Ore 12,35: la paura sfiora la Terra di Piero Bianucci

Ore 12,35: la paura sfiora la Terra Un asteroide ha incrociato l'orbita del Pianeta sfrecciando a 137 mila km l'ora Ore 12,35: la paura sfiora la Terra Rischiata collisione con un pianetino A Washington gli orologi segnavano le 6,35 (12,35 ora italiana) di ieri, l'America era ancora tranquillamente addormentata, quando un asteroide ha incrociato l'orbita della Terra sfrecciando a 137 mila chilometri all'ora. Il pianetino kamikaze si chiama Toutatis e ha la forma di una patata di tre chilometri per uno e mezzo. Nel punto di massimo avvicinamento si è trovato a una distanza pari a dieci volte quella della Luna, cioè a 3,5 milioni di chilometri. La Terra fila sulla sua orbita a 30 chilometri al secondo e percorre 3,5 milioni di chilometri in 36 ore. Questo ci dà l'idea di quanto si sia andati vicini (relativamente) a una eventuale collisione. Toutatis è stato scoperto tre anni fa dall'astronomo francese Christian Pollas, dell'Osservatorio della Costa Azzurra. Il nome impostogli è quello di un dio dei Galli reso popolare da Goscinny nel suo fumetto «Asterix». Ha un'orbita molto allungata, che lo porta fino a un miliardo e mezzo di chilometri dal Sole - la distanza di Saturno - e ogni quattro anni gli fa sfiorare il sentiero cosmico del nostro pianeta. Nel 2004 passerà ancora più vicino: solo quattro volte la distanza della Luna. Non sarà ancora un primato. Un paio d'anni fa un asteroide molto più piccolo, quasi un sasso cosmico, una dozzina di metri di diametro, è passato a 170 mila chilometri da noi, metà della distanza Terra-Luna. Benché nello spazio non ci siano semafori né strisce pedonali, per fortuna le probabilità di collisione sono minime. E sarebbero praticamente uguali a zero se i corpi vaganti fossero soltanto Toutatis e qualche altro. Il pericolo tuttavia è un po' maggiore perché conosciamo già un centinaio di pianetini che intersecano l'orbita terrestre e si calcola che ce ne siano da mille a tremila con dimensioni intorno al chilometro. Per fortuna gli asteroidi più massicci e più numerosi - ne sono già stati classificati cinquemila ma si pensa che ne esistano più di centomila - seguono orbite stabili a metà strada tra Marte e Giove: per rassicurazione del lettore, appartiene a questa categoria anche il pianetino del diametro di 20 chilometri scoperto da Walter Ferreri dell'Osservatorio di Tori- no e recentemente intitolato al sottoscritto. Perturbazioni gravitazionali però di tanto in tanto deviano qualche asteroide verso l'interno del sistema solare, aumentando la famiglia dei killer potenziali. Tremila pianetini che giocano a biliardo con la Terra costituiscono già un rischio apprezzabile. Si calcola che ogni dieci milioni di anni si verifichi uno scontro tale da aprire un cratere largo una ventina di chilometri se la caduta avviene su un continente, o da produrre un maremoto planetario se, cosa tre volte più probabile, precipita in un oceano. Per' questo all'Osservatorio di Kitt Peak, in Arizona, un telescopio è destinato esclusivamente alla caccia dei pianetini che incrociano la Terra e studiosi degli asteroidi come Brian Marsden dell'Osservatorio Smithsonian ed Eugene Schoemaker deU'U.S. Geological Survey si battono per creare una rete di sorveglianza mondiale. Ultimamente, poi, questi ricercatori hanno trovato degli insospettabili alleati negli scienziati già coinvolti nel progetto di difesa strategica lanciato da Reagan e affossato da Bush dopo la dissoluzione dell'Urss. Lo «scudo stellare» prevedeva un gran numero di laser in orbita e di razzi a testata nucleare pronti a intercettare eventuali missili sovietici. Il tramonto dello «scudo» ha creato molti disoccupati tra i ricercatori del Livermore Laboratory e di altri centri scientifici che lavorano soprattutto su commesse dei militari. Di qui la loro speranza di riciclaggio dalla guerra contro il nemico comunista alla prevenzione degli asteroidi killer. Che cosa succederebbe in caso di incidente? Secondo Shoemaker, alla velocità di impatto più probabile, che si aggira tra i 12 e i 25 chilometri al secondo, un pianetino come Toutatis produrrebbe un cratere largo una cinquantina di chilometri e, se cadesse in una regione abitata, potrebbe fare milioni di vittime. Inoltre, sollevando una nube di polvere tale da oscurare per qualche anno il Sole, forse innescherebbe un mutamento climatico simile a quello che, 65 milioni di anni fa, avrebbe portato alla scomparsa dei dinosauri. Piero Bianucci Tremila pianetini minacciano la Terra: gli astronomi Usa chiedono a Bush di dirottare nelle ricerca i fondi delle guerre stellari

Luoghi citati: America, Arizona, Urss, Usa, Washington