Bombe a Firenze: tutto premeditato

Bombe a Firenze: tutto premeditato Bombe a Firenze: tutto premeditato Duefermi, forse per tentata strage, e sette denunce FIRENZE. Due fermi, sette denunce a piede libero, decine e decine di perquisizioni, scoperto un piccolo arsenale: a cinque giorni dal lancio dei due ordigni (la cui esatta natura non è stata ancora svelata dalle analisi) durante Fiorentina-Juventus, le forze dell'ordine sono convinte di aver messo le mani sul gruppo ideatore ed esecutore dell'azione criminale. E' un club estraneo al Coordinamento viola club ed allo stesso «Collettivo», raggruppamento principale della curva Fiesole, che da qualche tempo si è presentato allo stadio sotto la sigla «Club di Quinto», un piccolo agglomerato urbano alle porte di Firenze. L'azione non sarebbe nata per caso ma addirittura studiata a tavolino, con tanto di prove (lancio di ordigni simili a quello scagliato verso i tifosi bianconeri) e di specifica organizzazione. I due fermati sono Alessandro Mezzadri ed Emiliano Franceschini, rispettivamente di 19 e 21 anni, abitanti a Sesto Fiorentino. Sette i denunciati a piede libero, ma è stato reso noto per ora solo il nome di Stefano Macherelli (19 anni). Per i due fermati l'ipotesi di reato formulata dal procuratore aggiunto, Fleury, è quella di detenzione, porto e fabbricazione di ordigni esplosivi; per i sette denunciati a piede libero solo detenzione e porto di ordigno esplosivo. Ma Fleury sta vagliando l'ipotesi di formulare per i due fermati l'accusa di strage. Attende soltanto l'esito della perizia sui resti dell'ordigno esploso nello stadio (fortunatamente senza fare vittime) per valutarne l'effettivo potenziale esplosivo. I principali imputati avrebbero confessato, presentando una ricostruzione della vicenda letteralmente angosciante. Avrebbero costruito quattro ordigni: due sarebbero stati provati il sabato prima della gara e due sarebbero stati lanciati verso il settore occupato dai tifosi della Juventus. Per coprire l'azione, gli altri componenti il «commando» avrebbero dovuto utilizzare dei fumogeni: così avrebbero distolto l'attenzione delle forze dell'ordine e favorito l'azione degli esecutori del lancio. Al fermo dei sospetti autori dell'attentato le forze dell'ordine sono arrivate attraverso la perquisizione della sede del gruppo di Quinto (ma anche di altri quaranta locali, fra abitazioni e club) dóve sarebbero stati trovati alcuni bastoni, quattro coltelli, molti proiettili da caccia e da guerra, tondini di ferro, fumogeni, attrezzature per costruire ordigni e un paio di foto dove due componenti il gruppo s'erano fatti ritrarre in assetto da combattimento e mascherati: uno con un passamontagna ed un bastone ed uno col viso coperto da una sciarpa viola. Ferma la condanna della città e dei dirigenti sportivi per un atto criminale che niente aveva a che fare con il clima generale respirato durante la partita. S'è trattato di un vero e proprio attentato, ideato e costruito, secondo gli inquirenti, nei minimi particolari. Altrettanto decisa la condanna da parte dei tifosi degli altri club fiorentini. Firenze è in attesa della perizia ordinata sui resti dell'ordigno per verificare quali sarebbero potuti essere gli effetti del folle atto di un gruppo di irresponsabili. «Si è trattato - ha detto il questore Nunzio Rapisarda - di un atto gravissimo. Per la prima volta, infatti, ordigni sono stati lanciati dentro un impianto sportivo. Un gesto che richiedeva una risposta ferma e tempestiva che c'è stata, con l'identificazione degli autori. La premeditazione, poi, rende ancora più grave l'azione delinquenziale portata a termine domenica scorsa». Alessandro Rialti

Persone citate: Alessandro Mezzadri, Alessandro Rialti, Fleury, Franceschini, Nunzio Rapisarda

Luoghi citati: Fiesole, Firenze, Sesto Fiorentino