L'ultima sfida di Hemming, il ribelle delle Alpi di Alberto Papuzzi

L'ultima sfida di Hemming, il ribelle delle Alpi In un libro amori e imprese dello scalatore americano che fu tra i miti degli Anni 60 L'ultima sfida di Hemming, il ribelle delle Alpi Fu un eroe del Bianco, perché si uccise a trentacinque anni? ~^m\l> ribellismo degli Anni I 60, la disperazione degli I Anni 60, la passione per i I vagabondaggi, la sfida al_*Jle convenzioni, le grandi amicizie, gh amori turbinosi, Sartre e Miller, Kennedy e Goldwater, tutto questo ritorna nella storia di un alpinista americano: Gary Hemming, una vita errabonda fra gli States e l'Europa, quattro volumi di diari nello stile degli scrittori beat, che si uccise con un colpo di pistola, in un campeggio sulle Montagne Rocciose, nel 1969, a 35 anni. Una scrittrice italiana, Mirella Tendermi, agente letteraria, moglie di una guida, pubblica la biografia di questo romantico figlio del secolo: Gary Hemming. Una storia degli Anni Sessanta (ed. LArciere e Vivalda). Ecco in copertina il ritratto del protagonista: alto, bello, capelli e barba incolti, maglione a coste e sciarpa. Nato nel 1934 a Pasadena in California, studente brillante, nel 1956 è espulso da una prestigiosa scuola per ufficiali piloti, nel 1962 sarà espulso dalla Scuola delle guide di Chamonix, perché si rifiuta di tagliarsi i capelli. Nel 1960 Hemming viene in Europa e si sistema a Grenoble, con una borsa di studio. Sul Monte Bianco compie due imprese storiche: la Diretta degli americani al Dru, con Royal Robbins, nel 1962, e la parete Sud del Fou, con John Harlin, nel 1963. Un generoso salvataggio, nel 1966, con Désmaison, gli merita la celebrità. Sempre con grandi progetti, sempre con una spavalderia adolescenziale. Bugiardo, contraddittorio, rissoso, passionale. Geniale ma inconcludente, generoso ma nevrotico. Un editore gli commissiona un'autobiografia, pagandogli anche un anticipo: riceve un impubblicabile brogliaccio, con pezzi di diario, lettere, bigliettini. Quanti lavori, tutti precari. Operaio in una fabbrica di trattori nello Wyoming, operaio nella costruzione di un oleodotto in Texas, venditore di libri per ragazzi a Oakland, venditore di auomobili usate a Brooklyn, insegnante di danza a San Francisco, investigatore privato a New York, sterratore, tagliaboschi, spalatore di neve sui tetti degli alberghi. Nel 1964, a Marrakech, è coinvolto in un traffico di automobili al mercato nero. Le donne e gU amori. Judith: inseguita in un viaggio alla Kerouac in Messico. Claude: emancipata, indipendente, ami¬ ca e amante, che ha da lui un figlio. Marie: liceale parigina con la frangetta esistenzialista, «che si farà sempre correre dietro». Peggy: abbandonata dal marito, con una bambina, dopo una lite in campeggio. Francoise: per sposarla va a lavorare in Alaska, ma lei lo lascia per un'avventura in Africa. A Judith manda una lettera di 70 pagine! Al ritorno dal Messico, gli sequestrano i libri di Henry Miller. La morte di Kennedy lo sconvolge. Goldwater lo spaventa: «C'è una tale violenza nell'aria». Dalla Svezia scrive: «Che noia. Sembra il Nuovo Mondo di Huxley». In una pagina di diario: «Merda, merda, merda. Questo è quello che Sartre voleva dire quando ha rifiutato il Premio Nobel. E' così che si è dimostrato un grande ipocrita». Prima del suicidio, aveva imparato a «farsi» col Peyotl. Forse era uno spostato, che nell'alpinismo trovò un equilibrio. Come è finito il suo alpinismo, è imita anche la sua esistenza: «Se n'è andato con i primi fuochi, com'era nel suo stile, prima che il mondo iniziasse a cambiare». Questa è una concessione alla retorica: il mondo era già cambiato. Alberto Papuzzi Bello, barba e capelli incolti geniale ma rissoso, leggeva Sartre e Henry Miller amò Kennedy odiò Goldwater Gary Hemming in due belle immagini degli Anni Sessanta. Sul Bianco realizzò la diretta . degli americani al Dru nel '62