Cerano tanti vescovi ebrei fra i cristiani; Messico e cartoline di Sergio Quinzio

Cerano tanti vescovi ebrei fra i cristiani; Messico e cartoline lettere AL GIORNALE Cerano tanti vescovi ebrei fra i cristiani; Messico e cartoline Alle orìgini della Chiesa Alla vigilia di questo Natale 1992, a ridosso di rigurgiti antisemiti presenti un po' in tutto l'Occidente cristiano, mi sembra di grande attualità quanto scriveva dieci anni fa Sergio Quinzio (il 13 maggio 1982) recensendo il libro Le origini della Chiesa, circa i materiali raccolti, nel corso di lunghe ricerche archeologiche, dall'autore, il francescano Bellarmino Pagatti, non limitate alla sola Palestina, sulle tracce delle comunità giudeo-cristiane per tanti secoli dimenticate. Scriveva Quinzio: «Dopo crescente isolamento, queste Comunità furono definitivamente schiacciate e disperse per la decisione del concilio di Nicea (325 d. C), al quale non partecipò nessun vescovo di stirpe ebraica. Le radici semitiche del cristianesimo di allora vennero tagliate, sicché ai cristiani di oggi appare strano, e addirittura incomprensibile, proprio quel che appartiene più strettamente al nucleo originario della loro fede. I cristiani provenienti dal paganesimo ebbero partita vinta e a trionfare storicamente fu un cristianesimo ellenizzato». Può essere occupazione di questi giorni, anziché gettarsi nell'orgia dei regali, andare alla rilettura di questo fantastico libro e trovare non solo conferma di quanto scriveva il vostro Sergio Quinzio, ma anche qualcosa di più, e cioè notizie su una religione, scomparsa, appunto la giudeo-cristiana, stretta tra le due religioni dominanti di allora, quella ebrea e quella cristiana, che cercavano di assorbirla. Perché se da un lato i cristiani del ceppo gentile si sentirono in dovere di impedire le pratiche giudaiche, dall'altro gli ebrei ostacolarono i giudeo-cristiani considerandoli eretici. Potremmo porci ancora gli interrogativi che si affacciano intorno alla figura rivoluzionaria, e quanto mai ambigua, dell'ebreo esseno Saul che prima per¬ seguita i cristiani e poi, folgorato sulla via di Damasco, si fa cristiano, e comincia a perseguitare gli ebrei, sostenendo che Cristo aveva abrogato la legge mosaica. Che divenuto il cristiano San Paolo fa considerare illecita la pratica della circoncisione, ancora invece largamente in uso come battesimo non solo dei fedeli ma addirittura dei vescovi giudeo-cristiani. E chiederci se non sarebbe ormai ora di introdurre nei costumi, riti e festività quello che alla verità e alla storia sembra sempre più probabile appartenere. Perché per esempio non allestire con i nostri figli un presepio giudeo-cristiano, nel quale oltre a ricordare la divinità di Cristo e la verginità della Madonna, siano evidenziati anche gli elementi del Vecchio Testamento, e quindi di quel mondo ebraico al quale del resto Gesù Cristo, sua madre, e molti altri personaggi del presepio, appartengono? Luciano Ascoli, Roma «Finanze salve a spese della mia pensione» Mi domando se dalla riforma previdenziale che prevede tra l'altro lo scaglionamento della liquidazione delle pensioni a partire dall'1/1/94, il governo non poteva escludere coloro che già con grandi sacrifici, non avendo purtroppo più un lavoro, effettuavano il versamento dei contributi volontari per raggiungere i 35 anni di anzianità contributiva. Io, ad esempio, è dal novembre '91 che verso i contributi volontari e raggiungo i 35 anni di anzianità contributiva a fine gennaio '94. Compirò però 57 anni a giugno '94 e quindi fino a novembre non mi verrà riconosciuta la pensione. Ben 9 mesi mi vengono sottratti: si tratta di un sacrificio enorme. Impormi di contribuire così al risanamento delle finanze dello Stato mi sembra davvero tanto. Tanto più che per i dipendenti di grandi aziende o per chi può far- si sentire con scioperi nazionali, si continua a parlare di prepensionamenti. Sarà troppo sperare che il sig. ministro Cristofori possa ricordarsi pure di quelli che si trovano nella mia situazione ed esonerarci dal sottostare a quello scaglionamento? Piero Daolone, Cuneo «Scrivetemi dal Piemonte» Sono un italiano residente da quattro anni in Messico. Poiché ormai sono in pensione, dedico un po' del mio tempo all'insegnamento della lingua italiana a studenti dell'Università di Veracruz e di Xalapa. Due anni fa avevo scritto alla Gazzetta del Lunedì di Genova perché pubblicasse una richiesta ai suoi lettori: richiedevo che mi venisse spedita una cartolina di Genova o della Riviera. Fu un successo, perché ricevetti una infinità dì corrispondenza e riuscii a mettere insieme un volume rilegato di cartoline, a cui 10 poi aggiunsi nelle didascalie notizie storiche, etniche e geografiche. I miei alunni hanno così apprezzato le bellezze dei palazzi di Genova, le opere d'arte dei suoi musei ed i panorami delle Riviere. Io sono genovese di nascita e ho vissuto ben 66 anni a Genova, però i miei genitori erano piemontesi e precisamente dell'Alta Valle del Cervo, cerne denuncia il mio cognome. Ora rivolgo la stessa richiesta ai lettori de La Stampa. Il mio scopo è di riunire più cartoline, non solo di Torino, ma di tutto 11 Piemonte, particolarmente del Biellese, per preparare un altro volume e poter far conoscere, quindi, un'altra regione della nostra bella Italia, che a me sta tanto a cuore. Dante Boggio Tomasaz Av. Matamoros 524 Fracc. Los Pinos, Veracruz (Mexico) De Lorenzo: nessun «comizio sbracato» Ho letto con sorpresa e rammarico, su La Stampa del 5 dicembre, le affermazioni del giudice Caponnetto, che sono costretto a smentire perché prive di ogni fondamento. Non risponde a verità il fatto che io abbia tenuto un «recentissimo, sbracato comizio contro i Magistrati della Procura napoletana, rei soltanto di aver fatto il loro dovere con il massimo di correttezza e - per giunta - deferiti, con una discutibile decisione al giudizio disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura». Non ho mai rivolto accuse, né espressioni negative nei confronti dei Magistrati. Infatti (come risulta dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati), nella seduta della Camera dei Deputati del 29 ottobre, mi sono limitato a chiedere «con molta serenità al Presidente della Camera se esistano le condizioni per tutelare il mio diritto di parlamentare italiano che dalle norme garantite dalla Costituzione non intende avere favori, né privilegi, ma che ritiene di vivere in imo Stato di diritto in cui norme, leggi e regolamenti debbano valere per tutti ed anche per i parlamentari. Non escludo che, di fronte a richieste di modifica di quanto la Costituzione oggi prevede io possa essere anche d'accordo; ma fino a quando esisteranno queste regole, continuerò ad appellarmi al Presidente della Camera affinché sia lui a verificare se ciò che ha fatto questa mattina la Magistratura fosse consentito o meno». Del resto l'esistenza di un problema giuridico connesso al decreto di sequestro è stata autorevolmente sottolineata dal Sen. Prof. Francesco De Martino che, in un'intervista rilasciata a «La Stampa» il 5 novembre, ha affermato che «la Costituzione é la legge vietano la perquisizione e non parlano di sequestro (...). Se un giudice viene da me e mi dice: intendo sequestrare quel preciso oggetto, è una cosa. Se dice: voglio sequestrare i suoi archivi elettorali, questo implica e maschera una perquisizione». Sono certo che, alla luce di queste precisazioni, il giudice Caponnetto avrà elementi sufficienti per rivedere il proprio convincimento nei miei riguardi. Francesco De Lorenzo Ministro della Sanità Quando ho parlato di show sbracato, sulla base di fonti giornalistiche, non mi riferivo all'intervento del ministro in Parlamento, ma a un suo incontro avvenuto il giorno successivo con i giornalisti e di cui ho letto il resoconto nel giornale La Repubblica del 31 ottobre. In quell'incontro De Lorenzo non esitava ad accusare il magistrato Morello di falso e metteva sotto accusa la magistratura napoletana che è «politicizzata, piena di veleni» e «vuole fare protagonismo». Antonino Caponnetto