Scienza come avanspettacolo ci serve il fritto misto di Piero Bianucci

Scienza come avanspettacolo ci serve il fritto misto Scienza come avanspettacolo ci serve il fritto misto LA trasmissione sarà ripresa il più presto possibile». Si leggeva spesso, questo avviso, al tempo dei pionieri televisivi, quando gli intervalli erano pecore o cartoline di borghi selvaggi scelte in base alla categoria estetica del «pittoresco». Ma da anni non fruivamo di interruzioni e meno ancora di greggi di ovini. Così l'altra sera, quando l'antico cartello è comparso su Raiuno alle 22,06, ad appena un minuto dall'inizio dello special «Il fuoco nucleare» con il fisico Antonino Zichichi e l'agrario Federico Fazzuoli, i telespettatori di mezz'età hanno avuto un soprassalto di nostalgia. Sessanta eterni secondi di quadro fisso per sentir aleggiare fantasmi di amori lontani, lasciar affiorare dall'inconscio canzoni degli Anni 60, avvertire la brezza dei viaggi in Cinquecento a tettuccio scoperto. Poi però, dopo altre due false partenze che avevano destato qualche illusione, la trasmissione è ripresa. Peccato. Avremmo preferito continuare a sognare. Invece I siamo stati trascinati in un doI cumentario che in 40 minuti ha cercato di fare le seguenti cose: 1 ) rievocare la «pila atomica» di Fermi che il 2 dicembre di 50 anni fa inaugurò l'era nucleare; 2) fare il punto su che cosa è successo a Cernobil; 3) illustrare i problemi ambientali e come si vive oggi intorno alla centrale dell'ex Urss; 4) presentare da Frascati una nuova tecnica diagnostica basata sulla «luce di sincrotrone»; 5) chiarire le molte applicazioni mediche degli isotopi radioattivi; 6) spiegare dalla California la fusione nucleare controllata a confinamento magnetico e quella a confinamento inerziale; 7) fornire nozioni di base sui laser; 8) descrivere con un'intervista a Edward Teller lo «scudo stellare» voluto da Reagan e abbandonato da Bush per mancanza di nemici; 9) affrontare il problema della proliferazione nucleare; 10) darci la buona notizia che è pronta una nuova generazione di reattori nucleari «intrinsecamente sicuri», tali cioè da fermarsi senza fare guai anche in caso di errori umani gravissimi (tipo Cernobil). Troppo. Ognuno di questi dieci temi avrebbe richiesto una serata. La divulgazione scientifica - ma si potrebbe dire anche semplicemente la comunicazione televisiva - ha le sue regole. La prima è dire poche cose, possibilmente una sola: sarà più chiara. Non è consentito stipare in mezz'ora un corso di fisica, uno di oncologia e uno di scienze politiche. Risultato: un fritto misto che non ha spiegato nulla e ha creato una gran confusione. La tesi di Zichichi (l'energia nucleare è buona o cattiva a seconda dell'uso che se ne fa, Cernobil non è frutto della scienza ma di un «insulto alla scienza») si è sfilacciata in un montaggio caotico (e sì che l'anteprima ai giornalisti era stata annullata proprio per poterlo ritoccare). Occasione perduta. Spiace anche per Zichichi, che a suo tempo è stato uno scienziato di valore. Ma, accanto allo spaesato Fazzuoli, lo scopritore dell'antideutone somigliava in modo preoccupante alla caricatura che ne faceva Enzo Greggio a «Drive In». La realtà imita l'arte, diceva Oscar Wilde. O il cabaret. O l'avanspettacolo. Piero Bianucci

Persone citate: Antonino Zichichi, Bush, Edward Teller, Enzo Greggio, Fazzuoli, Federico Fazzuoli, Oscar Wilde, Reagan, Zichichi

Luoghi citati: California, Cernobil, Frascati, Urss