Van Basten è un pentito

Van Basten è un pentito MARCIA INDIETRO Criticato da tutti, dice di essere sensibile al problema-razzismo Van Basten è un pentito «Smentisco di aver dichiarato che quelle cose non mi interessano affatto» Ma boccia Videa di Berlusconi di isolare i teppisti in un cinematografo MILANO. Marco Van Basten ci ha ripensato e adesso non dice più che delle manifestazioni razziste negli stadi «non me ne frega niente, si tratta di cose che avvengono da un sacco di tempo». Il coro di critiche e le perplessità suscitate dalla sua presa di posizione l'hanno convinto a fare marcia indietro e ieri, a Milanello, finito l'allenamento, il centravanti olandese ha dichiarato: «Sono contro il razzismo e i razzisti, come tutti gli altri. Non è vero, come è stato scritto, che queste problematiche non m'interessino affatto». Il re dei cannonieri (sinora ha segnato 12 gol in undici partite di campionato) ha aggiunto la solita frase tipica di tutti i calciatori desiderosi di ritrattare una sciocchezza: «Non mi hanno capito». Però, ha anche precisato, precisazione che in genere i suoi colleghi mai si peritano di fare: «E' comunque tutta colpa mia, non sono stato capace di spiegarmi a dovere». Van Basten ha poi detto: «L'amicizia che porto a Gullit, Rijkaard e a molti altri atleti di colore dimostra, caso mai fosse necessario, che non ho pregiudizi razziali. Sono sempre stato nemico della violenza, dei cori e degli striscioni beceri all'interno degli stadi. Purtroppo, comunque, noi giocatori, anche se siamo personaggi pubblici molto ascoltati, al di là di una ferma posizione verbale poco possiamo fare contro i razzisti. Tocca al governo, alla polizia intervenire per vietare odiose manifestazioni che, ad ogni buon conto, non si vedono soltanto negli stadi ma anche fuori». Con una certa qual dose di ingenuità, l'idolo dei tifosi rossoneri s'è domandato: «Se la gente si comporta male per strada gli agenti intervengono subito: non capisco perché non facciano altrettanto dentro gli stadi, dove i teppisti sono una minoranza». Il centravanti del Milan ha bocciato la proposta di Berlusconi («I violenti non debbono andare a vedere le partite, sia- no radunati, chiusi nei cinema e le guardino sullo schermo») affermando: «E' una soluzione impossibile, i teppisti sfascerebbero subito i locali».. Della stessa idea s'è detto Aldo Serena, consigliere dall'associazione calciatori: «Credo che il rimedio suggerito da Berlusconi finirebbe per peggiorare le cose». Intanto, contro gli «idioti da stadio» s'è mossa l'associazione giocatori che ha deciso di dichiarare domenica 13 dicembre «Giornata del calciatore contro il razzisn o». Tutte le squadre di serie e B la celebreranno entrando in campo reggendo uno striscione con una scritta contro l'intolleranza. Il presidente dell'associazione, l'avvocato Campana, ha rivolto un appello ai giornali: «Chiediamo la collaborazione dell'Ussi (Unione stampa sportiva italiana) affinché, domenica 13, i quotidiani, nelle cronache degli incontri, dedichino particolare attenzione al problema del razzismo negli stadi e nella società civile».

Persone citate: Aldo Serena, Berlusconi, Campana, Gullit, Marco Van Basten, Rijkaard, Van Basten

Luoghi citati: Milano