Nel kibbutz si gioca; SS contro ebrei di Aldo Baquis

Nel kibbutz si gioca; SS contro ebrei ISRAELE Il programma inventato in Germania ed esportato clandestinamente Nel kibbutz si gioca; SS contro ebrei Fa furore un videogame con simboli nazisti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO L'ebreo deve scappare dal ghetto e sa che ha i minuti contati, perché le «SS» gli sono alle calcagna. Entra in un vicolo, ma una pattuglia gli sbarra il passo; apre il fuoco appena un attimo prima del suo inseguitore. «Complimenti» esulta il computer, e gli elargisce decine di punti: «Inseguimento nazista», «videogame» concepito in Germania, è arrivato anche in Israele. All'evento, il quotidiano «Maariv» ha dedicato due vistose pagine a colori, in cui mostra il giovane Idan Lazarson, del kibbutz Ein Carmel (Haifa), impegnato in una lotta a tavolino con gli emissari del «Fuehrer». Secondo il giornale, il gioco introdotto in Israele alcuni anni fa da un giovane tedesco e le cui copie vengono ora passate clandestinamente di mano in mano sta prendendo piede tra i ragaz¬ zi della zona di Haifa. Al giornale, Lazarson ha detto di non avere remore a partecipare all'«Inseguimento nazista», perché nella sfida tra i perseguitati e i loro oppressori non è escluso che siano proprio i primi a prevalere. Comparsi in massa pochi anni fa, i «videogame» nazisti hanno diverse varianti: accompagnati da versioni al sintetizzatore di marce del Terzo Reich, alcuni sfidano a far entrare il maggior numero di ebrei e slavi nei campi di sterminio, altri mirano a impedire le fughe di «nemici del popolo» dai lager. Raggiunto telefonicamente nella sua abitazione di Ein Carmel, Lazarson - un diciassettenne con l'hobby dell'elettronica ha preferito non rilasciare altre dichiarazioni. Ghili, il segretario del kibbutz, ha invece accusato la stampa di aver «trasformato un insetto in un dinosauro». «Non è vero che il gioco sia molto diffuso - ha detto -, né che i perseguitati debbano necessariamente essere ebrei: per chi lo ha concepito, potrebbero anche essere croati o turchi». Il segretario ha tuttavia confermato che nel gioco appaiono ripetutamente simboli nazisti, cosa particolarmente dolorosa per un kibbutz in cui vivono tuttora superstiti dell'Olocausto e che (per questa ragione) si era astenuto a lungo dall'accogliere volontari non ebrei tedeschi. La banalizzazione del nazismo non significa comunque un fallimento per gli educatori del kibbutz? «Non eravamo a conoscenza dell'esistenza di un gioco del genere finché non abbiamo visto il giornale», ha risposto Ghiri. «Abbiamo poi parlato con Idan, e gii abbiamo fatto presente la delicatezza della questione. Lui ha compreso, è tornato a casa e ha subito cancellato il programma dal computer». Aldo Baquis

Persone citate: Idan Lazarson

Luoghi citati: Germania, Israele, Tel Aviv