Ansa, come eravamo e come stiamo cambiando di Alberto Papuzzi

Ansa, come eravamo e come stiamo cambiando Dalla fine della guerra alle cronache d'oggi: in 3 volumi dell'agenzia giornalistica 50 anni di notizie Ansa, come eravamo e come stiamo cambiando Pavese, la dolce vita, il caso Moritesi: la storia sulle telescriventi ~~f\\INQUANT'ANNI di noti! < zie, dal 1945 fino al 1994. I II mondo che ci passa da1 i vanti agli occhi, in un vdl Blob di carta: guerre, politica, sciagure, innovazioni, passioni e crimini, leggendarie imprese sportive e piccoli fatti quotidiani. E' l'idea originale che ha dato vita all'opera Mezzo secolo della nostra vita. Sottotitolo: «Cinquant'anni attraverso le notizie e i documenti dell'Ansa». Si tratta di tre volumi di grande formato, benissimo illustrati (almeno a giudicare dal primo). La casa editrice è Gutenberg 2000, che manda in libreria il primo volume (1945-1959), a cura di Sergio Lepri, direttore dell'Ansa dal 1961 al 1990, con prefazione di Giovanni Giovannini, presidente della Federazione italiana degli editori. Il secondo volume abbraccerà gli anni 1960-74, il terzo gli anni 1975-94. Agli inizi del 1945, dalle ceneri della Stefani, chiusa perché compromessa con il fascismo, nasce l'Ansa - agenzia nazionale di informazioni giornalistiche - come società cooperativa fra quotidiani di ogni tendenza. Il notiziario che trasmetteva ogni giorno alla stampa italiana era di ventimila parole nel 1945 e divenne di sessantamila parole nel 1959. Da questa massa di materiali, con¬ servata negli archivi dell'agenzia (microfumata fino al 1975, memorizzata a partire dal 1976) Lepri ha scelto con sobrietà le notizie raccolte nel volume. Sono circa tremila dispacci, che formano uno straordinario «come eravamo»; o come erano i nostri padri, in anni duri: «dalle distruzioni e dalle miserie dell'immediato dopoguerra - come scrive Giovannini nella prefazione - alla ripresa economica più o meno miracolosa». Un volume come questo si presta a molteplici letture. Innanzi tutto è una documentazione dal vivo degli avvenimenti storici. Ecco la resa dei tedeschi in un dispaccio dell'8 maggio '45 alle ore 12,10: «Londra. Il primo ministro Winston Churchill ha annunciato, attraverso la radio, che alle ore 2,41 di ieri i plenipotenziari tedeschi hanno firmato la resa incondizionata di tutte le forze tedesche di terra, di mare e dell'aria. Le ostilità - ha soggiunto Churchill - termineranno un minuto dopo la mezzanotte di oggi». Nello stesso modo sono documentati, per fare degli esempi, la nascita di Israele, le elezioni del 1948, la guerra in Corea, la «legge-truffa», la rivolta di Budapest, la liberazione di Cuba. Date, nomi, circostanze sono hanno la concisione e l'attualità dell'informazione giornalistica. Dalla storia alle storie. Una serie di fatti sono seguiti nel corso del tempo attraverso una scelta di notizie che ne documentano le fasi salienti. 15 aprile 1953: «Roma. L'autorità giudiziaria e la questura stanno svolgendo indagini intese ad accertare le cause della morte della giovane Wilma Montesi il cui cadavere è stato trovato giorni or sono sulla spiaggia di Tor Vajanica...». Con questa notizia incominciava la vicenda di cronaca nera che più appassionò e divise gli italiani: il caso Montesi; che si chiude con un dispaccio del 28 maggio 1957, da Venezia, ore 0,46: «Urgentissimo - Alle ore 0,30, dopo quasi sette ore e mezzo di permanenza in Camera di consiglio, il tribunale rientra in aula e il presidente Tiberi dà lettura della sentenza che assolve Giampiero Piccioni, Ugo Montagna e Saverio Polito con formula piena». Dalle storie alle microstorie. Che cos'era per esempio la vita quotidiana in Italia nel 1950? I monopoli di Stato mettono in vendita la sigaretta «Anno Santo», di tipo americano e la sigaretta «Jubilaeum», di tipo orientale. Si mettono fuori corso le am-lire. Si inaugura la prima linea aerea Roma-New York. Si introduce la teleselezione fra Milano e Gallarate. Di pagina in pagina, sul filo delle notizie, si vede come cambiava gradualmente il modo di vivere: la spesa, i consumi, l'abbigliamento., i divertimenti, le illusioni, il sesso, dalle ballerine di Renato Rascel allo spogliarello di Aiché Nana. Ma una documentazione è anche lo stile con cui si scrivevano le notizie. Prendiamo il suicidio di Cesare Pavese, Torino, 28 agosto '50: «Viva impressione ha destato fra la cittadinanza torinese e specialmente nel mondo letterario la notizia del pietoso suicidio dello scrittore Cesare Pavese. Notizia tanto più imprevista e incredibile, dati i sentimenti religiosi dell'estinto. La causa del tragico gesto, a quanto affermano amici intimi dello scomparso, non è da ricercarsi in motivi finanziari (...). Il tragico divisamente non può quindi che essere frutto di un complesso patema psichico, aggravato dall'insonnia, forse provocata da un sovraccarico intellettuale...». Quale studioso può descrivere meglio la cultura benpensante, moralista e pragmatica dell'Italia del 1950? Alberto Papuzzi Aiché Nana durante il celebre spogliarello estemporaneo al «Rugantino» di via Veneto: uno dei simboli della «dolce vita»