Notte di fiamme e terrore nello «zoo degli immigrati»

Notte di fiamme e terrore nello «zoo degli immigrati» Milano: dormivano nelle gabbie degli animali, in 3 rischiano di morire bruciati Notte di fiamme e terrore nello «zoo degli immigrati» MILANO. E' nera di fuoco e sporca come questa storia la palazzina degli elefanti dove ieri all'alba, ore 2,30, a metà del sonno, tre ragazzi extracomunitari, un romeno, un algerino e uno slavo sono stati bruciati per vendetta. E si sono salvati per caso. Qui, al centro dei giardini pubblici, al centro di Milano, nell'ex zoo diventato rifugio per umani, tra il fango e i muri crollati, le gabbie distrutte, i materassi e 14 mila metri quadri di rovi. Tutto dentro a una rete rattoppata per le molte incursioni. Tutto incongruo, perché basta spostarsi di pochi metri, oltrepassare la rete, entrare nel verde delle aiuole e trovare bambini e fontane, signorine in tuta jogging, cani ben tenuti e piccoli cartelli a forma di margherita che dicono: «Rispettate il verde». «Un litigio tra extracomunitari», spiega la questura, finito con tre ricoveri al Policlinico, ustioni di primo e di secondo grado, per Mil Opac, di Bucarest, 24 anni, Mirsad Kakan, di Sarajevo, 30 anni e Mokhotan Bouayad, 32 anni, algerino. Prognosi tra i 12 e i 20 giorni. Per cosa? Una collanina d'oro rubata è il movente. Non c'è molto da spiegare di quel litigio nato tra i materassi della palazzina, dove fino a ieri si erano sistemati in otto, con le coperte, le borse, i vestiti appesi. E' l'epilogo che impressiona: il ladro, un romeno, che dopo essere stato allontanato ritorna a notte fonda con la benzina, entra dalla finestra, versa, accende e scappa via. «Sarà già molto lontano da qui», dice Adriano, il suo nemico. Se ne sta dietro a un tiglio Adriano, nato a Bucarest, 28 anni, in Italia da due, cameriere. Controlla la sua giacca di pelle, i suoi sacchetti, sputa, dice: «Ho visto tutto stanotte, anche uno schifo di morte in questo posto schifo». Ce n'è di roba da vedere in questa spianata di macerie e pozzanghere che il buon cuore dei milanesi, il 30 aprile 1991, ha dichiarato inabitabile per gli animali. Ogni pacifica zebra è stata sistemata in altri zoo d'Italia, e gli elefanti, i due leoni malati, le trenta scimmie, l'ippopotamo, la tigre, le quattro foche, la Jena. Chi si poteva immaginare che in queste stesse gabbie ci sarebbero venuti ad abitare i senza niente di Milano in cerca di un tetto? Salvati gli animali, è toccato ad altri uomini in divisa cacciare i nuovi abusivi: marocchini, senegalesi, peruviani, romeni. E il tira e molla tra polizia ruspe e immigrati comincia con clamore la scorsa estate, tra scandalo dei giornali e insofferenza degli assessorati. Nelle stalle delle zebre, al primo sgombero, 23 giugno 1992, ci trovano una trentina di inquilini. E nella palazzina degli elefanti altrettanti. E nelle gabbie di cemento pure: tra il fieno, le mangiatoie, i ruscelletti, accanto alla vasca vuota delle foche. In tutto un centinaio di persone con i fornelletti da campo, le dispense, i teli di plastica e un portavoce, Giacomo Gardoni, veronese, senza fissa dimora, che a chi lo porta via dice: «Tornerò qui, è meglio una gabbia che nulla». Invece arrivano le ruspe e il Comune firma in fretta il piano di demolizione. «Lo zoo diven¬ terà il giardino dei giardini», prometteva Massimo Ferlini, pds, ieri assessore, oggi inquisito. Passano i mesi, passano le giunte. Arriva Massimo De Carolis, de, e annuncia: «Ci faremo il Museo dell'Uomo». Poi ci ripensa: «Meglio che l'area torni giardino». Arrivano i soldi per risistemare l'area, 700 milioni, ma i lavori vanno a singhiozzo. Negli intervalli tornano loro, gli immigrati. Protestano i molti che lavorano dentro ai giardini pubblici. La signora delle giostre che non si fida più a «chiudere troppo tardi la sera». Quello che fa correre il trenino elettrico per i bambini e ogni mattina, dentro al «tunnel fiorito», ci trova gente con il sacco a pelo e le scarpe da una parte. Un paio di volte interviene il sindaco Piero Borghini: «Bisogna fare in fretta e chiudere con questo scandalo». Altrettante la polizia, anche se per loro l'accampamento dello zoo è solo uno dei tanti che loro provano a sgomberare e che una settimana più tardi, come niente, rinascono. L'uffico stranieri della questura calcola che ci siano almeno 30 mila extracomunitari senza permesso di soggiorno, senza lavoro, senza casa. Adattabili a ogni baraccopoli. Li spostano da una parte e se li ritrovano da un'altra. Ecco che cosa si vede da questa spianata di macerie e pozzanghere, chiacchierando con Adriano. Si sposta dall'albero, e cammina verso la palazzina dove il fuoco si è mangiato il colore mg/m ?* dei muri. Da dietro un mucchio di macerie spuntano altri quattro romeni. Tutti con le facce piene di sonno. Uno di loro, 18 anni, racconta: «Sono scappato da lì dentro avvolto nella coperta». E piano piano viene fuori la storia di quei minuti di fuoco. «Quello che ha rubato si chiama Corneliu, ha una trentina d'anni, è piccolo, biondo. Sta da solo. Noi lo abbiamo ospitato perché lo pensavamo come un nostro fratello romeno. Invece no, ci ha tradito. Allora ieri notte gli abbiamo detto: vattene». E' tornato. Ha attraversato il buco nella rete di recinzione, si è appeso a una trave che spunta dal muro e si è infilato nella finestra senza vetri. Da qui si vede la stanza, che è nera, piena di materassi e vestiti. «C'era con noi l'algerino e almeno altri due slavi. Lui ha versato la benzina e poi, prima di saltare, ha acceso». Sono arrivati i carabinieri, poi le ambulanze. I romeni invece sono rimasti lì, non hanno molti altri posti dove andare: «Abbiamo documenti e permessi di soggiorno. Aspettiamo che il nostro amico esca dall'ospedale». E stanotte? «Dove dormiamo? Qui, il tetto è buono». Il fuoco non ha distrutto poi molto della palazzina per elefanti. I feriti se la caveranno. Le ruspe dormono. Gli assessori non lo sospettano, ma questo ex zoo, al centro di Milano, è già il Museo dell'Uomo. PinoCorrias Un ragazzo romeno per vendetta dopo un furto ha lanciato una tanica di benzina nel rifugio dei compagni **"-*'««.v.Jw • mimimi tSiplÉ? 1 '■ Sfera mg/m 5 S? ** -'■3?>s ! * ■ t scsk «ssa?- fesa?* ,»«v^; Nei giacigli degli animali ora dormono gli extracomunitari. A fianco, la foto-denuncia di Life mg/m

Persone citate: Giacomo Gardoni, Massimo De Carolis, Massimo Ferlini, Mirsad Kakan, Piero Borghini

Luoghi citati: Bucarest, Italia, Milano, Sarajevo