«Banchieri con la B maiuscola, ai tempi di Mattioli»

«Banchieri con la B maiuscola, ai tempi di Mattioli» L'IN SVISTA LO SCETTICISMO DI UN DECANO L'ex «delfino» della Comit condivide le critiche degli industriali ma raccomanda la separazione banche-imprese «Banchieri con la B maiuscola, ai tempi di Mattioli» Parla Bombieri: Barilla ha ragione, oggi sono soltanto bancari MONTECARLO DAL NOSTRO INVIATO Che bufera su banche e banchieri. Che bufera tra banche e imprese. Piovono accuse dagli imprenditori: «incapaci», tuona Abete. E Tancredi Bianchi di rimando: «Non è colpa nostra se si vendono meno computer e meno automobili». Mai, negli ultimi anni, la polemica tra mondo del credito e mondo dell'impresa era stata così forte. Un vero muro contro muro. In un momento delicatissimo: non bastassero le polemiche sui tassi troppo alti, ecco le incertezze sul futuro. Da una parte le privatizzazioni: Credit, Comit, chi, come e quando verrà privatizzato? Dall'altra la banca universale che avanza: cosa succederà negli intrecci banca e industria, chi potrà possedere chi? Che ne dice, dottor Bombieri? E' scettico, Carlo Bombieri, banchiere in pensione, ex amministratore delegato della Banca commerciale quando presidente era Raffaele Mattioli. Troppe parole, dice: «Contano i fatti». Chiacchiere anche le polemiche sui tassi, dottor Bombieri? Ai suoi tempi gli imprenditori vi davano dello strozzino in pubblico? «Capitava». Le e capitato anche di sentire un Pietro Balilla, imprenditore fin troppo cauto, definire i banchieri «bancari»? «La storia del banchiere-bancario è vecchia, più vecchia dei miei 82 anni. Barilla di anni ne ha meno, ma grazie all'età ha il privilegio di poter dire ciò che pensa. Come me». Deve ammettere che Barilla ha ragione: il costo del denaro soffoca l'industria, ne minaccia la sopravvivenza. «I banchieri dovrebbero distinguere sempre tra finanziamenti all'investimento e prestiti per coprire le perdite. Barilla ha ragione: troppi banchieri non lo fanno, si comportano da bancari». E i banchieri dei suoi anni, Mattioli, Dell'Amore... «Un amico carissimo...». Loro com'erano? «Banchieri con la B maiuscola». Un po' troppo scontato... «Beh, un po' di rimpiànto me lo consentirà, ma vuol mettere un Mattioli o un Dell'Amore con...». Con? «Faccia finta di non avermelo chiesto, le farei troppi nomi». Nessun banchiere degno di tanto nome, neppure Ciampi? «Ciampi è stato allievo del grande Baffi». Però l'accusano di avere svalutato la lira troppo tardi, di aver perso tempo e soldi «Cosa può fare un governatore quando il presidente della Repubblica lo invita a tener duro e il presidente del Consiglio è deciso a non svalutare? Ciampi non è Menichella». In che senso? «Menichella salutò tutti, non voleva contribuire a mandare a rotoli l'Italia. Altro carattere». E adesso l'Italia va a rotoli? «Sono troppo vecchio per essere ottimista, vedo troppe somiglianze con la Francia dell'89». Pessimista sulle privatizza¬ zioni? «Le facciano, e comincino dalle banche che sono l'emblema dell'economia. Ma facciano coincidere queste privatizzazioni con il riassetto del sistema bancario: non si può privatizzare senza aver in testa come dovrà essere il sistema bancario futuro». Come dovrà essere? «Intanto, va cambiata la legge bancaria: 60 anni bastano per ritenerla superata. Ma banche e industria devono starsene separate: io me la ricordo la crisi del '29, mi ha fatto diventare maggiorenne in fretta». E poi? «Poi bisogna mettere insieme le buone banche per crearne una più grossa, con tanti depositi, capace di far concorrenza ai colossi stranieri. Guardi la Banca di Roma: tutti a dire che è un progetto cattolico, andreottiano, può darsi, ma intanto è venuto fuori un istituto interessante, il primo in Italia. Bravo quel Capaldo». Già, ma chi vuole la Bnl? «La Bnl non lo vuole nessuno». E il Credit? «Mi dicono che nessuna banca estera è disponibile a comprare ai prezzi che vorrebbe il Tesoro. Ma di banche buone ce ne sono in giro. Prenda a caso: una Popolare di Milano oppure la Popolare di Verona, ma lo sa che la Popolare di Verona il Credito, se vuole, se lo mangia?». E la Comit? «Alla Comit dicono che ci stia pensando Cuccia? Poveretto, ci tenta da anni, magari questa volta ci riesce». Insomma, è scettico? «Non scettico, sicuro che per privatizzare seriamente occorre avere prima un progetto». Questo lo dice anche il ministro Guarino in polemica con Barucci, solo che in lui molti vedono il grande frenatore. «Stupidaggini, conosco bene Guarino, è un uomo fuori del comune, molto intelligente, molto esperto. Non ha bisogno di farsi pubblicità facendo il ministro, di clienti fuori della porta ne ha già quanti ne vuole. Non è certo lui il grande frenatore. Credo che sia perplesso su come Amato e Barucci vogliono privatizzare. Svendere è facilissimo, vendere un po' meno, il difficile è privatizzare secondo una strategia di riordino del sistema». Armando Zeni Privatizzare si deve a partire dal credito ma non sarà facile E Guarino non è il grande frenatore Da sinistra Carlo Bombieri ex amministratore delegato Comit e Raffaele Mattioli, «mitico» presidente dell'istituto

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