Se l'etnologo viaggia in metrò di Marina Verna

Se l'etnologo viaggia in metrò SCAFFALE Se l'etnologo viaggia in metrò MARC Auge, come la maggior parte dei parigini, ha sempre viaggiato in metrò. Solo che di professione è antropologo - e fra i più famosi: è uno dei direttori all'«Ecole des Hautes Etudes» di Parigi. Così i percorsi, le stazioni, i corridoi, la gente, sono diventati l'oggetto di un'analisi sociale nella quale è facile e interessante riconoscersi. Uscito qualche anno fa in Francia, «Un etnologo nel metrò» è stato ora tradotto in italiano dalla piccola casa editrice Elèuthera. Ecco il treno del mattino presto, il più commovente. Salgono i pendolari, assieme ai lavoratori di città, e possono chiudere gli occhi, perché riconoscono ogni curva, ogni scossone. Non importa che la linea sia colta, elegante, turistica: le attività dei viaggiatori sono uguali dappertutto. La più praticata è la lettura. E da quello che la gente legge si possono immaginare la vita e le evasioni. Ma c'è anche chi sferruzza, chi fa le parole crociate o corregge qualcosa: sono i più impenetrabili, chiusi nel loro sforzo tecnico che sbatte la porta in faccia ai curiosi. I più giovani in genere ascoltano musica e confessano i loro gusti con un movimento del corpo subito represso, uno sguardo sognante, un piede che batte il tempo. Con un po' di pratica, diventa possibile ricostruire la storia di chiunque: il viaggiatore occasionale, la ragazza di buona famiglia, la coppia in vacanza, il borgataro sceso in città. E il viaggio diventa un'avventura, anche per chi etnologo non è. Marc Auge: «Un etnologo nel metrò», Elèuthera, 100 pagine, 14 mila lire Gli inglesi li chiamano «sanctuary», a sottolinearne il carattere quasi sacro, che dovrebbe renderli immuni dalle offese. Per noi sono semplicemente «Parchi» e le aggressioni sono aU'ordìhe del gìonro.'Però tutti resistono. E, come capita al Parco del Gran Paradiso, arrivano abbastanza indenni a festeggiare i settant'anni. L'occasione è sottolineata da un libro, «Gran Paradiso», scritto a più mani per raccontare tutti gli aspetti di questa bellissima zona protetta: le battute di caccia dei Savoia e i bracconieri, i montanari e i turisti, la flora spontanea e il giardino di Paracusia, E, ovviamente, lo stambecco. Due libri monografici sono invece dedicati agli animali per i quali il Parco è stato pensato: il camoscio e lo stambecco. L'editore è un ex guardaparco, che adesso fa la guida naturalistica, Gianni Tamiozzo. Sue sono quasi tutte le fotografie, scattate nelle condizioni più curiose e più rare. I testi, oltre che suoi, sono di un collega guardaparco, Alberto Azzolini, e di un etologo giramondo, Sandro Lovaii. Molto interessanti sono anche i disegni che guidano, all'osservazione sul campo di questi ungulati, un'attività che nelle valli del Gran Paradiso è alla portata di chiunque. Autori vari: «Gran Paradiso», Ed. Il Risveglio, 250 pagine, 80 mila lire; «Tra I camosci» e «La storia dello stambecco», Gianni Tamiozzo Ed., 26 mila lire Che fatica, limitarsi nel cibo e fare ginnastica, coltivare uno stile di vita frugale e occuparsi dei propri stati d'animo! Eppure la formula della salute è quella: sperare nella scorciatoia delle pillole è perfettamente inutile, le malattie croniche degenerative sono lì a dimostrarlo. Per questo la medicina ufficiale si trova in difficoltà: le terapie classiche basate su farmaci specifici non sono più all'altezza delle nuove malattie. E il medico ha perso gran parte della credibilità e della fiducia che i malati avevano in lui. La storia di questo difficile rapporto e dei cambiamenti nella domanda di salute è raccontata dal medico e psicanalista inglese Patrick Pietroni nel bel libro «La medicina prossima ventura». Dietro il successo delle medicine alternative, Pietroni vede l'influenza del pensiero verde e il ritorno a una visione «umanistica» che contrasti la tendenza riduzioni sta degli ultimi decenni. Il prò gresso, scrive, non deve verifi carsi solo nel mondo della tee nologia, ma anche in quello del le idee e dei sentimenti. Patrick Pietroni: «La medicina prossima ventura», Edt, 245 pagine, 25 mila lire Marina Verna

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