Sulla Côte i tentacoli della Piovra

Sulla Côte i tentacoli della Piovra Arrestato un potente boss calabrese che la polizia ricercava da sette anni Sulla Côte i tentacoli della Piovra Gli 007 del Sisde torinese a fianco dei francesi Il boom edilizio alimentato con denaro sporco Erano le 10 di mattina quando Basilio Settineri, calabrese di Delianuova, 41 anni, da sette latitante, condannato per il sequestro di un industriale, è uscito dalla sua bella villa sulla collina di La Seyne-sur-Mer vicino a Tolone. E a bordo di una Renault 25, rossa, guidata da Mohamed, l'autista tunisino di 27 anni, è sceso verso la città. Lo hanno fermato ad un semaforo, sul lungomare: «Il signor Basilio?». Lui ha sorriso. Tutti su quel tratto di costa francese lo conoscevano con quel cognome, in realtà suo nome di battesimo. «Sento che siete italiani, posso fare qualcosa per voi?». Il sorriso si è trasformato in smorfia quando ha scoperto che erano poliziotti: «Ci segua per favore». Era ricercato con un mandato di cattura internazionale dopo la sentenza, oramai definitiva, dei giudici di Genova, che lo avevano condannato a 13 anni di carcere. Settineri è stato - si legge nella sentenza - uno dei cervelli del sequestro di Guy Pitoun, «re dei supermercati» di Antibes, rapito nel gennaio 1980. Quasi un mese di prigionia: per liberarlo i parenti pagarono quasi 5 milioni di franchi, un miliardo di lire. Lo hanno fermato gli agenti della polizia ferroviaria. Ma dietro la sua cattura c'è il lavoro degli uomini della sezione torinese dei Sisde, i servizi segreti. Da tempo quell'ufficio indaga con la «brigade criminelle» francese sulla presenza sempre più fitta di uomini della mafia e della 'ndrangheta sulla Còte d'Azur. Una realtà che comincia a preoccupare le autorità. C'è il sospetto, ammettono quelli dei Sisde, che dietro il boom edilizio sulla Costa Azzurra, un mercato immobiliare in continua espansione, ci siano soldi della mala italiana. A settembre gli uomini del vicequestore Filippo Dispenza, della «Polfer» avevano arrestato ad Avignone Eugenio Macrì, boss della 'ndrangheta, latitante da 7 anni. Ora il funzionario ammette: «La sua cattura rientrava in una più ampia inchiesta che ci ha portati a La Seyne-sur-Mer». Dove l'altra mattina è stato fermato Basilio Settineri. Il rapitore di Pitoun, «re dei supermercati», viveva con una ragazza intestataria di un ristorante noto per la sua cucina raffinata, tutta a base di pesce. E proprio ai tavoli del suo ristorante Settineri aveva invitato, la sera precedente il suo arresto, parte della locale «municipalità»: una cena tra amici influenti, politici e inprenditori. Avevano fatto tardi assieme, parlando e ridendo. Su quel tratto di costa francese vivrebbero (sotto falso nome) altre due persone legate al sequestro di Guy Pitoun: Arcangelo D'Agostino, 53 anni, e Girolama Magnoli, 43 anni. Lei la vivandiera della banda, lui uno dei carcerieri dell'industriale. Tutti e due condannati in latitanza, lei deve scontare 11 anni e 6 mesi. La banda si muoveva ed agiva su quel tratto di frontiera, Antibes, Mentone, Ventimiglia. Girolama Magnoli, ricercata da quasi 10 anni, è oggi l'unica «primula rossa» della 'ndrangheta. Ezio Mascarino Si cercano altri due latitanti legati al rapimento del re dei supermercati di Antibes SSBiSSÈmmmt I- EXPRESS COMMENT ELLE ENVAHIT LA FRANCE ET L'EUROPE HPliPi! ÉGVPTE : ALI AH Man-or La pagina dell'Express con l'arresto del boss Basilio Settineri (in basso), avvenuto nei pressi di Tolone dove viveva in una villa lussuosa

Luoghi citati: Delianuova, Genova, Tolone