Cee, il Mediterraneo dà battaglia al Nord

Cee, il Mediterraneo dà battaglia al Nord Fontana: tagli meno duri per i nostri prodotti Cee, il Mediterraneo dà battaglia al Nord VERONA. Dietro la facciata di una pace decisa senza consultare gli eserciti in campo l'accordo agricolo fra Cee e Usa si è sgretolato. La Francia, che aveva vibrato i primi colpi d'ariete contro l'intesa, non è rimasta da sola sul fronte del «no». L'Italia ha preso posizione spalla a spalla con Parigi e, accanto a lei, si sono allineati Spagna e Belgio; un po' meno battaglieri, ma sempre schierati sotto le bandiere del rifiuto, a dar man forte ci sono anche Irlanda, Grecia e Lussemburgo. Inghilterra e Olanda, insomma, sono rimaste assolutamente isolate e, domani, dovranno sostenere tutto il peso del malcontento dei partners comunitari in quella che si annuncia come una delle più dure «maratone» della storia Cee. Questo appuntamento, che segnerà di fatto la fine del semestre di presidenza inglese, vedrà all'ordine del giorno tutti i temi più importanti per l'agricoltura europea. Quelli che più da vicino riguardano l'Italia, oltre naturalmente le correzioni al patto con Washington, sono l'aumento della quota di produzione del latte e l'eventuale smantellamento entro fine anno degli importi compensativi monetari negativi (i famosi «icm», che dovrebbero essere soppressi in coincidenza con la completa apertura del mercato unico europeo, che scatterà col gennaio '93). Alla vigilia di questa battaglia il ministro dell'Agricoltura, Gianni Fontana, è a Verona, sua città natale, dove trascorrerà la giornata con il collega francese Jean Pierre Soisson. Cos'è, signor ministro, un consiglio di guerra? «No, non direi. Soisson ha accettato un mio invito personale, al massimo faremo un po' di pretattica». Ma l'Italia continuerà a seguire la linea francese? «Siamo solidali con la Francia, ma non abbiamo assolutamente in mente di farci rappresentare, né da lei, né da nessun altro. Nei giorni scorsi ho avuto colloqui con i miei colleghi spagnolo, tedesco, inglese e a tutti ho chiarito la nostra posizione. L'Italia ha una linea ben precisa, i cui obiettivi non sempre collimano con quelli francesi». Qua! è la linea italiana? «L'accordo agricolo tra Cee e Usa è penalizzante per i nostri agricoltori, in particolare per quanto riguarda le scelte sulla soia e i prodotti mediterranei. Noi vogliamo chiarire la posizione di questi ultimi e rivedere le penalizzazioni inflitte ai semi oleosi». Ci sono possibilità di successo? «Sono convinto che abbiamo margini per intervenire ottenendo dei risultati. D'altronde lo scopo di questi incontri è quello di rendere compatibili i termini dell'intesa Cee-Usa con la riforma della politica agricola comunitaria». E in effetti gli ultimi dati di bilancio pubblicati da Bruxellese, che evidenziano la caduta della spesa per gli stanziamenti ai prodotti mediterranei, danno ragione a Fontana e ai ministri degli altri Paesi del Sud Europa, che chiedono un trattamento preferenziale per questi prodotti. Trattamento che viene negato da Mac Sharry, secondo il quale l'accordo agricolo di Washington tra Cee e Stati Uniti protegge già a sufficienza le produzioni mediterranee, facendo sopportare a quelle continentali il maggior peso dei tagli dei finanziamenti comunitari. Intanto per l'Italia suona un altro campanello d'allarme: secondo le stime della Coldiretti il 1992 si chiuderà con una diminuzione del reddito netto degli agricoltori pari all'I 1% e un calo dei prezzi del 6 per cento. Vanni Cornerò «A Bruxelles non ci facciamo rappresentare da nessuno» Sopra ministro dell'Agricoltura Gianni Fontana a fianco il suo collega francese Jean-Pierre Soisson

Persone citate: Gianni Fontana, Jean Pierre Soisson, Mac Sharry, Vanni Cornerò