Bettino a Tangentopoli Un ritorno in solitudine

Bettino a Tangentopoli Un ritorno in solitudine Bettino a Tangentopoli Un ritorno in solitudine CAMPAGNA SENZA PIAZZE IVARESE L ritorno solitario a Tangentopoli. In questa nebbia fredda che sa di Lombardia, di inchieste che avanzano, giunte, che saltano e voti che si perdono. Bettino Craxi corre da Meda a Varese, e in macchina, con l'autista Nicola, può -annotare che in terra lombarda parecchio è cambiato dal stìo tiltfmo tifónizio. Quand'era?-fl'2 aprile} piazza Duomo, Milano ancora capitale del Garofano, le sette di sera, e proprio in quel momento la sirena dei carabinieri che disturba. Ahi!: portavano a casji Mariolo Chiesa, fine delle confessioni, inizio dei guai. Tangentopoli è cresciuta e adesso, dal finestrino, Craxi e Nicola leggono indignati le targhe stradali: «Milàn», «Varès», «Repubblica del Nord», all'usci- ta dell'autostrada le due scritte di una mano nera: «Craxi ladrone!». Così, quando arriva a Meda, splendida sala in splendido ex convento, si sfoga: «Ma quanto può durare questo sciacallaggio? Alle elezioni del 5 aprile per quel disgraziato di Chiesa abbiamo perso 300 mila voti e preso 600 articoli di giornale contro». Pausa: .«E comunque non mi tolgo la divisa da ottimista». « Parla al chiuso, Craxi. «Perché fa freddo». E a Varese s'accontonta di una conferenza stampa, lontano dalle piazze, nemmeno un teatro, in albergo e a bassa voce. «Non sono mica Pavarotti», spiega. E al cronista che insiste: ma insomma, tutti i segretari di partito si fanno vedere, comiziano, cercano voti e gente, arriva un fulmine: «Levati dalla testa che abbia paura di chic¬ chessia!». Nossignori, il Craxi che torna nella terra di Tangentopoli tiene a mostrarsi sicuro. Queste elezioni? «Parzialissime, legate a martoriati fatti locali...». A Varese, quando ripete questa frase, il giovanotto biondo che gli sta accanto si'scuote. E' Marcello Padroni, uno dei tre reggenti del Garofano di qui. Ma come? Hanno arrestato il nostro segretario e consigliere regionale, il nostro ex sindaco, il nostro deputato e il nostro eurodeputato, ci hanno pure perquisito la sede, i! sondaggi danno il psi al 5 per cento se va bene... Ma Craxi di questo non parla, al più ripete quanto detto in Parlamento: «L'attuale norma sul finanziamento dei partiti è ipocrita e va cambiata». Tutto qui. Fino a martedì, con qualche imbarazzo, sia a Meda che a Varese l'arrivo di Craxi era escluso. «Avevamo chiesto Amato», conferma Pedroni. E' stata una sorpresa, e chissà quanto gradita se è vero che a Monza, altra provincia di Tangentopoli, il capolista ed ex senatore - Michele Achilli gli ha chiesto di non farsi vedere. «Ho deciso il giro elettorale all'ultimo momento», conferma Craxi. Per Monza esclude retroscena: «Non c'è stato tempo, vado qua e là, ora tocca a La Spezia e Viareggio, poi a Fiumicino che giovedì ho saltato». Di corsa, ultime ore e ultimi voti. Ma troppa nebbia, molti nemici e una certezza sgradita: queste saranno le elezioni della Lega. E allora picchia: «Un insieme di tante cose. Egoismo. Protesta per l'inefficienza dello Stato. Insofferenza per fiscalismo e fisco. Umori torbidi che si mescolano all'esplosione di scandali che getta discredito». Ancora: «Parlano come cittadini dell'Impero, la moneta germanica, il sindaco diventa Borgomastro...». Brutale: «La sola cosa che non bisogna consentire è che governino in Lombardia!». Bossi non l'ha mai nominato, Miglio neppure: «Quel professore, come si chiama?». A Varese, contro la Lega, un Craxi "esorcista: dopo di loro il diluvio, la Jugoslavia. «E non sono d'accordo con chi dice: "lasciamoli governare". Sarebbero anche pessimi amministratori». Da Meda, lontano da casa Bossi, attacco diretto: «Demagoghi, istrioni, vendi¬ tori di fumo. Quello lì, lo vedesse la mia povera mamma, direhbe: "L'è ignurant com' un boeuf!, un bue"». E per tutti, leghisti e sciacalli, un'altra citazione da mamma Craxi: «La roda la gira...». Perché gira la ruota, è convinto Bettino, e girerà. Ma tra elezioni, Tangentopoli, fronda interna di Claudio Martelli, c'è da aspettare e aspettarsi di tutto. Come a Meda, quando ha ripreso la sua arringa sui «cinquantenni che finora hanno combinato poco». Dal fondo, con grinta: «Fai i nomi, ostia! Ci vuole coraggio!». Un martelliano. «Ne ho da vendere di coraggio», risponde Craxi. «Fai i nomi!». E Craxi: «Uno è Segni...». Martel¬ liano: «Quello ha i coglioni, come suo padre!». Craxi: «Su quest'argomento non mi posso pronunciare». Non più trionfi e garofani: solo due mazzolini a Meda, appena quattro (di numero) in conferenza stampa. Ma la giacca da ottimista deve restare ben addosso: c'è da pensare al governo «da rafforzare presto», al psi «che è una piccola azienda con 150 dipendenti», agli «sciacalli che credono di far fortuna sulle devianze del sistema». Un'ora a Meda, un'ora a Varese. E via veloce, yia da questa Varese dove Lega e pds potrebbero governare assieme: «Che appuntamento tragico. Noi non ci saremo». E via, solitario, dalle sue nebbie di Lombardia. Giovanni Cerniti Un giro elettorale in sordina nella nebbia lombarda, lontani i comizi trionfali del Garofano Da sinistra Achilli e Bossi Sopra il leader psi Bettino Craxi