Rifondazione lancia l'anti-Europa di Ugo Bertone

Rifondazione lancia l'anti-Europa E NOSTALGÌA A Sesto San Giovanni si esalta Fidel Castro che scrive una lettera: grazie compagni Rifondazione lancia l'anti-Europa Cossutta: il comunismo è vivo'uniamo ipopoli ASESTO SAN GIOVANNI tutti voi, a tutti quelli che ci hanno fatto sentire il loro appoggio in questa lotta, ancora non conclusa». Legge Armando Cossutta, freme la platea del palasport di Sesto San Giovanni: alle cinque della sera, o poco dopo, suona l'ora delle grandi emozioni. «A voi - continua - esprimiamo il nostro ringraziamento, unito alla convinzione che le nuove sfide della storia ci troveranno uniti in prima linea nelle stesse battaglie. Firmato, Fidel Castro Ruz, primo segretario del comitato centrale del partito comunista cubano». Esplode l'applauso dei duemila (e più) di Sesto, la sinistra più a sinistra d'Europa che si ritrova, su invito di Rifondazione Comunista, al palazzetto dell'ex Stalingrado d'Italia, per lanciare la sua campagna antiMaastricht. No all'Europa delle monete e del razzismo, inmsomma. Il fascismo rialza la testa e la sinistra rispolvera i suoi campioni. Eccolo, lì al Palasport, un mito vivente: Alvaro Cunhal, 61 anni di milizia nel partito comunista portoghese, simbolo della fedeltà all'Unione Sovietica che non c'è più. Lui, dodici anni nelle carceri di Salazar, sempre diffidente di fronte ad «aperture» alla borghesia, alle critiche verso Mosca. Lui, il più applaudito, dalla folla di Sesto. «Il comunismo non è morto» dice, e i militanti applaudono. «Il futuro - aggiunge - appartiene ancora più che mai agli ideali comunisti». Serio, impassibile, ad un certo punto sfodera un colpo da maestro: «Le contraddizioni del capitalismo stanno esplodendo». Emozioni da terza Internazionale, insomma, ed esplode l'entusiasmo del palasport. Mai un paesaggio fu più appropriato: quelle ciminiere spente che fan da corona a una città piegata dalla crisi dell'acciaio, quelle nebbie da Nord operaio. Non si celebra nella Stalingrado d'Italia, nei pressi della Falck, della Breda, delle fabbriche che chiudono, un raduno da sinistra creativa, da filmato tv. A Sesto, stavolta, ci sono i comunisti vecchio stile, anziani e giovani. Non mancano i Verdi, tedeschi e italiani, c'è la sinistra socialista francese ma c'è, soprattutto, la voglia di riemergere, di tirar fuori le bandiere con la falce e il martello. Di farla finita, insomma, con i traumi degli anni passati. «E' l'Europa del capitalismo quella che ora sta costruendo i nuovi muri». Tuona così, dal palco, Gregor Gysi, leader di quel che resta del partito comunista dell'ex Germania Est. «Occorre mobilitarsi - continua -. Altrimenti, come sta accadendo in Germania, in tutta Europa verranno abolite le conquiste sociali». E Gysi spie- Ea che il suo partito, da solo, si atte contro la limitazione del diritto d'asilo nella grande mania capitalista. Ma non fa paura l'isolarne: a questa sinistra; c'è pure 1' goglio di recuperare il linguaggio di una volta, intatto dalle contaminazioni tv. L'ambizione, recita un documento, è di «contribuire alla costruzione di un nuovo soggetto politico europeo, di sinistra antagonista e antimperialista, distinto e non subalterno all'Internazionale socialista, di cui anche i partiti comunisti siano parte integrante e propulsiva». E il più propulsivo di tutti resta l'esempio, il mito di Cuba, di Fidel che non s'arrende nonostante l'accerchiamento. Armando Cossutta, reduce dall'incontro con il «lider maximo», lo racconta così, sotto gli occhi di Cunhal, di Aleka Papariga (comunista greco), di Andreas Christou (comunista cipriota). «Ho ancora negli occhi - dice alla platea -, nella mente, nel cuore le immagini di Cuba. Ho visto lungo i campi molti trattori: ma sono fermi, manca la benzina. Ho visto gli accampamenti dove affluiscono dalle città migliaia di lavoratori, studenti, insegnanti per la raccolta dello zucchero, delle banane». Straordinario, Cossutta. «Ho visto trincee profonde 14 metri. Lavoro e denaro per costruire le case che mancano, e che invece servono per la difesa della patria. Ho visto, al suono delle sirene, come per un attacco aereo, la gente correre fuori dalle case e imbracciare le armi. Cuba è in uno stato di guerra. Ma non si arrende». E neanche noi, promettono le legioni di Sesto, per un giorno di nuovo Stalingrado. Chissà, magari verranno altri anni formidabili. Ugo Bertone Cunhal, leader del pc portoghese e l'ex segretario della Ddr,Gysi «Il naturo è nostro il capitalismo sta esplodendo» Armando Cossutta presidente di Rifondazione Sotto: Alvaro Cunhal. A destra Fidel Castro