Autorizzazioni, giro di vite dc e psi di Fabio Martini

Autorizzazioni, giro di vite dc e psi Gerardo Bianco: i giudici chiedono con troppa facilità il via libera delle Camere Autorizzazioni, giro di vite dc e psi «Contro i parlamentari non basta la firma del pm» ROMA. Sembra una riunione come tante, i capigruppo della Camera stanno discutendo un po' stancamente il calendario dei lavori di Montecitorio, ma quando la parola va al presidente dei deputati de Gerardo Bianco, l'ordine del giorno cambia di colpo: si parla di processi ai politici, si tocca il nervo più scoperto tra i parlamentari e il dibattito si infiamma. Proprio lui, Bianco, l'umanista, il professore di latino, l'uomo misurato, stavolta, usa parole forti sul ruolo dei magistrati: «Negli ultimi tempi - dice il capogruppo democristiano - a me sembra che la magistratura stia chiedendo con una certa facilità le autorizzazioni a procedere nei confronti dei parlamentari», provocando in alcuni casi «seri danni» alle singole persone. Per questo serve «un contrappeso» e Bianco indica anche il possibile deterrente, sia pure in forma ipotetica: «le autorizzazioni a procedere, oltre alla firma del pubblico ministero, potrebbero essere controfirmate dal Procuratore generale della Corte d'Appello». Apriti cielo. Il dibattito si accende, intervengono quasi tutti i capigruppo, interviene il presidente della Camera Giorgio Napolitano, consigliando a Bianco di rimeditare sul termine «contrappeso» e ricordando il lavoro «rigoroso e obiettivo» della giunta per le autorizzazioni a procedere. E così, il dibattito sui ma¬ gistrati, sui processi ai politici che da qualche settimana sta agitando i partiti, è approdato in Parlamento, sia pure nella segreta stanza dei capigruppo. E se nei giorni scorsi Martinazzoli («Magistrati di Beggio, fuori le carte!») e Craxi («Anche un bambino stupido capirebbe la coincidenza di certe indagini») avevano espresso critiche più o meno dure alla magistratura, da ieri si discute di contromisure. E' stato Gerardo Bianco ad accendere la miccia, ad aprire una discussione fuori programma: «C'è il rischio di una deresponsabilizzazione da parte della magistratura», a volte le autorizzazioni a procedere sono avanzate «in modo burocratico» e il pericolo è quello di «uno sqxiiubrio tra i poteri dello Stato». Sulla stessa lunghezza d'onda del capogruppo democristiano, il presidente dei deputati socialisti La Ganga, che ha detto di «condividere le preoccupazioni di Bianco», mentre più defilato è apparso il capogruppo liberale Battistuzzi, secondo il quale, in Parlamento è maturo un più ampio dibattito che «investa la questione morale». Ma su Bianco si è aperto subito il fuoco di fila delle opposizioni. Di Lucio Magri, (Bifondazione comunista), di Diego Novelli della Bete («Proposta sconcertante quella sulla controfirma, fra l'altro arriva pochi giorni dopo la decisione di separare le carriere in magistratura»), mentre Anna Maria Fidelbo Finocchiaro, pds, magistrato, ha ribaltato il ragionamento di Bianco, numeri alla mano: «Il numero esiguo di richieste della magistratura respinte dalla giunta per le autorizzazioni dimostra che nella stragrande maggioranza dei casi c'è un rigore di sostegno nelle richieste dei magistrati» e ha definito «estemporanea» la proposta della controfirma fatta da Bianco. Prima che si infiammasse il dibattito, Napolitano aveva ringraziato non ritualmente la giunta per le autorizzazioni a procedere per la «rapidità» e «l'imparzialità» delle sue decisioni. Fabio Martini Gerardo Bianco

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