Ciampi: il denaro può costare meno

Ciampi: il denaro può costare meno Il governatore da Basilea striglia le banche: il nostro dovere lo abbiamo fatto, ora tocca a voi Ciampi: il denaro può costare meno E ora il problema-tassi passa al vertice di Edimburgo Cristophersen è pessimista: «Ancora troppi contrasti» MILANO. Non ci sono scuse, i tassi possono scendere. Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d'Italia, insiste e si spiega. E' vero, dice, che lo sfondamento del tetto fissato per il deficit del bilancio '92 non consente nell'immediato nuove riduzioni del tasso di sconto. Ma questo, aggiunge, non significa che le banche non possano provvedeve ad alleggerire il costo del denaro: la Banca d'Italia quello che poteva fare l'ha fatto, il sistema bancario non del tutto. Parole chiare, quelle di Ciampi. Dopo la strigliata di qualche settimana fa, ecco una nuova tirata d'orecchie alle banche direttamente da Basilea, sede della riunione del comitato dei governatori delle banche centrali. «Leggendo i giornali si può avere l'impressione che io pensi che i tassi bancari non possano scendere», è la premessa del governatore. Impressione sbagliata, aggiunge: «Ho osservato che i tassi bancari della Banca d'Italia, quelli cioè delle operazioni pronti contro termine, sono tornati ai livelli dello scorso giugno: se si va a vedere, questo non è altrettanto vero per i tassi delle banche». Perché? Ciampi, questo, non lo dice. Ma il senso della sua precisazione ufficiale è evidente: il sistema bancario ha ancora uno spazio di manovra sufficiente per far scendere il costo del denaro. Lo stop alla discesa del tasso di sconto non deve essere un alibi. Ciampi si rivolge alle banche italiane. Ma da Basilea, dove i governatori dei dodici istituti centrali dei Paesi Cee si sono trovati anche in vista del summit europeo che inizierà domani a Edimburgo, Henning Christophersen, vicepresidente della commissione europea, ha addirittura fatto del «problema tassi» il problema politico dei prossimi mesi. La crisi è sotto gli occhi di tutti, le prospettive econo¬ miche sono grigie e, dice Christophersen, la responsabilità di stimolare la ripresa anche con una riduzione dei tassi è tutta e solo dei governi. Spiega Christophersen: «Molto deve essere fatto per creare le condizioni per una riduzione dei tassi, devono essere raggiunti accordi salariali responsabili e alcuni Paesi presentano ancora deficit di bilancio troppo elevati. La prima responsabilità su queste materie spetta indubbiamente alle autorità politiche». Per ora, le autorità politiche si ritroveranno a Edimburgo a un summit che non è solo l'ultimo atto della presidenza inglese della Cee. In agenda, tra i tanti problemi politici, la crisi economica. Ma non la riforma del sistema monetario. «Non ci sarà tempo per affrontare questo problema che del resto non è all'ordine del giorno», ha anticipato Christophersen che ha anche precisato che a Edimburgo «non è neppure prevista la presentazione di alcun rapporto sullo Sme». Un rapporto su cui lavora da tempo un pool di esperti capeggiati dal direttore generale della Banca d'Italia, Lamberto Dini, che ha esaminato le crisi monetarie che da settembre hanno sconvolto i mercati europei senza però arrivare a una conclusione. «Il lavoro di analisi non sarà completato prima della prossima primavera», ha ammesso Christopfiersen, confermando indirettamente quello che si sapeva. E cioè che restano ancora troppi problemi «politici» da superare. La riforma dello Sme, a parole, sono in molti a volerla. Ma sul come e sul quando le idee restano diverse, in certi casi opposte. Finora non si è riusciti a trovare un accordo globale sulla ricostruzione di quanto è successo e per colpa di chi è successo nel settembre nero delle monete. Figurarsi trovare un accordo sul nuovo Sme. [a. z.l

Luoghi citati: Basilea, Edimburgo, Milano