Sì dei banchieri ad Amato di Francesco Cingano

Sì dei banchieri ad Amato a GOVERNO ALLO SPORTELLO Sì dei banchieri ad Amato Bianchi: «Aiuteremo le privatizzazioni» ROMA. Davanti allo sportello c'è Giuliano Amato. Il presidente del Consiglio, socialista, chiede aiuto alle banche. Ha bisogno del pieno sostegno alle privatizzazioni, con un diretto coinvolgimento degli istituti di credito. Ha bisogno di un contributo per il risanamento dell'economia che può consistere nell'abbassamento dei tassi. In una piovosa giornata festiva, alle 19 di ieri si è aperto il portone di Palazzo Chigi. Amato ha accolto nel suo studio il presidente dell'Associazione bancaria Tancredi Bianchi e quindici banchieri di spicco come Roberto Mazzotta (Cariplo), Giampiero Cantoni (Bnl), Gianni Zandano (San Paolo), Pellegrino Capaldo (Banca di Roma). Un appuntamento insolito: i banchieri non sono di casa a Palazzo Chigi. Un clima insolito: fra il governo e le banche (quasi tutte pubbliche) ci sono stati negli ultimi tempi solo rapporti di buon vicinato. Ma è straordinaria la situazione, con il governo che tenta di risollevare la lira, raddrizzare il bilancio pubblico, avviare le privatizzazioni. E perciò chiede alle banche di fare la loro parte. Possibile? Al mega vertice di ieri hanno partecipato anche i ministri del Tesoro Piero Barucci, vicino alla de, e Franco Reviglio, socialista. Con loro la discussione è entrata nel vivo. Barucci si è richiamato al piano per le privatizzazioni elaborato pròprio da lui. Il documento apre la strada alla «riconciliazione» fra le banche e l'industria. Trova sempre maggiori sostenitori l'ipotesi che gh istituti di credito acquistino quote di aziende industriali, come prevede una direttiva europea valutata ieri con attenzione. Si parla perfino dell'eventualità di trasformare i debiti delle aziende in azioni da girare alle banche. Il quotidiano del pri, «La voce repubblicana», è contrario: teme che dare alle banche la possibilità di partecipare alle imprese serva solo «a coprire la posizione debitoria» delle Partecipazioni statali. Ma ormai la questione è posta. Se ne discute anche se, ovviamente, la richiesta di coinvolgimento delle banche nelle privatizzazioni non può avere carattere vincolante. E' semplicemente una preghiera. Alcuni banchieri sono favorevoli apertamente, purché si valuti caso per caso. Altri non gradiscono l'argomento. La Banca d'Italia è tradizionalmente a favore della «separatezza», tuttavia negli ultimi tempi appare disponibile a rivedere la posizione. Amato preme per avere il massimo consenso intorno al suo lavoro. L'apporto delle banche può concretizzarsi in diversi modi: dalla partecipazione nel capitale delle aziende alla costituzione di consorzi per collocare le azioni delle società da vendere. «L'impegno del sistema creditizio - ha confermato Tancredi Bianchi, parlando per tutti al termine dell'incontro - sarà assicurare il classamento (la vendita, ndr) dei titoli sul mercato. E' il ruolo compatibile con il nostro mestiere. Si tratta di collocare titoli per 45-50 mila miliardi in tre anni. Siamo sicuri che il collocamento potrà av- venire, pur se con alcune difficoltà. Ma oggi non abbiamo messo a punto soluzioni operative in quanto il piano deve concludere l'iter parlamentare». Più cauto Bianchi sul rapporto banca-industria: «Non se n'è parlato, lo faremo in futuro. In alcuni casi specifici non escludiamo l'ingresso diretto delle banche nelle imprese. Ma comunque non è questo il nostro compito». Coinvolgendo le banche nelle privatizzazioni, Amato ricompatterebbe il governo stesso dopo le divaricazioni fra Barucci e il ministro dell'Industria, il de Giuseppe Guarino, grande assente al maxi raduno di ieri. E' vero che il piano di Barucci può preludere all'ingresso delle banche nelle aziende pubbliche. Ma è vero anche che su di loro scommette soprattutto Guarino: la partecipazione degli istituti di credito alle privatizzazioni è lo sbocco delle sue proposte. Secondo il ministro dell'Industria bisogna costituire una superholding, una struttura cioè che comprenda le attività migliori delle Partecipazioni statali, nella quale entrerebbero le banche. Il vertice ha consentito ad Amato di raccogliere le opinioni di tutti i diversi fronti del sistema creditizio. Sono intervenuti il provveditore del Montepaschi Carlo Zini, il vicepresidente della Banca dell'Agricoltura Luigi Scotti e i presidenti Piero Bongianino (Popolare Novara), Luigi Coccìoli (Banconapoli), Luigi Arcuti (Imi), Sergio Sigienti (Comit), Francesco Cingano (Mediobanca), Giovanni Bazoli (Ambroveneto), Natalino Irti (Credit), Antonio Pedone (Crediop) e Guido Savagnone (Banco di Sicilia). Tutti i banchieri sono arrivati a Palazzo Chigi dopo aver appreso che da Basilea il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi ha sollecitato la riduzione dei tassi. Amato, particolarmente sensibile alla questione, non può che aver accolto con favore questa indicazione. Il calo del costo del denaro è considerato necessario per la ripresa, ma è importante per rasserenare la situazione. La Confindustria, che domani tiene a Parma le assisi generali con seimila imprenditori, insiste per la discesa dei tassi. Roberta Ippolito Le dismissioni al vaglio dei deputati de Il presidente del gruppo: «Il piano non è carente ma richiede precisazioni» Oggi r«arringa» di Barucci in commissione Da sinistra il presidente dei deputati de Gerardo Bianco il presidente di Mediobanca Francesco Cingano e il presidente del Consiglio Amato

Luoghi citati: Basilea, Novara, Parma, Roma, San Paolo, Sicilia