All'assalto dei prestasoldi

All'assalto dei prestasoldi Erano diretti a Saint-Vincent: bloccati sulla Torino-Ivrea All'assalto dei prestasoldi La banda del «fucile a canne mozze» è ricomparsa ieri a Scarmagno Potrebbe aver rapinato la sera prima un rappresentante di gioielli Due rapine in meno di 24 ore compiute dalla «banda del fucile a canne mozze». L'altra sera è toccato ad un rappresentante di preziosi di Torino; il bottino è di cento milioni in oggetti d'oro. Ieri pomeriggio, è stata la volta di tre prestasoldi torinesi. I banditi li hanno bloccati sull'autostrada per Aosta, nei pressi di Scarmagno. Li hanno sequestrati per quasi un'ora e derubati di una trentina di milioni in contanti. Tutto è iniziato poco dopo le 14. Francesco Decaro, 69 anni, via San Donato 10, Antonio Limatolo, 62 anni, via Varaita 4, entrambi di Torino e Nicolò Di Stefano, 57 anni, di Fossano, come ogni pomeriggio andavano al casinò di Saint-Vincent. «Sostiamo nel piazzale davanti al locale» spiega Francesco Decaro. «Cambiamo assegni, con un guadagno del dieci per cento». Sull'Autostrada tra San Giorgio e Scarmagno la Lancia Thema di Decaro è stata bloccata da una «164». Quattro banditi, con volto coperto da passamontagna e armati di fucile a canne mozze e pistole li hanno sequestrati. I tre uomini sono stati fatti accovacciare sui sedili posteriori della Thema, mentre uno dei malviventi s'è messo alla guida dell'auto. Le due vetture, dopo aver forzato la barriera di Scarmagno, si sono dirette nelle campagne di San Martino Canavese. «Erano professionisti» ha raccontato Decaro agli agenti del commissariato di Ivrea. «Mi hanno rubato più di 40 milioni in contanti, il Rolex d'oro, un anello e alcuni braccialetti». L'auto della fuga è stata rintracciata dai carabinieri di Rivarolo alla periferia di Feletto, pochi minuti dopo essere stata incendiata. Per oltre due ore gli uomini del nucleo operativo di Ivrea e quelli di Rivarolo hanno passato a setaccio la zona. Dei malviventi, però, non sono state trovate tracce. Secondo gb investigatori potrebbe trattarsi della stessa banda che, l'altra sera a Castellamonte, ha assalito e rapinato due rappresentanti di preziosi e, nei giorni scorsi, aveva messo a segno altri due colpi: uno ad Ozegna e uno a Favria. In entrambi i casi il bottino era stato di oltre 150 milioni. Sopra Francesco Decaro, uno dei rapinati; a fianco la «164» incendiata

Persone citate: Antonio Limatolo, Decaro, Francesco Decaro, Nicolò Di