l'arma su cui alcuni insistevano per garantire le identità nazionali e so¬ prattutto per rendere la Cee più comprensibile ai cittadini. Bilancio - E' stato il punto più difficile. Si trattava di definire le risorse Cee fino al 2000. Aumentare le risorse dall'attuale 1,20 percento del Pil all'1,25, come chiedeva Londra, o all'1,32, secondo le ultime proposte di Bruxelles (sostenuta da Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia). Alla fine l'accordo s'è fatto sull' 1,27. Ma riducendo riserve e soprattutto spese amministrative è stata fatta salva la crescita su cui la Spagna non mollava del fondo di coesione (15 miliardi di Ecu in 7 anni) necessario per il recupero dei Paesi poveri. Monetario - Non se n'è parla¬ to, secondo i capi di governo. Forse non è vero, anche se la riforma dello Sme (e il rientro dell'Italia nel meccanismo dei cambi) sarà cosa di primavera. Crescita - Approvato un programma anticrisi in cui la Cee mobiliterà Li due anni risorse per 7 miliardi di Ecu (12 mila miliardi di lire) destinati a sostenere investimenti per complessivi 30 miliardi di Ecu a favore di piccole e medie imprese, ma anche per il completamento delle grandi reti di comunicazione. Allargamento - Si è deciso di avviare la trattativa con Austria, Svezia e Finlandia anche se Maastricht non è ancora ratificato. Ma occorrerà che lo sia affinché il negoziato si concluda. Parlamento - E' stato modificato il numero dei parlamentari europei, per tenere conto della nuova Germania. Dalle elezioni 1994 passeranno a 567 (da 518). Tutti crescono: la Germania da 81 a 99, l'Italia (con Francia e Gran Bretagna) da 81 a 87. Sedi - Dopo anni di dibattito alcune, da provvisorie, diventano definitive. Per il Parlamento, Strasburgo (12 sessioni annue) e Bruxelles (per le rimanenti). Per il Consiglio, Bruxelles (salvo aprile, giugno e ottobre a Lussemburgo). Commissione fissa a Bruxelles. Fabio Galvano Francois Mitterrand ospite della regina Elisabetta a cena sullo yacht Britannia * * *

Persone citate: Elisabetta, Francois Mitterrand, Kohl, Rubik