E l'uomo stirerà la sua camicia

E l'uomo stirerà la sua camicia E l'uomo stirerà la sua camicia || E lo immaginate l'anemico ■71 è nevrotico Jean Des EsW seints, l'eroe di A rébours, ■ aue prese con ago, filo e un ! 1 bottone da attaccare sul gilet di seta lionese? Il divino Marcel intento a spazzolare le cortine di damasco della sua immortale stanza da letto? Il Vate monocolo armato di ramazza nel giardino «gotico» del Vittoriale? Il mondo dei libri è pieno di letterati-gourmets-cuochi supremi. Roland Barthes non disdegna di mettere Brillat-Savarin sotto il suo microscopio strutturaUsta. Ma quasi mai, nella vita o sulla pagina, padri, mariti, fratelli risultano frequentatori della stanza di ((ménage». I dintorni dèlia cucina di Fratta sono popolati esclu¬ sivamente di donne; attorno alla cesta di Falstaff danzano, come soccorrevoli arpie, le lavandaie scespiriane. Non è più così. Per gli uomini di questo fine secolo, anche se di lettere e di penna, sta per scoccare l'ora della «casalinghitudine». Il che vorrà dire impegno organico nell'azienda casa, apprendimento di ((tutte» le operazioni domestiche, capacità di trasformare l'evento straordinario in «abitudine». Quella, per intenderci, che uccide da secoli la voglia di vivere femminile. Carissimi uomini, bisogna allora disporsi ad imparare. L'editoria soccorre. E comincia da uno dei «momenti» più difficili nella (fìnta) routine casalinga: la camicia. La Guida teorico-pratica per soli uomini all'uso del ferro da stiro è la prima (in uscita in questi giorni) di tre piccole bibbie offerte dalla Longanesi al futuro «manager della famiglia». Le prossime insegneranno il cucito e le pulizie: tutte di un solo autore, E. Todd Williams, inevitabilmente americano, dotato di un non disprezzabile senso della realtà. Talché i suoi trucchi per superare il dramma del polsino e la fatica di Sisifo attorno a uno sparato di lino, risultano impeccabili. Come l'avvertenza iniziale: «Siamo soli in un mori- do ostile, la vita è tosta e nessuno è disposto a inamidarci gratis un colletto; conviene imparare...». Allarmante, la situazione? Nel mondo anglosassone più che nel Bel Paese. Anche qui, secondo Omar Calabrese, sarà tuttavia inevitabile una rapida trasformazione del costume maschile. «In un universo sempre più di singoli individui, la famiglia diventa una "società" entro la quale ciascuno deve essere autonomo in tutto, dalla "gestione" dei calzini e quella della nevrosi. Altrimenti il patto rischia di rompersi. In modo traumatico». Di strada da fare ce n'è ancora molta, anche tra quegli happy few della cultura che dovrebbero occupare le trincee avanzate nella lotta contro diseguaglianze e pregiudizi. La difesa delle proprie conquiste è strenua. Per il «single di ritorno» Luciano De Crescenzo, re Mida degli scrittori italiani, sarebbe impensabile, ad esempio, rinunciare ad essere "servito". «Ho due cameriere filippine che provedono alle mie necessità, più un autista e altre due persone». Cinque. Lui, napoletano, non saprebbe neppure farsi il caffè. Sebastiano Vassalli, appartato, demanda al figlio diciassettenne il piacere di lavorare per la casa. Il ragazzo è bravissimo nell'arte di stirare, e «non permetterebbe mai che qualcuno toccasse le sue camicie». L'autore della Chimera, di Marco e Mattia, rischia invece di lasciarsi morire di fame quando dalla casa di famiglia, nel Novarese, si sposta, da solo, nella casastudio poco lontana, dove scrive. «Quando lavoro, mi è difficile interrompere. Salto il pasto. Evito qualsiasi operazione casalinga. Mi aggiro tra un disordine inimmagi¬ nabile. Sarò costretto a eliminare una delle due case...» Sceglierà di restare a tempo pieno sotto la protettiva ala coniugale. Condizione alla quale non ha mai cercato di sfuggire Edoardo Sanguineti. Il poeta ha l'aria di trovarsi benissimo in una sorta di tenera sudditanza rispetto alla sua partner. Osserva con curiosità infantile i marchingegni della tecnologia domestica riconoscendosi (modestamente) colpevole di inoperosità ma ricorrendo alla celebre frase di Gramsci che ben distingueva tra «compito sociale e capacità di fare qualcosa». Tante. Anche il cantastorie-medico Enzo Iaririacci racconta di vivere protetto da una moglie d'antan, tutt'altro che intenzionata ad imporre compiti casalinghi al marito. ((Anche perché io sono adatto ai lavori di forza, sono un muratore...Saprei anche fare il risotto; sparecchio, ma quando sono soprapensiero rovescio l'olio nel bicchiere». L'avanguardia maschile di casa lannacci è Paolo, il ragazzo che fa ora spettacolo col padre e, in famiglia, è una specie di abilissima «tuttofare». Per cercare una speranza, bisogna dunque rivolgersi alle nuove generazioni, anche nei rapporti di conduzione familiare? Non sempre. Catherine Spaak, perfetta ■ padrona di casa, dispone di un neo-marito francese che farebbe felice l'autore della Guida Longanesi. «Stira stupendamente - dice Catherine - non solo la sua roba, anche le mie camicette di seta...». Com'è allora la situazione? Ascoltiamo due scrittori con diverse posizioni: Ferdinando Camon e Clara Sereni, la figlia del grande antifascista, autrice del fortunato Casalinghitudine, impegnata ora con le bozze del Gioco dei regni (sionismo e comunismo, le due Utopie) che uscirà tra poco da Giunti. Forti temi. Ma decidere chi sarà in futuro a usare il ferro da stiro, è poi cosa tanto piccola? Mirella Appiotti Arrivano le bibbie dei mariti soli per salvarli quando «nessuno li aiuta»