Congresso sospeso per rissa

Congresso sospeso per rissa Il premier Gaidar attacca i «falsi riformatori», ma anche i collaboratori del Presidente lo abbandonano Congresso sospeso per rissa Calci e pugni contro i super-poteri di Eltsin MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Se la Russia ha i nervi a fior di pelle, i deputati si prendono a pugni in Congresso. La vera e propria rissa, cui hanno preso parte una cinquantina di deputati, è esplosa quando, esaurita la discussione sulla situazione economica, una maggioranza schiacciante di 673 deputati ha votato lo scrutinio segreto per le modifiche costituzionali. Si trattava di emendare la Costituzione sui punti cruciali che devono determinare una nuova divisione dei poteri tra Parlamento, governo e Presidente. Era la risposta al progetto di legge, presentato ieri mattina da Eltsin, con il quale il Presidente si attribuiva in sostanza poteri ancora più ampi di quelli scaduti il 10 dicembre. Il braccio di ferro entrava nella sua fase più dura dopo che per l'intera giornata si erano succeduti alla tribuna, a raffica, interventi di estrema durezza contro il governo e il Presidente. Molti deputati conservatori, temendo l'impopolarità di un voto palese contro il Presidente, avevano mostrato di preferire lo scrutinio segreto, appoggiati dallo speaker del Parlamento, Ruslan Khasbulatov. I sostenitori di Eltsin hanno invocato allora la norma del regolamento che concede il voto palese su richiesta di almeno un quinto dei deputati. E, quando Khasbulatov si apprestava a mettere ai voti i primi emendamenti, un gruppo di democratici radicali, tra cui si sono distinti Gleb Jakunin, Bella Denisenko, Anatolij Shabad, si scagliava verso il presidium assediando lo speaker. Il quale, a sua volta, ha chiesto soccorso. La bolgia è divenuta presto incontrollabile. Una prima sospensione di 30 minuti non-è bastata a calmare gli animi. Alla ripresa gli scontri sono ricominciati, costringendo infine Khasbulatov a aggiornare il Congresso a stamani. H premier Gaidar aveva concluso poco prima il discorso di chiusura del dibattito sulla riforma invitando sarcasticamente i «veri riformatori» a respingere le proposte dei «falsi riformatori» che - ha detto - «pretendono da noi la rinuncia alla proprietà privata della terra, il blocco della privatizzazione, il congelamento dei prezzi e dei salari, la ricostituzione della pianificazione». Un discorso di totale rottura che, con ogni probabilità, gli preclude definitivamente la strada verso un voto di fiducia. Sul quale, per altro non poteva contare in ogni caso, visto che il progetto di risoluzione che circolava ieri contiene durissime critiche all'operato del suo governo. Critiche che sono venute da tutte le parti. Anche da moderati di «Unione Civica» come Nikolai Travkin che ha concentrato l'attacco contro i consiglieri del Presidente, definiti «i più pericolosi» fomentatori di discordia nel Paese. «Nell'Interesse della Francia - ha esclamato Travkin - Napoleone divorziò dalla bella Giuseppina. E' mai possibile che il Presidente non possa separarsi da Burbulis e Poltoranin? In fondo sono dei consiglieri, non una moglie». Ma Eltsin sembra deciso a te¬ nere tutti i suoi uomini e a presentare Gaidar come premier. L'ha confermato ieri il vice presidente del Parlamento, Serghei Filatov. E la conferma è venuta dal vice premier Shumeiko. Secondo il commentatore della tv centrale, tuttavia, i governatori delle regioni (tutti uomini del Presidente) - che Eltsin ha incontrato ieri pomeriggio - avrebbero confermato a Eltsin che appoggeranno la candidatura Gaidar solo alla prima votazione. «Se Gaidar non passa, alla seconda non lo sosterremo». E sarebbe emerso, in alternativa, il nome di Jurij Skokov, l'attuale segretario del Consiglio di Sicurezza. Nel frattempo Eltsin ha nominato a sorpresa Aleksandr Jakovlev, l'ex braccio destro di Gorbaciov, alla guida della commissione presidenziale per la riabilitazione dei perseguitati dal comunismo. Jakovlev abbandona la «Fondazione Gorbaciov», anche se ha fatto sapere che resterà tra i suoi fondatori e che Gorbaciov ha reagito alla notizia «con comprensione». Giuliette Chiesa Mosca: scene di rissa tra i deputati del Congresso [FOTOAP)

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