«Qua la mano, Signora»

«Qua la mano, Signora» «Qua la mano, Signora» Cecchi Goti: aspettiamo sereni duemila amici-tifosi juventini Mario Cecchi Gori al telefono. Vive a Roma, continui appelli lo hanno «spostato» in questi giorni a Firenze, alla partita della Fiorentina contro la Juventus. Partita a priori accesissima, secondo derby dei bianconeri quanto a carica psicologica, tensione fra le tifoserie, e quelle cose brutte in tribuna, accadute per niente improvvisamente l'estate scorsa, al Trofeo Baretti. «Ho preso io l'iniziativa di pace fra le tifoserie, sono andato ad assistere persino a JuventusUsa, è andata a finire che sono stato spennacchiato. Per fortuna che alla Juve hanno capito, Boniperti mi ha telefonato, insomma la parte sana si è mossa. Ci sono tutte le premesse per una grossa sfida sportiva. Ma se i tifosi arrivano al match a sangue già caldo... Aspettiamo almeno duemila juventini, speriamo che il confronto sia solo sportivo». Al di là di questa speranza, esiste un aspetto positivo tipico di questa partita? «La coloritura del tifo. Due anni fa i fiorentini riprodussero sulle gradinate i grandi monumenti di Firenze. Non credo che si rifarà una cosa simile, bellissima, così bella da non tollerare riedizioni». La scelta, da parte della tifoseria fiorentina, della Juventus come nemica eccellente è una scelta plebea o popolare? Ci si vuole esaltare con il nemico massimo, oppure è semplicemente questione di pelle? «Io sono arrivato a scelta già fatta, con la spinta decisiva data dal caso Baggio. Non conosco bene la genesi della rivalità. Penso comunque che sia nata da incidenti ed accidenti, senza una logica precisa». Ha nominato Baggio. Lei co¬ me vive il travaglio bianconero del giocatore? «Ho con lui un rapporto magnifico. Io come tanti, a Firenze, nonostante alcuni screzi ultimi fra lui e una certa parte della tifoseria. Gli voglio bene. Gli auguro di andare avanti in una splendida carriera, e nella squadra dove è adesso». E se si scoprisse che ancora una volta è tutta questione di denaro? «Ma lo è, lo è. Come tutte le questioni al mondo. Io penso che la storia dei popoli debba essere scritta andando a studiare gli archivi amministrativi». Torniamo alla partita con la Juventus. Mai pensato di andare in curva tra i tifosi caldi, come faceva Viola nella Roma? «Lo ha fatto mio figlio. Un gesto spettacolare, ma non è che sia servito a molto. Comunque l'ul¬ tima partita della Juventus a Firenze è andata benissimo: anche perché abbiamo vinto noi». Lei è uomo di spettacolo. Non sta pensando ad un vero, importante film sul calcio italiano? «Il matrimonio non ha mai funzionato. Se "Gli eroi della domenica" aveva una sua dignità, troppi altri filmetti sono stati un fallimento. Ci vorrebbe la grande idea, brillante e funzionale. E poi chissà se basterebbe. La gente del football mi dà l'idea di non volere nessuna profanazione esterna. Certo che un grande film sul calcio mi costerebbe infinitamente di meno della Fiorentina, dove ho dovuto pagare un dazio altissimo, specie all'inizio della mia presidenza, con tanti impegnati a rifilarmi patacche». Gian Paolo O finezza no

Persone citate: Baggio, Baretti, Boniperti, Cecchi Goti, Gian Paolo, Mario Cecchi Gori, Signora

Luoghi citati: Firenze, Roma