Varese, è il «giorno del giudizio»

Varese, è il «giorno del giudizio» Varese, è il «giorno del giudizio» La Lega punta al pieno e vuole allearsi con Pannella y VARESE MBERTO Bossi con un forbicione in mano: e zac! che si taglia le sue cose care. Al massimo, e mal che gli vada, il rischio è ima vignetta. «Se non prendiamo il 45% mi taglio le palle», aveva scommesso un lunedì fa. Oppure un qualche titolo malizioso, tipo «La Lega non sfonda» se non passa il 35%. Per farla breve, l'attesa è tutta qua, quanto tira la Lega?. E non è più la prima volta. Così un anno fa, a Brescia: 25%, primo partito. Così a fine ottobre, Mantova: 34%, primo partito. L'unica novità, qui come a Monza, è che comunque vada non sarà una sorpresa. «Varese, il giorno del giudizio», titola «la Prealpina» di ieri. Quasi il timore di un'Apocalisse, sensazioni da fosco presagio. Lega sempre più su, de e psi sempre più giù, inghiottiti da mazzette e manette, con sindaci e consiglieri regionali arrestati, con i parlamentari indagati. Era la città giardino, Varese, una volta. La prima città svizzera d'Italia. Ricca. Efficiente. Fabbrichetta e chiesa. Ordinata e democristiana. Mica tanto tempo fa, fine anni '60, quando Umberto Bossi era ancora un perdiballe, il «Donato» che canta nelle balere e sogna un debutto al Fe¬ stival di Sanremo. Un secolo fa? Queste ultime, a Varese e per Varese, sono state le giornate della grande mobilitazione. Tutti i segretari di partito qui, compreso un imprevisto Craxi. Tutti contro la Lega. E contro la Lega anche la Chiesa, mobilitata ben più che al¬ le ultime elezioni politiche di aprile. Il Cardinal Martini che lascia Milano, si avvicina a Varese e la sera prima del voto parla dal Tgl per dire che «bisogna portare avanti una visione unitaria dell'Italia». Il Papa che dal Vaticano richiama «all'unità politica dei cat¬ tolici». E i 28 parroci di Varese che ricordano ai fedeli la de: «I malati si curano, non si possono abbandonare». Così il risultato di oggi dirà anche quanto contano gli appelli di partiti e Chiesa. «Ma aver tutti contro ci fa gioco da sempre», gongola Bossi. Solo pds e Palmella si son mostrati teneri e interessati. E' in vista una futura alleanza, la Lega spera, il pds promette, Pannella è a disposizione. Da Varese, Occhetto ha mandato in bestia Craxi e Martinazzoli. «Sarebbe un tragico appuntamento, e noi non ci saremo», ha tuonato Craxi. «Occhetto dice che il suo federalismo è più bianco di quello di Bossi, minuettano in tv e il segretario pds di Varese si augura che perda solo la de. Boh? Ma noi con la Lega mai!». Socialisti e de, lontano da qui, ripetono che queste sono elezioni «parzialissime» (Craxi) piuttosto che da «roulette» (Martinazzoli). Le loro liste sono aperte da nomi nobili: il de Paolo Mantegazza, rettore dell'Università Statale di Milano, e il psi Mario Talamona, vice presidente della Cariplo. Basteranno ad arginare il temuto peggio? La de parte dal 23% delle ultime politiche e spera, come dicono i trentenni guidati dal segretario Francesco Fachini, di «mantenere una qualunque percentuale a due cifre». Il Psi parte dal 10,6% e rischia di perdere addirittura la metà dei voti. Il primo sondaggio di novembre, lo dava al 4%. Da Gemonio, appena fuori Varese e quasi sul Lago Maggiore, Bossi aspetta il risultato in famiglia. E adesso che ci siamo, ora che si apron le urne, le sue previsioni non sono più quelle eccitate dalla campagna elettorale. Alle amministrative del '90 aveva il 20,8%, alle ultime politiche il 27,9. Oggi a Bossi va benissimo qualunque percentuale purché superi il 30%. Dopo le invocazioni per il 51%, la scommessa sul il 45, ieri ha puntato un cappello per il 38%. Il deputato Roberto Maroni sabato sera era al «Tangram» di Milano, a suonare con la sua soul band «Distretto 51». Ha scommesso sul 38%. Cifre, numeri, percentuali, previsioni aggiornate. E senza dimenticare il motivo di questo voto, le tangenti che hanno mandato in galera i consiglieri comunali e in fumo tre tentativi di giunta. In proporzione qui, tra i 73 mila elettori, l'inchiesta ha colpito molto più che a Milano. Inevitabile che il lavoro dei giudici Agostino Abate e Ottavio d'Agostino possa avere un peso determinante nel voto. Un'inchiesta benedetta dai varesini, almeno a stare alle lettere arrivate al giudice D'Agostino: 120, una sola anonima: 119 di solidarietà a gratitudine, con una sola eccezione di insulti. E da questo pomeriggio inizia la corsa alla giunta possibile. Giovanni Cerniti -r Bossi mira al 45% ma il vero nodo restano ancora le nuove alleanze I manifesti della Lega