Regione, aria di rimpasto di Beppe Minello

Regione, aria di rimpasto Regione, aria di rimpasto Ma Brizio: e se va come in Comune? La Regione tenta di contrapporre un'immagine di solidità al pasticcio verificatosi al comune di Torino. Così, di fronte alla scadenza di metà legislatura dell'Ufficio di presidenza, i capigruppo di maggioranza a Palazzo Lascaris hanno subito dato il «via Ubera» alla riconferma di Carla Spagnuolo, psi, al vertice del Consiglio. Ma il sospetto che la solidità sia solo di facciata è confermato dal fatto che nella stessa riunione sono anche state poste le basi di un «rimpasto» bell'e buono della giunta. <(Abbiamo iniziato un processo di verifica positivo e costruttivo - dice diplomaticamente il capogruppo de Picchioni - per rafforzare la giunta, non certo per aprire una crisi». Una serenità di facciata diffusa a piene mani da tutti i capigruppo al termine della riunione: «Tutto bene, non ci sono problemi» dicevano sorridendo il socialista Angiolino Rossa accompagnato dal segretario regionale Franco Amato. La realtà sembra un po' diversa. L'unica certezza, come già detto, è l'impegno di tutti a rieleggere già nella seduta del consiglio di martedì la presidente Spagnuolo. Dei due vice dovrebbe essere confermato il solo Re¬ nato Montabone, de, mentre il pds Grosso verrebbe sostituito dall'attuale capogruppo della quercia Antonio Monticelli. Alla guida dei consiglieri pds dovrebbe andare Luciano Marengo. Dei tre segretari verrebbero confermati il de Francesco Porcellana e il psdi Giuseppe Goglio. Non è stato ancora trovato un accordo sul consigliere di minoranza che sostituirà il pds Andrea Foco. I capigruppo hanno convenuto che di fronte a un Comune di Torino che rischia di rimanere «in sonno» per parecchio tempo, la Regione deve sapersi dotare di un progetto politico forte capace di incidere, se non ribaltare l'attuale drammatica situazione del Piemonte. Per riuscirci è necessario innanzitutto affrontare i problemi interni alla maggioranza. Nessuno si è salvato dalle critiche: né la Spagnuolo («Eccessivo protagonismo») né il presidente della giunta, il de Brizio («Non ha smalto»). Ai liberali è stato riconosciuto il diritto di rivendicare qualcosa di più «del quarto di assessorato» attualmente detenuto da Giuseppe Fulcheri: «Pur rivendicando l'autonomia della Regione, non possiamo dimenticare che gli equilibri in Comune, Provin¬ cia e Regione nascono da un unico accordo politico nel '90». «Ma anche noi siamo penalizzati» ha interloquito il psdi Goglio. Ecco allindi la necessità di rivedere gli incarichi in giunta: «Per fare chiarezza» ha detto il pri Ferrara. Numerose sono le sovrapposizioni di deleghe: tra la pri Vetrino e il de Cerchio, tra Maccari, psi, e la de Bergoglio, tra Fulcheri e il de Nerviani. Mettere mano alle deleghe vuol però anche dire affrontare o subire il problema di chi scalpita per entrare in giunta: la de ha i suoi problemi con Tomaso Zanoletti che rivendica un assessorato. Nel psi è ancora peggio: c'è chi punta a sostituire Eugenio Maccari alla Sanità («La Commissione d'inchiesta sul suo assessorato si è già riunita tre volte - si lamenta il pli Marchini - e ho visto una sola volta un socialista partecipare»), Luciano Panella ai Trasporti e qualche nube si addensa anche sull'assessore al Turismo, Daniele Cantore. ((Anche al Comune di Torino volevano rafforzare la giunta e si è visto com'è finita» commenta preoccupato il presidente della giunta Brizio. Beppe Minello

Luoghi citati: Comune Di Torino, Montabone, Piemonte, Torino