«Subito un governo, e al lavoro» di Luciano Borghesan

«Subito un governo, e al lavoro» «Subito un governo, e al lavoro» Imprenditori e sindacatmomtro la crisi Imprenditori e sindacati d'accordo: Torino non può rimanere «ingessata» da un commissario prefettizio per sei-otto mesi. Tra martedì e ieri il sindaco «esploratore» Marziano Marzano ha incontrato le due delegazioni: prima Cgil, Cisl e Uil, successivamente il vertice dell'Unione Industriale guidato dal presidente Bruno Rambaudi. Nessuno entra nel merito della formula politica. «Non spetta a noi» dice Rambaudi. Ma subito aggiunge: «La crisi di Torino, i processi di deindustrializzazione devono convincere tutti ad assumersi precise responsabilità». Un monito al Palazzo: siamo sull'orlo del precipizio non si possono fare altri passi verso il baratro. Gli indicatori economici - ripetono Enrico Salza, vicepresidente dell'Istituto bancario San Paolo, e Giuseppe Pichetto, presidente della Camera di Commercio - disegnano l'identikit di una città che può ancora salvarsi. «Ma c'è bisogno - precisa Salza - di una guida forte, di una giunta credibile, diretta da un sindaco che abbia grande autorevolezza e prestigio anche nella società civile». Mancano poche ore allo «show-down». Lunedì a mezzanotte scade il termine per depositare alla segreteria del Comune programma e nomi del sindaco e degli assessori. «Ore frenetiche - osservano gli industriali - che devono essere utilizzate al massimo per trovare una soluzione di governo che eviti una stasi amministrativa che tra commissario prefettizio ed elezioni potrebbe allungarsi anche oltre gli otto mesi». Avverte il Collegio costruttori: «Torino si avvia ad una congiuntura tra le più difficili dal dopo guerra. Per uscirne ha bisogno di un governo che adotti con urgenza tutte le misure possibili per fronteggiare la crisi»: le anticipazioni del piano regolatore, la realizzazione dei parcheggi, il varo del progetto urbanistico formulato dalla «Gregotti e associati», il metrò, appena arriveranno i finanziamenti. I rappresentanti del mondo del lavoro - compresi i disoccupati che in percentuale salgono sempre più - si presentano agli amministratori del Palazzo con lo stesso «imperativo categorico»: la città deve avere un governo. Se in Comune arriverà il commissario «i partiti dovranno recitare il mea culpa» sostengono Cgil. Cisl e Uil. All'«esploratore» Marzano, ripropongono le preoccupazioni già esposte ad altri 4 sindaci: Cardetti, Magnani Noya, Zenone e Cattaneo. ^ , «Siamo stanchi di ascoltare progetti che /rimangono sulla carta. I programmi sono sempre buoni, adesso, vogliamo ragionare sulle opere» dicono Croce (Uil), Dealessandri (Cisl), Persio e Guiati (Cgil). «Daremo un giudizio sulle decisioni, ossia sull'attenzione per anziani, handicappati e ammalati, e sulle opere pubbliche in grado di dar fiato all'occupazione, senza dimenticare il metrò, anche se ci sono difficoltà economiche». Cgil, Cisl e Uil non scendono sul terreno delle alleanze e degli uomini-guida, insistono af¬ finché sia difesa l'economia della città. Fanno l'esempio della Lombardia dove, con il 6 per cento di disoccupati, si riesce a catturare l'attenzione del governo: «In Piemonte i senza lavoro sono 11 su cento. Ma il ministro Cristofori è andato ovunque, non sotto la Mole». I sindacati, come gli industriali, sono convinti che la città possa farcela da sola. «Ma ciò va dimostrato con un rilancio vero che invogli gli imprenditori ad investire sul territorio. Diversamente tra non molto ci troveremo a pietire contributi straordinari da Roma». Al nuovo sindaco Cgil, Cisl e Uil non faranno più soltanto gli auguri, ma offriranno la loro collaborazione. Sperano di poter esercitare un ruolo costruttivo. «Non vorremmo - avverte Croce - essere interpellati solo per gli aumenti tariffari e quindi venir condannati a dire "no", ad opporci per difendere le fasce meno fortunate». Luciano Borghesan Giuseppe Sangiorgio

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