Carceri d'oro, Nicolazzi condannato di Ruggero Conteduca

Carceri d'oro, Nicolazzi condannato Due anni e otto mesi all'ex ministro del psdi, il Pm ne aveva chiesti otto Carceri d'oro, Nicolazzi condannato Tangente di 2 miliardi, stessa pena al direttore Di Palma L'ex leader si è sempre detto innocente: presenterà appello ROMA. L'ex ministro dei lavori pubblici ed ex segretario del psdi Franco Nicolazzi è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per l'affare delle «carceri d'oro». Stessa pena i giudici della undicesima sezione penale del tribunale di Roma hanno inflitto all'ex direttore generale del dicastero, Gabriele Di Palma. Nicolazzi e Di Palma, ai quali sono stati condonati due anni - e che non andranno in carcere in attessa della sentenza d'appello -, erano accusati di concussione per aver chiesto ed ottenuto dall'imprenditore Bruno De Mico due miliardi di tangente in cambio della concessione di un lotto per la realizzazione delle supercarceri. Alla lettura della sentenza era presente il solo Di Palma. L'ex segretario socialdemocratico aveva abbandonato il palazzo di giustizia nella tarda mattinata subito dopo la conclusione delle arringhe tenute dai suoi difensori. Gli avvocati Luca e Marco De Luca avevano chiesto che l'ex ministro - il quale si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda delle «carceri d'oro» - venisse assolto per non aver commesso il fatto. Il pubblico ministero, Pasquale La Padura, aveva invece sollecitato una condanna a otto anni di reclusione per Nicolazzi e a sei per l'ex direttore dei Lavori pubblici, Di Palma. I giudici li hanno invece ritenuti entrambi colpevoli, allo stesso modo, anche se hanno loro riconosciuto, come prevalenti sulle aggravanti, le circostanze attenuanti. Nicolazzi e Di Palma dovranno però pagare una multa di quattro milioni ciascuno e accollarsi, in solido, le spese processuali e il risarcimento dei danni alle parti civili. L'inchiesta a carico dell'ex segretario del psdi era stata aperta in seguito alle dichiarazioni rese dallo stesso De Mico. Dopo di che, qualche anno più tardi, nel 1991, Nicolazzi e Di Palma vennero rinviati a jm'dizio dal tribunale dei ministri che invece prosciolse gli ex ministri de¬ lio Darida e Vittorino Colombo. Con la sentenza di ieri è la seconda volta che un ex ministro della Repubblica viene condannato con l'accusa di aver intascato «tangenti» quando era nel pieno delle sue funzioni. Ed in entrambi i casi la condanna è stata inflitta ad ex ministri che hanno rappresentato in seno al governo il partito socialdemocratico. La prima volta capitò a Mario Tanassi: il 26 febbraio del 1976 fu condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per la vicenda Lockheed. La sentenza venne pronunciata dalla Corte Costituzionale. Nicolazzi, invece, essendo nel frattempo cambiate le procedure, è stato inquisito e giudicato dal giudice ordinario. La fase istruttoria è stata affidata al cosiddetto tribunale dei ministri che ha sostituito la vecchia commissione parlamentare per i procedimenti di accusa. Al caso sono state applicate, sia in istruttoria sia in giudizio, le regole del vecchio codice di procedura penale rimaste in vigore sino al 24 ottobre del 1989. Né l'ex ministro, né il suo direttore generale ai Lavori pubblici hanno per il momento rilasciato dichiarazioni. E' certo però che Nicolazzi vorrà appellarsi alla sentenza di condanna pronunciata ieri dai giudici della undicesima sezione del tribunale di Roma. Egli, infatti, si è sempre dichiarato innocente benché proprio nei suoi confonti il pm La Padura avesse chiesto la condanna più severa. «Non è giusto - aveva concluso il magistrato nella sua requisitoria - che un ministro intaschi i soldi per la sua villa al mare. Né che, approfittando della sua posizione di governo, versi soldi al partito, danneggiando così i gruppi politici che sono all'opposizione». Alla sua innocenza il pm non ha mai creduto. E neanche i magistrati giudicanti. Ruggero Conteduca L'ex ministro dei Lavori Pubblici Franco Nicolazzi

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