Nel conto degli elettori manca il 7 %

Nel conto degli elettori manca il 7 % Una buona affluenza ai seggi per tutta la giornata, ma di sera è arrivato il dato a sorpresa Nel conto degli elettori manca il 7 % // voto in 55 Comuni è un esame per i partiti Martinazzoli all'esordio, Craxi rischia tutto ROMA. Alle dieci, ieri sera, la sorpresa: i votanti al termine della tornata domenicale sono meno che in passato, e del sette per cento. Secondo i dati del Viminale la percentuale dei votanti alla chiusura dei seggi era del 60,1 per cento contro il 67,1 della precedente tornata elettorale. Alle 17, invece si era registrato un lieve incremento del numero degli elettori. liminone di cittadini chiamati alle urne per rinnovare 55 Consigli comunali e un Consiglio provinciale non hanno dimostrato l'interesse che ci si poteva aspettare vista l'importanza del test elettorale. Senza dubbio si tratta di una forma di sfiducia nei partiti, a meno che questa mattina ci sia una nuova inversione di tendenza che diminuisca la percentuale delle astensioni che ieri sera si era attestata intorno al quaranta per cento. Unici dati in controtendenza quelli di Piatì al Sud, il paese dell'Aspromonte dove ieri si era recato alle urne il 45,6 per cento degli aventi diritto contro il 38,9; se questo incremento dovesse venir confermato questa mattina, Piatì avrà finalmente un Consiglio comunale dopo che nelle ultime quattro votazioni non si era raggiunta la maggiornaza dei votanti. Voto differenziato nelle tre città di Tangentopoli. Al Nord affluenza record a Monza: 71,3 per cento contro il 65,5 delle precedenti amministrative. A Varese, invece, altra città-test, c'è stato un calo degli elettori, solo il 72,1 per cento degli aventi diritto contro il 75,4 delle ultime amministrative. Anche a Reggio Calabria la «questione tangenti» ha tenuto lontano i cittadini dai seggi: solo il 49,7 per cento ha votato, il 7,2 per cento in meno. Il malumore e la protesta si sono in primo luogo espressi con le astensioni. Chissà come andrà dopo l'apertura delle urne. Potrebbero uscire sorprese maggiori del previsto dallo scrutinio di questo pomeriggio. Non solo il crollo di de e psi al Nord a vantaggio della Lega, ma anche un forte cedimento al Sud, forse a vantaggio della Rete e del movimento sociale. Con questi dubbi per la mente, buona parte dei capi dei partiti italiani non deve avere trascorso una nottata tranquilla. Sono in tanti che si giocano destini personali e politici con questa consultazione elettorale che assume l'importanza di un giudizio popolare sul sistema dei partiti colpito dalle inchieste giudiziarie dalle Alpi alla Sicilia. Martinazzoli. E' il primo esame elettorale che affronta il neosegretario della de. A parole i suoi compagni di partito dicono che un cattivo risultato non può essergli messo in conto. Per la de «è solo una parziale tappa del suo cammino» sosteneva ancora ieri Pierferdinando Casini, forlaniano. Il quale, però, una qualche preoccupazione deve avercela per il destino del segretario perché ha esortato a non aspettare il risultato per «tranciare giudizi sommari». Sono con Martinazzoli i vecchi capi nella speranza che riesca nel miracolo di rinnovare la vecchia de. Ma se fallisse lui, si aprirebbe la via a Mario Segni che la de la vuole reinventare di sana pianta. Segni. Esperimento in corso a Fiumicino, nuovo Comune che vota per la prima volta. Qui Mario Segni vorrà vedere che risultato ottiene la lista «Alleanza per il progresso», nata contro la de di Sbardella, e formata da pds, pri, verdi, Rifondazione comunista e i referendari. Occhetto. Se il pds non perde troppo o tiene, il segretario (contro il quale si stanno affilando i coltelli di una ampia opposizione) si sentirà più forte e cercherà di tenere ancora il partito in bilico tra governo e opposizione al vecchio sistema dei partiti. Se ci fosse una caduta, sarebbe accelerato il ricambio a favore di D'Alema. Craxi. Il segretario socialista ri¬ schia più di tutti e difficilmente troverà nelle urne la forza per difendersi dai tanti pretendenti alla sua poltrona di segretario. Altissimo. Un cattivo risultato per i liberali ridarebbe voce a Zanone che ormai è in contrasto frontale con l'attuale segretario dal quale dissente su tutto. La Malfa. Anche per il segretario del pri la prova è difficile, perché se non traesse vantaggi elettorali dalla sua contestata scelta di opposizione, i suoi nemici interni gliene chiederebbero conto. [a. rap.] L'AFFLUENZA ALLE URNE ALLE 22 <rs Precedent Citta leri amministrative REGGIO CALABRIA 49,7 56,9 VARESE 72,1 75,4 MONZA 71,3 65,5 V1AREGGIO 56,5 64,2 FIUMICINO* 63,6 (-) LA SPEZIA (Provincial 54,0 69,1 CASTELLAMMARE di STABIA 51,2 63,2 ACQUITERME 63,4 71,3 Kim- 45,6 38,9 Totale 60,1 67,1 * A Fiumicino si vota per la prima volta (in precedenza con Rama) " Sistema maggioritano Varese, una lotta disperata tra Lega e partiti Nella foto: una signora osserva le liste fuori dal seggio