Un giallo su Nicola bimbo nella discarica

Un giallo su Nicola bimbo nella discarica Dubbi sulla storia raccontata in tv Un giallo su Nicola bimbo nella discarica La procura di Napoli sta indagando Caffo: meglio spegnere i riflettori NAPOLI. Il suo volto paffuto e incorniciato da riccioli biondi apparve in tv l'I 1 novembre. Fu allora che «Diogene», la rubrica del Tg2, si occupò di Nicola Liguori, il bambino di tre anni che trascorreva con la madre parte della giornata in una discarica alla periferia di Villa di Briano, alle porte di Caserta, alla ricerca di qualche oggetto da vendere per la strada o di un po' di pane da mettere sotto i denti. Ma il caso del bimbo rischia di trasformarsi in un giallo. Ieri un'agenzia di stampa ha diffuso una dichiarazione attribuita a Ernesto Caffo, presidente di «Telefono Azzurro», che ha partecipato a un convegno su minori e informazione, organizzato a Torino dall'Ordine dei giornalisti piemontesi: «La vicenda di Nicola è una fiction, una montatura e ci siamo cascati tutti - avrebbe detto Caffo -. Il bambino esiste davvero, ma tutto il resto è stato costruito ad hoc da una persona che di mestiere fa il cercatore di casi e li fornisce ai giornalisti. Su questo episodio la magistratura ha aperto un'inchiesta». Caffo, però, smentisce la denuncia che gli è stata attribuita: «Non ho mai detto quelle frasi che l'agenzia di informazione mi attribuisce. Il caso di Nicola esiste ed è grave, drammatico. Nel corso di una riunione a porte chiuse mi sono limitato a fare un commento: a mio avviso la tv Il piccolo Nicola Liguori che manda in onda un servizio della durata di pochi secondi su un problema così importante rischia di dare notizie in modo improprio». Perché improprio? «Voglio dire che la realtà in cui Nicola vive è molto più complessa e articolata. Il suo non è l'unico caso di un bambino costretto a vivere nel degrado». Dopo essere stata resa nota da «Diogene», la storia di Nicola è finita in tribunale. Il 22 novembre la madre del bambino, Vincenza De Rosa, una donna di 47 anni che fu ripresa assieme al figlio in un tugurio privo di acqua corrente e servizi igienici, ha accusato senza mezzi termini i giornalisti. Interrogata dal giudice per il tribunale dei minori, ha detto che furono «quelli della televisione» a portare lei e il bambino nella discarica dove avvennero le riprese. «Non gli ho mai latto mangiare quelle cose», avrebbe aggiunto la donna al magistrato. In seguito alle affermazioni di Vincenza De Rosa, la procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un'indagine conoscitiva. ((Abbiamo decine di testi che possono provare la correttezza del nostro lavoro», ribattono a «Diogene», mentre un gruppo di abitanti di Villa di Briano ha deciso di intervenire nella vicenda: «Il caso del piccolo Nicola ha messo in evidenza uno spaccato della realtà in cui siamo costretti a vivere». [f. mil.] Il piccolo Nicola Liguori

Luoghi citati: Caserta, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Torino, Villa Di Briano