Gatt, la stangata punta al Sud

Gatt, la stangata punta al Sud Allarme soprattutto per gli agrumi. Avolio chiede l'intervento del governo Gatt, la stangata punta al Sud Nel mirino i prodotti mediterranei ROMA DAL NOSTRO INVIATO La stangata arriverà, questo è chiaro, ma la sua entità non è ancora ben definita, almeno per quel che riguarda le produzioni mediterranee. A tre settimane dall'accordo Gatt, Bruxelles non ha formulato stime ufficiali sul giro di vite a cui i prodotti tipici delle produzioni «povere» dell'agricoltura Cee stanno per essere sottoposti. Il «team» del commissario Mac Sharry manda messaggi tranquillizzanti: anche se non sfuggiranno al taglio del 21% sul volume d'export dei prodotti agricoli sovvenzionati - dicono gli esperti - i prodotti mediterranei dovrebbero evitare la riduzione del 20% degli aiuti comunitari e mantenere una maggiore protezione alle frontiere. Questo perché la riforma della «pac» ridurrà le sovvenzioni comunitarie in misura maggiore di quanto richiesto dagli Usa. Gli uomini di Mac Sharry sono anche convinti che, rispetto alle produzioni continentali, i prodotti mediterranei dovrebbero sopportare dazi meno pesanti. Il timore che l'Italia possa diventare il Paese più penalizzato dalle decisioni in ambito Gatt è comunque reale: siamo infatti il maggior produttore europeo di soia e un grande produttore mediterraneo, il che determina una situazione ad altissimo rischio. Ma anche se le più favorevoli previsioni elaborate dall'ufficio del Commissario Cee si riveleranno esatte il colpo sarà duro, soprattutto per il nostro Mezzogiorno, già con parecchi problemi agricoli. Uno dei più gravi è quello del settore agrumi, alle prese con un sostanziale blocco dei mercati, sia per quanto riguarda il prodotto fresco, sia per il trasformato. La crisi è determinata da un fattore esterno: l'offerta mondiale di agrumi è aumentata del 20% in dieci anni; e da uno interno: la debolezza del sistema industriale e distributivo del nostro Paese. La gravità della situazione raggiunge il culmine nel settore della trasformazione delle arance in succhi (che riguarda il 30% della produzione nazionale). La regolamentazione Cee è stata infatti fortemente penalizzante: il prezzo minimo delle arance è stato fissato in 239 lire al chilo, con una notevole riduzione sull'anno scorso. Inoltre l'accordo interprofessionale con l'industria è in ritardo, il che rende più difficile vendere a condizioni convenienti il prodotto (mercoledì però ci sarà una riunione con il ministro Fontana e la situazione dovrebbe sbloccarsi). Sulla questione è intervenuta la Confederazione italiana agricoltori, il cui presidente, Giuseppe Avolio, è anche presidente della sezione mediterranea della Fipa (la federazione mondiale dei produttori agricoli). La Confederazione ha presentato al ministro dell'Agricoltura Fontana una piattaforma per il rilancio del settore agrumicolo che si impernia su tre punti: la stipula dell'accordo interprofessionale per il prodotto destinato alla trasformazione; l'inserimento degli agrumi, a partire dai mandarini, nei programmi di aiuto alimentare ai Paesi in via di sviluppo (a questo fine può essere utilizzata una parte dei fondi già disponibili nel bilancio Alma); l'istituzione di programmi nazionali che potenzino e promuovano la commercializzazione delle produzioni di qualità sul mercato interno e su quello estero. «Fra gli obiettivi della nuova legge poliennale per il prossimo quinquennio - ha sottolineato Avolio - dovrà trovare posto un programma nazionale di rilancio del settore agrumi. Un piano che consenta di ristrutturare tutta la filiera agricola, industriale e commerciale dei prodotto, compresi i trasporti e i centri di condizionamento. Ma anche sul piano comunitario è necessaria una nuova politica, per gli agrumi così come per l'insieme delle produzioni mediterranee «solo questo - ha concluso Avolio porterà finalmente ad un riequilibrio delle due grandi aree europee, la mediterranea e la Nord continentale». Vanni Cornerò Di fianco il commissario Cee, Mac Sharry. Sopra il presidente della Cia, Giuseppe Avolio

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma, Usa