«Addio Milano indigesta»

«Addio Milano indigesta» Versione ufficiale: «Voglio tornare in provincia». Ma ad allontanarlo è la crisi «Addio Milano indigesta» Gualtiero Marchesi spiega la «fuga» MILANO. Tre stelline si spengono nel cielo di Tangentopoli. Sono quelle della guida Michelin. Seguono il cammino del cuoco più famoso d'Italia. Gualtiero Marchesi chiude tra una settimana l'atelier culinario di via Bonvesin de la Riva aperto nel '77 - ed emigra verso la campagna bresciana, a Erbusco, tra le spumeggianti colline di Franciacorta, lasciandosi alle spalle una «Milano da non bere» e ormai neppure da mangiare. E' un momento delicato per la città. Ieri le dimissioni minacciate da Strehler, il regista dell'Arlecchino, oggi la fuga di Marchesi, l'inventore del raviolo aperto. Perché? La spiegazione ufficiale, dunque un po' banale, parla di «sogno nel cassetto», «ritorno alle origini» da parte dell'avanguardista della nouvelle cuisine. «Ho sempre sperato di finire la carriera in campagna spiega Gualtiero -, di creare un ristorante-albergo sul modello dei Relais & Chateaux (la prestigiosa catena transalpina, ndr), dove mi fosse possibile giocare a tutto campo, suagnando (dal francese soigner, prendersi cura, ndr) il cliente dalla prima colazione al momento di andare a letto». Ma la versione ufficiosa spiffera ben altre storie. Crisi economica, fuga di clienti incalzati dalle inchieste o convertiti a una più frugale visione del mondo, anche il declino della nouvelle cuisine, uno dei miti forti dei luccicanti Anni Ottanta. Marchesi non si nasconde dietro un mestolo. «La crisi c'è ed è crisi della città, nel suo complesso. Anche culturale. Milano è invivibile, morta, poco creativa, chiusa alle innovazioni. Sento il bisogno di respirare all'aria aperta, in collina, di ricominciare». Ma prima di dirle addio, ci ha pensato a lungo e ha dato a Milano un'altra opportunità: la cessione del Savini. Il salotto della Galleria, un altro simbolo in vendita. «Pensavo di avere qualche appoggio, anche dal Comune. Invece, niente. La trattativa è partita da queste cifre: 14 miliardi per il 51 per cento, pensate un po'». Il pubblico di giornalisti specializzati disapprova. Un ingenuo domanda: è tanto? Marchesi allarga le braccia: «Una enormità! E dire che è pure in perdita. Andrà a finire che lo daranno via gratis. Allora sì, potrei starci». In attesa che si realizzi l'improbabile regalo, Marchesi ha comunque già pronto il piano di sbarco in Franciacorta. «Qui chiudiamo il 19, con un banchetto. Poi mi prenderò qualche mese di riposo». Davvero? «Beh, scriverò un paio di libri. Le mie memo- rie e una raccolta di ricette». La storica inaugurazione del Relais sulla collina di Bellavista, tra l'autostrada e il lago d'Iseo, avverrà soltanto in settembre. Il progetto di 7-8 miliardi è finanziato in buona parte dal socio Vittorio Moretti, noto produttore di spumanti Doc. Il ritiro bucolico, tiene a precisare Marchesi, non significa «il tradimento alla sacra causa della nouvelle cuisine». Per quanto, aggiunge subito, «cambierò un poco stile, farò una cucina meno sosfisticata, più grintosa». Addio filetti di sogliola fritti in salsa agrodolce, addio risotto alla milanese guarnito con foglia d'oro zec¬ chino (vero)? «Ma no, conservo il gusto per l'avanguardia, per la provocazione, magari. E' proprio per questo che me ne vado. A Milano non c'è più tempo né attenzione o gusto per l'arte gastronomica. Penso che se invece uno si mette in macchina e fa quaranta minuti di strada per andare a mangiare...». E paga duecentomila lire... «I prezzi non sono certo smodati, se si considera la qualità». Non sarà che con la scusa della campagna si cerca di catturare i ricchi milanesi colti da improvviso pudore e ora più restii a esibire privilegi? Il moralistico sospetto fa sorridere Marchesi. «Certo, la privacy va riscoperta. Se mi avessero dato il Savini, sapete qual è la prima cosa che avrei fatto?». Qualcuno lo sa. «Sì, avrei chiuso quelle orribili vetrate attraverso le quali i passanti buttano lo sguardo dentro. Che diamine, per clienti di quel livello, ci vuole un po' di discrezione». [c. mal.] Ha lanciato in tutt'Italia la moda della cucina d'avanguardia «Ora la città non è più creativa» Il grande chef Gualtiero Marchesi creerà nella zona del Franciacorta un ristorante-albergo sul modello dei Relais & Chateaux Gualtiero Marchesi come appare sulla copertina di uno dei suoi libri

Luoghi citati: Erbusco, Italia, Milano