Carneficina per il tempio maledetto di E. St.

Carneficina per il tempio maledetto In India 400 morti. Arrestati i leader nazionalisti, ordinata la ricostruzione della moschea Carneficina per il tempio maledetto In Pakistan 6 bimbi hindu lapidati e 6 donne arse vive Appello di Benazir Bhutto ai musulmani: basta violenze NEW DELHI. Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime dei disordini scoppiati in India dopo la distruzione della moschea di Ayodhya. Stando alle ultime'notizie, i morti sarebbero ormai più di 400 e gli scontri tra hindu e musulmani continuano in quasi tutte le città. In questa situazione il governo ha autorizzato le forze di sicurezza a sparare sui manifestanti più facinorosi a Bombay e Bhopal, le città in cui si sono verificati gli incidenti più gravi. In una decina di piccoli e grandi centri i militari affiancano la polizia nel pattugliamento delle strade. Per il secondo giorno consecutivo circa dieci milioni di persone sono rimaste confinate in casa dal coprifuoco. Nella città vecchia di New Delhi, l'unico quartiere della capitale in cui i musulmani sono in maggioranza, una ventina di fedeli dell'Islam ha sfidato il coprifuoco dirigendosi in corteo verso la residenza del primo ministro. I dimostranti sono stati immediatamente bloccati dalle forze dell'ordine. Il conflitto religioso rischia di essere alimentato dalla decisione del governo di far ricostruire la moschea di Ayodhya. Per bloccare la ricostruzione, «siamo pronti a fronteggiare qualsiasi avversità» ha dichiarato Giri Raj Kishore, esponente del Consiglio Mondiale Hindu. «Dovranno passare sopra ai nostri cadaveri» hanno gridato alcuni integralisti hindu di New Delhi. Per cercare di placare gli animi le autorità stanno limitando persino l'attività della stampa. Le foto di uno dei templi incendiati dai musulmani in Pakistan sono state censurate e la tv di Stato non ha mandato in onda le immagini girate domenica ad Ayodhya. Ieri, sotto la pressione dei militari, gli integralisti che avevano demolito la moschea hanno cominciato ad abbandonare Ayodhya. Dalla cittadina dell'Uttar Pradesh sono già partiti cinque treni con a bordo 20.000 radicali hindu. Ma molti hanno promesso di tornare: «Verremo di nuovo e costruiremo il tempio. Questa è stata la prima campagna. Ne rimangono altre due» hanno affermato alcuni riferendosi al fatto che in India vi sono altri due luoghi sacri contesi in cui sorgono moschee. Per cercare di fermare la catena di violenze, durante la notte il governo di New Delhi ha fatto arrestare i principali leader dei gruppi integralisti hindu. La vicenda di Ayodhya ha scatenato reazioni in quasi tutti i Paesi musulmani, ma è in Pakistan che le violenze hanno raggiunto i livelli più alti. Sei bambini hindu sono stati lapidati da una folla di musulmani inferociti a Loralai, nella zona orientale del Paese. Nel Beluchistan sei donne hindu sono state bruciate vive. Ma molte altre città sono state teatro di una sfrenata caccia all'uomo. A Karachi, dove vi¬ ve la più consistente comunità hindu del Pakistan, che conta complessivamente 800.000 unità, diecimila dimostranti hanno cercato di forzare i cordoni della polizia per assaltare il consolato indiano, ma sono stati respinti. Le autorità hanno chiamato l'esercito per ristabilire l'ordine. A Islamabad la polizia ha ingaggiato una dura battaglia con centinaia di giovani che cercavano di aprirsi un varco attraverso le barriere di filo spinato che bloccavano le strade adiacenti per assaltare l'ambasciata indiana. Ieri l'intero Pakistan è stato virtualmente paralizzato dallo sciopero proclamato dal governo musulmano. Uffici e negozi sono rimasti chiusi e anche i servizi di trasporto pubblici si sono fermati. Il leader dell'opposizione, signora Benazir Bhutto, ha invitato la popolazione a «reagire con calma e a non attaccare la comunità hindu». Il Pakistan ha chiesto all'Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI) una riunione d'urgenza. Violente reazioni si sono avute anche in Gran Bretagna, dove sono stati dati alle fiamme quattro templi hindu. Una condanna per la distruzione della moschea di Ayodhya è arrivata dall'Egitto. A Teheran la prevista dimostrazione degli studenti davanti all'ambasciata indiana è stata invece un insuccesso, con la partecipazione di soli 500 manifestanti, [e. st.]

Persone citate: Benazir Bhutto, Giri Raj Kishore