Tanti vip alla corte di sua maestà l'agenda

Tanti vip alla corte di sua maestà l'agenda Milano, festa per la nuova Smemoranda Tanti vip alla corte di sua maestà l'agenda Da oggetto di culto a best seller E il club ha venticinquemila soci MILANO. E' nata nel 1979, blu, a quadretti, con una mela verde in copertina. Tiratura neanche 2 mila copie. Oggi, quindicenne, va sul mercato delle agende in 800 mila esemplari. Un bel business, Smemoranda, scanzonato e dimesso status symbol dell'Italia giovane progressista. «Sempre controvento», si vanta l'ultimo slogan. Il suo stile ironico ha conquistato tutti: «Ormai è un'istituzione», ha gridato «il manifesto», «Il virus si è ormai infiltrato in più generazioni e vi sono spesso casi di genitori professionisti e di figli studenti che escono di mattina dalla stessa porta di casa con la Smemoranda sotto il braccio. Questo è vero ingegno imprenditoriale», ha riconosciuto il mensile Capital. Con lo stesso stile si è celebrata ieri sera la festa per il quindicesimo compleanno, tra risotto allo zafferano e torta con candeline, alla Cantina Rattazzo di Porta Ticinese, uno degli ultimi «trani» milanesi, l'osteria tipica cui il giovane Gaber dedicò una canzone. Una scelta po' nostalgica: in questo locale ci furono le prime cene della redazione e dei direttori Gino &• Michele e Nico Colonna. Alla festa c'erano l'ineffabile comico Paolo Rossi e il regista Gabriele Salvatores (i due hanno firmato lo spot pubblicitario dell'agenda), assieme a buona parte degli oltre duecento collaboratori che negli anni hanno firmato articoli e disegni inseriti tra le pagine quadrettate dei dodici mesi. La serata si è trasformata in un happening, che ha coinvolto tra gli altri Nanni Svampa, Ivan Della Mea, Tullio Pericoli, Enzo Braschi, Giobbe Covatta, Gene Gnocchi, Sergio Staino, Fulvia Serra. Tra brindisi e ironia. il comico Genedei vip di Smem Gnocchi, oranda Centro della serata è stata la presentazione della nuova agenda per il '93: in 480 pagine 85 firme si sbizzarriscono sul tema della notte. C'è Federico Fellini («Di solito la notte la passo a dormire accanto a me che sto sveglio», Lucio Dalla («Notte senza l'ammore e adesso che esce il sole notte già finita»), il papà di Tex Willer, Sergio Bonelli («La notte non è fatta per dormire. Nemmeno per gli Apaches»), Altan (Figlio: «Odio il buio della notte». Padre: «Perlomeno non ti vedi allo specchio Ciccio»). Per l'occasione è stata fatta anche una tiratura limitata di 10 mila copie numerate. In più quest'anno è nata Randa, micro-rubrica telefonica. C'è stato anche un momento dedicato ai tanti affezionati acquirenti, quelli che hanno trasformato Smemoranda in una sorta di confessionale laico e lo hanno spedito alla redazione. Così sono state lette alcune frasi. Quella in chiave timida («La Smemo è un mezzo di comunicazione tra me e gli altri... Sono poco espansiva e preferisco scriverle, le cose»), in chiave politica («Smemo... la cosa che migliaia di ragazzi amano più al mondo dopo la fine di Andreotti»), in chiave poetica («Smoranda è:/ la bella addormentata/ una canzone dimenticata/ una faccenda affacendata/ una sotria raccontata/ una bottiglia di vino stappata/ una notte incantata/ una parola mancata/ una bugia giurata/ e qualcuno dice che è anche un'agenda»). Un'ultima notizia. L'Associazione Smemoranda Brothers and Sisters, che è nata un anno fa ha ormai venticinquemila soci (lombardi e piemontesi sono i più numerosi). Smemoranda, ultimo miracolo a Milano. Alessandro Rosa il comico Gene Gnocchi, dei vip di Smemoranda

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