Sotto l'albero c'è la crisi di Enzo Bacarani

Sotto l'albero c'è la crisi In calo le richieste di pini e abeti per Natale, i vivai abbassano i prezzi contro la concorrenza dei «sintetici» Sotto l'albero c'è la crisi // quaranta per cento del mercato coperto da Paesi stranieri Aumentate le vendite di piante artificiali per motivi ecològici TORINO. Sotto l'albero di Natale c'è la crisi. Abeti e pini sempre più raramente trovano spazio nelle case dove invece campeggiano decorati e luccicanti gli alberi sintetici, a volte perfetta imitazione dell'esemplare vivo, a volte caricatura malriuscita (dipende dal prezzo). Gli alberi veri insomma sono in fase di recessione. C'è una ragione di praticità:-un pino finto non perde gli aghi e dura diversi anni, ma c'è una seconda ragione che sta prendendo il sopravvento: una famiglia ecologista non «strappa» alla foresta un abete o un pino e, quindi, preferisce quello di plastica. L'intento è nobile, ma i suoi effetti sono praticamente nulli perché tutti gli alberi venduti legalmente provengono da vivai che li coltivano. C'è invece un rischio reale che è quello di far morire l'albero di Natale perché tenuto troppo al caldo. I prezzi. Le vendite dei cosiddetti alberi ecologici, cioè di plastica, vanno a gonfie vele mentre quelle di alberi veri registrano un calo, rispetto al¬ l'anno scorso, del 20 per cento. «E con il calo delle vendite - afferma Giulio Frappetta, consigliere dell'Unione nazionale aziende florovivaistiche - calano anche i prezzi nella stessa percentuale: il 20 per cento. Oggi un vivaio vende l'abete alto un metro 15 mila lire, quello alto un metro e mezzo ventimila, mentre quello alto due metri e mezzo quarantamila. In un mercato cittadino di Roma però questi stessi prezzi subiscono un aumento del 40 per cento». Un mercato che diventa incontrollabile soprattutto negli ultimi giorni di vendita: dal 20 al 24 dicembre. Alberi da dove? Da tutta Italia, soprattutto dalla Toscana dove le aziende florovivaistiche sono tante e concentrate nelle province di Arezzo e Pistoia. La produzione italiana copre il 60 per cento del venduto. Il rimanente 40 per cento viene in parte dalla Norvegia, ma soprattutto dall'Olanda e dal Belgio che comprano nell'Europa dell'Est e commercializzano le piante nell'Europa dell'Ovest. Offerte speciali. Alcune aziende hanno cessato la produzione di alberi di Natale come il vivaio Baldacci di Pistoia. «Da 15 anni non ce ne occupiamo più afferma il titolare Loriano Baldacci -. Le vendite sono diminuite». «La gente preferisce quelli sintetici - dice Edoardo Chiti del vivaio Fratelli Chiti di Pistoia -. Rispetto all'anno scorso abbiamo accusato un leggero calo. Speriamo di riprenderci negli ultimi giorni». C'è chi invece ha aumentato le vendite ed è l'Ikea, supermercato della casa e del tempo libero, con un'offerta speciale: chi compra un abete vero lo paga 19 mila lire e se dopo le Feste lo restituisce riceve un buòno acquisto di 15 mila lire. Gli abeti tornati indietro verranno trapiantati nei parchi di alcuni Comuni. «E' un'iniziativa - spiega Roberto Pezzi, responsabile dell'Ikea di Grugliasco (Torino) - che facciamo anche negli altri nostri centri di Brescia, Corsico e Cinisello Balsamo». Enzo Bacarani QUANTO COSTA L'ABETE QUOTAZIONI AL VIVAIO *2,5 METRI 40.000 LIRE

Persone citate: Baldacci, Edoardo Chiti, Fratelli Chiti, Giulio Frappetta, Loriano Baldacci, Roberto Pezzi