La famiglia soddisfatta di Valeria Sacchi

La famiglia soddisfatta La famiglia soddisfatta Il figlio: «La ricostruzione coincide con le nostre tesi» MILANO. «Sì, certo. Quello che è scritto sul Wall Street Journal conferma i sospetti che abbiamo sempre avuto, quello che dico da dieci anni». Dal telefono della sua casa in Canada, la voce di Clara Calvi, vedova del banchiere morto a Londa, arriva flebile. Lei aggiunge «Parlare di queste cose mi sconvolge. Ormai di tutto si occupa mio figlio Carlo». Carlo prende la cornetta e ripete: «La ricostruzione di Juerg Heer quadra con la nostra interpretazione dei fatti». In quali passaggi in particolare? «Difficile dirlo in due parole, ma vi sono tre particolari. E' fuori dubbio che Gilbert de Bottom fosse implicato con i fondi Bellatrix (finanziaria panamense che faceva capo a Paul Marcinkus e allo Ior, ndr). La seconda cosa è che Marc Odermatt (fiduciario di cui si serviva la banca Rotschild, ndr), persona che non ha avuto molta pubblicità, è uno di quelli tra le cui mani sono passati la maggior parte dei fondi dell'Ambrosiano. E la terza? «Riguarda Marco Gambazzi, che era il capofila di quella struttura che esisteva tra Vaticano e Ambrosiano. L'Ambrosiano faceva prestiti allo Ior, che lo Ior depositava in altre banche, le quali li ridepositavano in Svizzera, dove Gambazzi li distribuiva». Ma cosa dimostrano questi intrecci? «Confermano che i fondi della Bellatrix erano presso la Rotschild di Zurigo. Esisteva un accordo tra mio padre e Tassan Din perché questi fondi andassero alla ricapitalizzazione della Rizzoli. Poi la legge sulla stampa del 1981 ha impedito l'operazione. Allora i fondi sono stati dirottati da Tassan Din e Ortolani in altre direzioni, e mio padre si è scontrato con loro su questo». Cosa voleva suo padre? «Che i fondi rientrassero. Per questo aveva dato appuntamento a mia sorella Anna a Zurigo per lunedì. Voleva recuperarli. Ma mio padre a Zurigo non giunse mai» Perché? «Perché gli avvocati Gregori e Moscato annunciarono la sua sparizione. Lui non si fidò di proseguire per Zurigo e andò a Londra». A quanto ammontava questo fondo che suo padre voleva recuperare? «Oltre duecento milioni di dollari. I liquidatori ne hanno recuperato solo una parte: quaranta milioni a Dublino. Una somma troppo elevata per essere considerata una tangente. Comunque, in questi giorni stanno succedendo tante cose. In Inghilterra si stanno dando da fare per riconoscere che mio padre è stato ammazzato. E sto appunto partendo». Valeria Sacchi