Veneto, notte di agguati contro le «teste rasate»

Veneto, notte di agguati contro le «teste rasate» Veneto, notte di agguati contro le «teste rasate» *• - TREVISO. Due esplosioni nella notte in Veneto, due risposte terroristiche alla presenza dei naziskin e forse all'agguato contro un marocchino avvenuto poche ore prima. Due attentati firmati da un non ancora meglio identificato gruppo «Malcom X e le pantere rosse». Con questa sigla ieri mattina sono stati rivendicati gli attentati compiuti contro due simboli delle teste rasate venete. A Pieve di Soligo, sulle colline trevigiane, alle due del mattino una carica di dinamite ha fatto saltare l'auto di. Ilo Da Deppo, 24 anni, vicepresidente del «Veneto fronte skinheads», finito sotto inchiesta assieme al capo delle teste rasate della regione, Piero Puschiàvo, cui la magistratura contesta la ricostituzione del partito fascista. Alla stessa ora, mentre i rottami della Fiat di Da Deppo volavano fin sopra il tetto del condominio dove lo skin abita con la sua ragazza, Gabriella Gregori, coetanea e convinta militante skin, un secondo ordigno esplodeva a Solagna, in provincia di Vicenza, davanti al bar «Blues», luogo di ritrovo delle teste rasate per esplicita ammissione del titolare del locale, Armando Serino, 22 anni, anch'egli membro dell'associazione. Il tipo di esplosivo potrebbe essere analogo (dinamite), diversa è invece la quantità: un chilo a Solagna, almeno quattro a Pieve di Soligo. Entrambi gli ordigni erano ad orologeria. Le rivendicazioni (un messaggio dattiloscritto fatto trovare in un cestino dei rifiuti dopo una telefonata agli organi di informazione) vengono giudicate attendibili dagli investigatori che giudicano questa «notte dei fuochi» la prima controfiensjSja terlpristica italiana sul fronte antirazzista. Due attentati, secondo il colonnello Raffaele Imondi che guida il gruppo dei carabinieri di Treviso, compiuti da professionisti, con l'obiettivo di intimidire più che di uccidere: «Se avessero voluto andare più in là l'avrebbero fatto. Questo è stato un avvertimento». Nel cortile della casa di Da Deppo, dov'è avvenuta l'esplosione, è stato trovato un cartello con la scritta: «Verme, hai una bomba sotto l'auto». Nel foglio di rivendicazione, le «pantere rosse» spiegano gli obiettivi della doppia esplosione: «Le nostre pantere hanno colpito l'auto del naziscemo Ilo Da Deppo, fondatore dell'organizzazione nazista Veneto fronte skin. Questo bastardo è caldamente invitato a sparire dalla circolazione, a dimettersi rapidamente, a riflettere sulle sue attuali e future disgrazie, poiché la prossima volta non ci accontenteremo della macchina». Poi un chiarimento anche per Solagna: «Meglio chiudere i bar quando sono frequentati da sporchi razzisti che si divertono a usare violenza contro gli immigrati». «Ma che nazisti - ha urlato ieri ai cronisti Gabriella Gregori, davanti ai rottami dell'auto -, questa aggressione è il risultato della campagna contro i nostri raduni». «E' un complotto per metterci fuori legge», ha commentato da Vicenza Puschiàvo. Un'ora prima che i due ordigni esplodessero, a Bassano un marocchino era stato vittima di un agguato. Prima una bomba molotov dentro l'auto, poi tre colpi di pistola andati a vuoto. E per l'attentato a Moustapha Ben Khouya, 45 anni, ex operaio ora disoccupato, i sospetti di carabinieri e polizia di Bassano si sono indirizzati proprio verso gli skinheads. Poco prima dell'una Ben Khouya aveva accompagnato un connazionale all'ex macello di Bassano, l'edificio usato come dormitorio dagli extracomunitari e in parte occupato da gruppi di autonomi. Due persone si erano avvicinate, avevano staccato il vetro della Fiat 127 che l'immigrato usa anche come abitazione di fortuna, e vi avevano gettato dentro una bottiglia molotov, che fortunatamente non era esplosa. Khouya aveva afferrato la bomba, ferendosi con i vetri rotti. I due aggressori erano fuggiti, ma da una quindicina di metri avevano esploso tre colpi di pistola, ad altezza d'uomo. E uno aveva colpito il cofano dell'auto. Alessandro Mognon Maria Grazia Raffele

Persone citate: Alessandro Mognon Maria, Gabriella Gregori, Piero Puschiàvo, Raffaele Imondi, Veneto