«Noi del loggione siamo la legge»

«Noi del loggione siamo la legge» PAROLA ALL'ACCUSA «Noi del loggione siamo la legge» MILANO. Gli Amici del loggione non parlano. Il presidente Tenconi e il segretario Stelio Vignanti hanno staccato il telefono. Questione di delicatezza. Ormai Tenconi è entrato nel consigliò della Scala. Difficile difendere un loggione reo di aver fatto naufragare l'inaugurazione di Sant'Ambrogio, paragonato alle curve di San Siro. Difficilissimo criticarlo. Chi era nel loggione la sera del 7 sostiene che la contestazione si è avvitata in una gara di squadre. Qualche zittio parte alla prima défaillance di Pavarotti, subito sovrastatalo dagli applausi dei fans del tenore, annidati in gran numero sulla piccionaia destra. Rabbia dei contestatori che passano ai fischi. E così via, in una eccitazione da stadio. Tifosi contro tifosi. Dopo Pavarotti, tocca ad altri. Perfino al divino Muti, per aver scelto un cast non adatto. Non piacciono le scene di Zeffirelli per la loro grandiosità, né i costumi gonfi di Anna Anni. Insie¬ me riducono i grandi personaggi a nanerottoli impacciati. Il dissenso si autoalimenta e, alla fine i poveri interpreti sono così avviliti, che non osano uscire uno alla volta. Cinque volte si presentano al proscenio tutti insieme, tenendosi per mano. Ha ragione il loggione, o si tratta di teppisti? Il quesito resta appeso, ma i loggionisti tengono le bocche cucite. Non credono a possibili chiusure, sono una forza troppo grande per essere tacitata. Non rappresentano loro, più di altri, la vera tradizione scaligera? Da sempre il loggionista è re. Una razza a parte che guarda dall'alto platea e palchi, e si sente eletta, convinta di essere il centro del vero sapere musicale. Il pittore Giuseppe Novello, il Forattini. ante litteram, l'uomo che per anni sulla «Stampa» ha messo in caricatura marne e miserie del borghese piccolo piccolo, era un loggionista accanito. Persona di spicco della Milano della cerchia dei Navigli, uomo dolcissimo e da tutti amato, ha sempre rifiutato la poltrona o il palco. La sua civetteria era, appunto, essere un «loggionista». «Il loggione - sosteneva - è il punto migliore per sentire l'opera. Per l'acustica, e perché, lassù, ci sono gli orecchi più fini. E poi è così bello dominare tutti dall'alto. Una sensazione meravigliosa». Qualcuno ha invocato misure severe per gli indisciplinati, discriminazioni tra i loggionisti. Tecnicamente sarebbe una cosa ardua. Le reazioni potrebbero essere peggiori del rimedio, creare intorno alla Scala un vero e proprio stato di assedio. Per questo altri sostengono che è meglio lasciar perdere. Tutti guardano con ansia o divertimento al prossimo appuntamento. Dopodomani si replica, [v. s.] Giuseppe Novello, loggionista storico

Persone citate: Anna Anni, Forattini, Giuseppe Novello, Parola, Pavarotti, Tenconi, Zeffirelli

Luoghi citati: Milano