Da domenica 6 al Massimo film degli Anni Venti
TRA MUTO E SONORO CINEMA TRA MUTO E SONORO Da domenica 6 al Massimo film degli Anni Venti IL cinema non è mai stato silenzioso, nemmeno quando le immagini scorrevano mute. Spesso era previsto l'accompagnamento musicale, ma anche quando nessuna nota scandiva la visione bastavano il rumore dell'aggeggio che proiettava e i commenti ad alta voce del pubblico a creare un impasto sonoro affascinante, come ricorda Maurice Chevalier in «Il silenzio è d'oro». Quando non era ancora stato inventato quell'abbinamento dentro il fotogramma tra immagine e sonoro, si cercava di provvedere a un qualsiasi tipo di rumore: il silenzio, come è noto, fa sempre paura. Il sonoro attecchì subito e sul finire degli Anni Vènti si diffuse in tutto il mondo. Rivoluzionò l'industria del cinema preesistente: l'impostazione del lavoro andava rivista in funzione della musica e dei dialoghi, ci furono carriere brillanti improvvisamente troncate (il caso più clamoroso è Buster Keaton) e l'insistere sul parlato fece passare in secondo piano, almeno per i primi tempi, molte finezze di regìa che si erano man mano imposte nel bagaglio tecnico e culturale di chi faceva cinema. Fu proprio questo elemento a causare l'opposizione della critica nei confronti del cinema sonoro, accusato di essere una forma di imbarbarimento dell'arte cinematografica: Alessandro Biasetti, allora critico multante attento alle strategie industriali del cinema italiano, pronunciò duri anatemi contro questa «insidia» per l'arte del ventesimo secolo. A questo periodo ricco di contraddizioni, di innovazioni tecniche e dei loro riflessi sul prodotto artistico è dedicata la retrospettiva «Metamorfosi. Il cinema tra il fascino del muto e la tentazione del sonoro», curata da Paolo Gobetti per l'Archivio Cinematografico della Resistenza e in programma al Massimo 3 da domenica 6 a domenica 13 dicembre. La scelta dei film e dell'argomento riguarda ciò che avvenne in Europa all'alba del sonoro, in particolare in tre Paesi: Germania, Francia, Italia. Gobetti ha selezionato i film con particolare attenzione all'insieme di copie mute sonorizzate con più interventi successivi, testimonianza efficace dello sconcerto che riguardò anche gli in- dustriali del cinema. Fra le opere proiettate spiccano «La fine del mondo» di Abel Gance (11 dicembre), «La sirenetta dell'autostrada» di W. Thiele (6 dicembre) e «Rotaie» di Mario Camerini (12 dicembre), il regista che assieme a Blasetti fu attivo nella gestione del periodo. Interessante l'incontro sull'argomento venerdì 11 alle 21 con Marcel Oms, Gianni Rondolino, Vittorio Martinelli e Paolo Bertetto. [s. d.c] Oskar Karlweis e biliari. Harvey in «DieDrei von der Tankstelle»
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