Ammutinati per crisi di nervi

Ammutinati per crisi di nervi Per uno studioso inglese, il comandante non era sanguinario: solo frustrato Ammutinati per crisi di nervi Bounty, crolla un mito libertario ■ tiN proverbio che usavano ■j lì gli indigeni del Pacifico, preparandosi alla guerra, I i dice: «I capi sono squali -3<J che camminano sulla terraferma». Fletcher Christian non era il genere di inglese che arrivava dal mare a imporre il suo dominio, uccidendo indigeni come uno squalo impazzito. Eppure dei tahitiani lo ammazzarono con la violenza che si riserva ai pescecani a riva. E per una vendetta che nemmeno lo riguardava direttamente. Dopo una lunga fuga nel Pacifico, il giovane gentiluomo che aveva strappato il Bounty al capitano William Bligh, aveva dato fuoco al vascello e si era rifugiato con i suoi sull'isola deserta di Pitcairn, a Sud-Est delle Tuamutu. Là alcuni degli ammutinati ubriachi avevano frustato selvaggiamente i compagni di viaggio tahitiani e li avevano legati, con le ferite cosparse di sale. Fu dopo questo atto di assurdo sadismo che i tahitiani rubarono moschetti e accette e piombarono sugli inglesi chini a seminare i campi. Williams l'armaiolo cadde per primo, poi Christian, poi il cannoniere Mills e il marinaio Martin, infine Brown il giardiniere. Williams e Christian non ebbero il tempo di capire cosa stesse accadendo. Le ultime parole di questo inglese passato alla storia per essersi impossessato di un trascurabile vascello durante una trascurabile missione nel più trascurabile dei mari furono: «Oh, Dear...». Insomma, gli storici non si sarebbero occupati tanto dell'ammutinamento di una piccola nave che andava a caricare alberi del pane a Tahiti, se non fosse avvenuto un giorno di aprile del 1789, precedendo di poco la Rivoluzione francese (l'ammutinamento del Bounty rappresentò per l'opinione pubblica inglese una specie di rivolta giacobina contro l'autorità costituita) e in questo spirito fu tenuto il processo). E un poeta come Byron non avrebbe fatto di Fletcher Christian un eroe tragico, vittima del destino implacabile del fuorilegge, se quella storia di dannati che cercano il paradiso perduto non avesse avuto una forte anima romantica. Fu il Romanticismo a cambiare le cose. E a trasformare il capitano Bligh, eroe antirivoluzionario, in un odioso tiranno vissuto nell'ombra e nell'invidia del grande navigatore James Cook. Christian, Bligh, e sullo sfondo Cook: dall'800 in poi i loro destini incrociati in un mare di sangue, nelle isole più belle del mondo, cominciarono a ispirare poeti e studiosi, e più tardi, anche gli Studios di Hollywood. Una nuova lettura di questa vicenda, in chiave di antropologia storica, arriva ora dall'America, dove la Cambridge University Press ha pubblicato Mr. Bligh Bad Language (La cattiva lingua di Bligh) dello storico Greg Dening. Una lettura molto appassionata e forse un po' erratica dell'ammutinamento, che insiste su un punto: non fu la violenza di Bligh a provocare la rivolta. O l'aggressiva volgarità del suo linguaggio a far crollare gli argini. «La mia tesi - scrive Dening - è che il pessimo modo di esprimersi di Bligh fosse la pessima espressione del suo comando. La sua era una cattiva Pocae orla «lscat lingua, non solo perché sfrenata e insolente, ma perché ambigua, perché gli uomini non riuscivano a leggere in essa un giusto rapporto con l'autorità». Se gli ordini di Bligh erano confusi, i suoi insulti erano indiscriminati. Chiamare marmai e ufficiali senza distinzione «cani» o «ladri», e minacciarli con la pistola alla gola di gettarli in mare appena mancava una noce di cocco dalla sua riserva personale, non giovò al comandante. Ma Dening insiste che le frustate sul Bounty furono amministrate quasi con parsimonia, e l'avidità personale db Bligh sul cibo fu meno scandalosa di quanto si è detto. Fece certamente peggior danno la decisione della Marina di far partire i 1 Bounty in ritardo, costringendo d'equipaggio ad affrontare' CapariHbm nella stagione sbagliata, «con le burrasche più forti e le onde più alte che avessi mai visto», per poi ripiegare sulla lunghissima rotta alternativa che girava intorno all'Africa. Circostanze che imposero al vascello una sosta di cinque mesi a Tahiti, dove i suoi marinai scoprirono un paradiso in cui il cibo cresceva spontaneamente, e le donne facevano l'amore senza vergogna davanti a tutti e con tutti, ridendo di sorpresa se si cercava di portarle dietro a un cespuglio. Bligh perse il controllo della situazione al punto che non riuscì nemmeno più a tenere le donne lontane dalla nave. Ma la sua tensione che esplodeva nei più volgari accessi di collera non si spiegherebbe, secondo il professor Dening, senza la caparbietà con cui Bligh desiderava un viaggio perfetto. E quella caparbietà non si spiega senza ricorrere a Cook. Bligh l'aveva accompagnato nel suo ultimo viaggio alle Hawaii, durante il quale aveva svolto un lavoro di rilevazione delle coste per cui Cook lo aveva a malapena nominato nel libro Voyage to the Paci¬ fic Ocean (1784). E lui aveva sfogato la sua collera riempiendo la copia del suo libro di commenti al vetriolo. Ora perciò voleva, come Cook, un incarico «scientifico» che lo riscattasse. Ma l'Ammiragliato non condivideva le sue ambizioni. E per la missione di portare piccoli alberi del pane da Tahiti alle piantagioni delle Indie Occidentali (con i loro frutti i proprietari terrieri avrebbero dovuto sfamare gli schiavi), scelse la nave di minor costo, con il più esiguo degli equipaggi. Bligh non fu fatto nemmeno capitano. Per questo voleva un viaggio perfetto: per ottenere quei gradi che ebbe invece a titolo di risarcimento dopo che fu abbandonato da Christian in mezzo al Pacifico con una lancia e diciotto uomini. E riuscì a percorrere una delle più straordinarie navigazioni di tutti i tempi, 3618 miglia fino all'isola di Timor, mangiando uccelli e perdendo soltanto un uomo. Capitano o no, Bligh doveva essere di ferro per riuscire a tornare in quelle condizioni a Londra, a discolparsi e chiedere vendetta. Ma era solo un ragazzo quando aveva assistito al massacro di Cook su una spiaggia delle Hawaii, e quella scena orribile doveva averlo sconvolto. Che cosa era riuscito a comprendere dei misteriosi motivi che avevano portato gli hawaiani a fare a pezzi Cook davanti alla sua nave? La spiegazione antropologica accreditata da Greg Dening è affascinante. Cook arrivò alle Hawaii nel 1778, nei quattro mesi di pace durante i quali ogni anno gli indigeni deponevano le armi per dedicarsi al culto di Lono. Con questo nome presero a chiamare anche Cook, che tiattarono con grande rispetto fin che partì. Ma quando fu costretto a tornare indietro dopo solo dieci giorni per un'avaria, per gli hawaiani erano iniziati gli otto mesi di guerra che seguivano ogni anno a quelli del culto di Lono. Erano i mesi in cui «i capi sono squali che camminano sulla terraferma», e Cook, ignaro di questa tradizione, fu assassinato dai suoi stessi amici. Gli hawaiani lo squartarono davanti alla sua nave, offrendone una parte anche ai marinai inorriditi, e poi conservarono le Cooe moA lue un sue ossa nel reliquiario di Lono. In ogni caso Cook non si sarebbe mai fermato come Bligh cinque mesi a Tahiti, secondo il professor Dening, ma sarebbe andato in giro a esplorare, evitando di perdere il controllo della disciplina. Avrebbe cercato altre soluzioni, specie dopo quello che era accaduto a Capo Horn. Sul Bounty solo dieci marinai erano veramente esperti sui quarantacinque di equipaggio, e nelle burrasche quei dieci erano dovu- ti rimanere di guardia tutto il tempo. Qualunque uomo di mare avrebbe saputo che un'esperienza simile salda un gruppo di persone. Che diventarono, infatti, il nucleo più agguerrito dell'ammutinamento. L'alcool, la brutalità e l'avidità sessuale di gran parte dell'equipaggio spezzarono prima la disciplina sul vascello, poi il sogno di Fletcher Christian di costruire un'oasi felice nell'isola di Pitcairn. Dei nove ammutinati che vi arrivarono con gli indigeni tahitiani, e cominciarono subito a uccidere per il possesso delle donne e della terra, solo John Adams sopravvisse, con nove donne, una bambina polinesiana e ventitré bambini di sangue misto (gli altri ammutinati, che si erano staccati da Christian per restare a Tahiti, furono in gran parte riacciuffati e rispediti in Inghilterra: quattro morirono nel naufragio della nave, e tre sulla forca). Per quasi vent'anni nessuno riuscì a trovare l'isola segreta dove si erano nascosti gli uomini più vicini a Fletcher Christian, mentre i loro discendenti crescevano nel rispetto della Bibbia: Poi un giorno del 1808 un vascello americano gettò per caso l'ancora al largo di Pitcairn e il capitano Mayhew Folger vide un ragazzo con la pelle olivastra venirgli incontro in canoa. In un inglese perfetto, il ragazzo disse di chiamarsi Friday October Christian. E al suo stupefatto interlocutore, il giovane Venerdì Ottobre Christian iniziò a raccontare una storia che cominciava così: «Lei conosce forse il capitano Bligh?...». Livia Manera Poca frusta, ma insulti e ordini contraddittori: la «linguaccia di Bligh scatenò la ribellione Cook fu suo capitano e morì come un Dio. A lui nemmeno il grado e una vecchia carretta Marion Brando, il più celebre Bligh del cinema. Sopra, il vero capitano in una riproduzione dell'epoca

Luoghi citati: Africa, America, Hawaii, Hollywood, Inghilterra, Londra, Sud-est Delle Tuamutu