Congiuntura

Congiuntura Congiuntura L'occupazione cala del 5,1% ROMA. Dopo le previsioni, la conferma dell'Istat: crolla l'occupazione nell'industria e le «vittime» sono soprattutto operai. Ed è in calo anche il fatturato «reale» dell'industria. La crescita registrata nel mese di settembre, del 2,6% rispetto allo stesso mese del '91, porta l'incremento su base annua (nove mesi) al 2%, al lordo di un'inflazione del 5. Significa che in termini omogenei il fatturato è calato del 3%. Quanto agli occupati, a settembre, rispetto allo stesso mese del '91, sono calati del 6,6%. Anche raffrontando i, primi nove mesi dell'anno con quelli del '91 la situazione si conferma nella sua gravità: la diminuzione complessiva dei lavoratori è pari al 5,1%. Una percentuale che rappresenta la sintesi delle flessioni sia tra operai e apprendisti (-6,3%), sia negli impiegati ed intermedi (-2,7%). Il trend negativo dell'occupazione è preoccupante anche perché il livello medio è peggiorato in tutti i rami, senza zone «franche». Nell'industria della lavorazione e trasformazione dei metalli la flessione è stata del 5,8%, in quella estrattiva del 5,5%, nel legno e in altre industrie manifatturiere del 4,3%. E, infine, dell'1,9% nell'industria dell'energia gas e acqua. Se si esaminano invece i dati per destinazione economica, la flessione è del 6,1% nell'industria dei beni di investimento, del 4,4% in quella dei beni intermedi e del 3,3% nell'industria dei beni di consumo. Si allarga anche la forbice tra entrate e uscite dal mondo del lavoro. Nei primi nove mesi del '92 il tasso medio di ingressi è stato pari al 6,4 per mille, nettamente inferiore a quello di uscita che è stato del 12 per mille. E l'annoso problema del costo del lavoro trova un'ulteriore conferma: il costo medio per dipendente è salito nel totale dell'industria dell'8,7%. I guadagni lordi medi per dipendente sono aumentati del 6,3% per l'insieme dell'industria. Ma quanto è finito nelle casse del fisco? Fra i primi nove mesi del 1992 e lo stesso periodo del '91, le ore effettivamente lavorate hanno segnato un lieve aumento ( + 0,2%), mentre le ore di cassa integrazione guadagni sono cresciute dell'11,2%. Di fronte all'emergenza occupazione i sindacati hanno chiesto al governo, tra l'altro, un impegno di seimila miliardi per dare lavoro a 200 mila persone nei servizi socialmente utili. Richiesta bocciata ieri da Carlo Borgomeo, Presidente del comitato Nazionale per la legge 44, a favore della nuova imprenditorialità giovanile. «E' un'operazione assistenziale che può produrre effetti di distorsione del mercato e che è sottotono rispetto al disoccupato medio italiano, spesso dotato di professionalità specifiche». Forte di un risultato positivo in Sicilia, dove la legge 44 ha consentito di creare 1500 nuovi posti di lavoro, Borgomeo sostiene che quello schema di intervento può diffondersi in tutto il Paese: «Il finanziamento si muove su richiesta e su un'idea progettuale», [r. e. 3.]

Persone citate: Borgomeo, Carlo Borgomeo

Luoghi citati: Roma, Sicilia