Gaffe Usa a Mogadiscio di Andrea Di Robilant

Gaffe Usa a Mogadiscio Subito smentito. Vota il Parlamento, partono i primi marò Gaffe Usa a Mogadiscio L'inviato di Bush: no agli italiani ROMA. Partiranno da Brindisi stasera o al più tardi domattina i 300 marò del battaglione San Marco che formano la punta avanzata del contingente italiano diretto in Somalia. Il via libera del governo è venuto ieri pomeriggio; oggi si pronuncerà il Parlamento. Il grosso del contingente italiano - circa 1800 uomini in tutto arriverà entro Natale. Ma la partenza degli italiani è già al centro di una controversia: proprio ieri, poco prima che si riunisse il Consiglio dei ministri, un diplomatico americano a Mogadiscio ha auspicato che la partecipazione italiana all'operazione Restore Hope venisse rimandata a causa dell'ostilità di alcuni gruppi somali nei confronti dell'Italia. Il caso è scoppiato all'una di ieri, quando l'inviato di George Bush a Mogadiscio Robert Oakley, intervistato da Carmen Lasorella, ha espresso le sue perplessità con sorprendente candore. Cosa ne pensa del prossimo arrivo degli italiani? «Credo che sarebbe meglio se venissero in una seconda fase, per la ricostruzione». Perché? «Gli italiani non hanno una buona immagine in Somalia e sarebbe difficile per loro». Alla Farnesina sono sobbalzati nelle loro poltrone. Ma come? E' stato proprio il presidente Bush a chiamare Amato pochi giorni fa per chiedergli il sostegno italiano. Possibile che abbia già cambiato idea? In verità le dichiarazioni di Oakley sorprendevano l'ambasciata americana a Roma almeno altrettanto. L'ambasciatore Secchia subito chiedeva chiarimenti al dipartimento di Stato. E poco dopo passava a palazzo Chigi per recapitare un biglietto personale ad Amato in cui lo assicurava che tutto si sarebbe chiarito di lì a poco. ..E. difatti, al consueto briefing di mezzogiorno al dipartimento di Stato (sei del pomeriggio in Italia) il portavoce Richard Boucher smentiva le dichiarazioni di Oakley. «Siamo compiaciuti dell'arrivo delle truppe italiane e chiunque avesse dichiarato il contrario sarebbe nel torto». A Mogadiscio, intanto, lo stesso Oakley faceva marcia indietro, spiegando che le sue dichiarazioni erano state travisate. Caso risolto? Fino ad un certo punto. Perché le dichiarazioni di Oakley hanno evidentemente toccato un nervo ancora scoperto. E lo stesso ministro degli Esteri Emilio Colombo è stato costretto a tornare sulla vicenda dopo il Consiglio dei ministri per ribadire il consenso delle varie fazioni alla presenza italiana in Somalia. «Ogni tanto giungono notizie di presunte ostilità somale nei nostri confronti - ha detto il ministro - e ad ognuna di queste voci corrisponde un accertamento da parte nostra. Pun- tualmente possiamo registrare la smentita dei diretti interessati e così è stato anche questa volta». Questo aspetto della missione sarà quasi sicuramente sollevato oggi in Parlamento quando il ministro della Difesa Salvo Andò illustrerà le decisioni del governo. Rifondazio¬ ne, Verdi e Rete hanno già accusato il governo di scavalcare il Parlamento. Ieri si parlava di mettere al voto una risoluzione. I marò del San Marco partiranno da Brindisi a bordo della San Giorgio non appena il Parlamento avrà dato il suo parere favorevole. Venerdì mattina il nono battaglione paracadutisti Col Moschin partirà da Pisa. Queste due forze saranno le prime ad arrivare in Somalia. La seconda parte del contingente italiano - composto dal primo battaglione paracadutisti - partirà nei giorni immediatamente successivi a bordo della nave trasporto San Mar¬ co e dovrebbe arrivare il giorno di Natale. Il resto della forza, che sarà agli ordini del generale Rossi, si muoverà intorno al 14 dicembre. L'intera operazione di trasferimento sarà conclusa entro il 3 o 4 gennaio e impegnerà quasi duemila uomini. «I reparti saranno scelti su base volontaria - ha precisato Andò - e chi non vorrà partecipare potrà farlo presente. E' ancora in corso la scelta degli uomini per formare il contingente». Altri 1200 uomini saranno impegnati in Mozambico, dove le Nazioni Unite hanno deciso di dispiegare una forza per assicurare una transizione pacifica verso le elezioni. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera anche a questo dispiegamento, facendo così salire a 3200 le truppe italiane che saranno impegnate in Africa nei prossimi mesi. In Mozambico le truppe italiane avranno il compito di controllare il corridoio di Beira, finora pattugliato da truppe dello Zimbabwe. L'operazione durerà tre mesi. La durata della missione in Somalia invece rimane incerta ed è proprio la prospettiva di una permanenza lunga in una ex colonia ad alimentare le perplessità di chi ancora si oppone alla partecipazione dell'Italia. Andrea di Robilant Due marines impegnati in un'operazione di controllo nelle strade di Mogadiscio [FOTOAP]