E' soltanto l'inizio del secolo di Hitler» di Emanuele Novazio

E' soltanto l'inizio del secolo di Hitler» E' soltanto l'inizio del secolo di Hitler» L'IDEOLOGO DELLE TESTE PMONACO ER molti è già un mito, sulla sua infanzia segnata dagli eredi di Adolf Hitler - che a tredici anni lo avrebbero investito della guida del movimento neonaszista - si è sviluppata una leggenda dalla quale, pure, si schermisce. Ma a 26 anni, Bela Ewald Althans occupa un posto a sé, nel panorama del neonazismo tedesco, dove si è assegnato il ruolo ambizioso di ideologo, di «provocatore» che vuol «risvegliare le coscienze». Da molti indicato come il nuovo Fuhrer, Althans - che si definisce «hitleriano ortodosso» e rivendica l'«eredità spirituale» di Adolf Hitler - annuncia di volersi prendere un periodo di «buon ritiro», adesso che l'incendio sembra estendersi in Germania. Ma non sarà l'addio; piuttosto, un modo per indicare che la sua gente non è il popolo dei «naziskin hollywoodiani», e per marcare la fiducia nel futuro: «Prima o poi il nazismo tornerà. Ci sarà violenza, e con grande rammarico osserverò tutti questi pazzi che si picchiano a vicenda: ma nel Duemila Hitler sarà l'uomo più amato, in Germania. Già adesso ci sono più persone disposte a morire per lui che per Kohl. E' molto positivo, dimostra che il nuovo secolo sarà il secolo di Hitler. E' in lui che il mondo troverà l'ultima via d'uscita, per la quale potrà fuggire al momento dello sfascio». Nel piccolo negozio che gli serve da ufficio, appena fuori dal centro, sono visibili i segni della precarietà: la vetrina oscurata con cartoni e giornali dopo l'assalto e il lancio di pietre e uova, durante una dimostrazione degli autonomi; gli scaffali vuoti, le pareti nude, a parte un manifesto con la punta di una spada e il volto di un giovane irritato. Sulla porta, un cartello per annunciare che la «AWOe», la società di pubbliche relazioni che serviva soprattutto da ombrello al gruppo politico di Althan, non esiste più dal primo ottobre. La «DJBW», l'«0pera tedesca della gioventù» da lui diretta, continua a funzionarj invece: una specie di «rete superiore», cinquanta membri inseriti in altre organizzazioni dell'estrema destra per curarne l'addestramento ideologico e assicurare la trasmissioni di alcuni punti fondamentali. Per esempio, che «nelle idee di Hitler ci sono molte risposte per il futuro», e che «il nazionalsocialismo è la chiave di cui ha bisogno il mondo per la soluzioni dei problemi nazionali e sociali». Il terreno è fertile, assicura: «Il nazismo è nella storia di ogni famiglia tedesca, e certo non si è affermato perché era spaventoso», ma perché «è riuscito a entusiasmare la maggioranza delle persone che vivevano nella democrazia tedesca». Nel frattempo che fare, davanti alle violenze quotidiane delle bande neonaziste, alle aggressioni agli stranieri, ai morti di Moelln? «Quelli che chiamate naziskin sono una sottocultura nata da questa società. Non hanno niente a che vedere con il nazionalsocialismo, sono la manifestazione di una società che sta morendo, le immagini di quanto accadrà domani. Quanto a Moelln, se fossi io al potere fucilerei i responsabili». Ma le grida di «Sieg Heil», durante gli assalti? «79 milioni di tedeschi su 80 gridano ogni giorno merda, eppure nessuno si stupisce. Perché tanta attenzione se qualcuno urla Sieg Heil?» Forse perché i due termini hanno diverse valenze storiche? «Quello urlato oggi non è il "Sieg Heil" storico ma il "Sieg Heil" di Hollywood, è la propaganda antitedesca ripresa da qualche ebreo». Anche le svastiche che tornano sui muri? «Da anni la svastica è soltanto un simbolo della resistenza, il segno per dire "vi rifiuto completamente", una protesta totale e nient'altro». Nessun pericolo, dunque, dalle bande di naziskin? «Se lo Stato agisse con intelligenza, riconoscerebbe che i neonazisti sono una forza, e che esiste nel Paese una base gigantesca, un potenziale che potrebbe appartenere un giorno a questi skin. Deciderebbe allora di legalizzarli, di lasciarli in pace, gli darebbe anche dei soldi. Finirebbero per incontrarsi a far grigliate o a sparare al tiro a segno». La messa al bando di un gruppo neonazista è stato dunque un errore politico, secondo l'ideologo del neonazismo: «Farà sì che sempre più persone si uniscano a noi: se duecento membri di un partito vengono banditi, ce ne saranno ottocento di nuovi. I divieti hanno sempre aiutato il nazionalsocialismo. E se lo Stato agisce con divieti, un giorno proibirà il suo intero popolo, e vi saranno sicuramente molte Moelln. Moelln sarà anche a Bonn e a Berlino, e sarà un peccato, perché dai tempi di Federico il Grande la Germania è sempre stata la culla dell'umanesimo». Anche negli anni del nazismo? «Certamente. Quando una donna dà alla luce un bambino soffre, la nuova vita viene al mondo col dolore, ma dopo un certo periodo cambia. Così è stata la rivoluzione nazista, l'unica vera rivoluzione che ha provocato un cambiamento positivo in tutti i settori del pensiero e delle azioni». Anche nella teoria della razza, anche nei confronti degli ebrei? «La politica razziale di Hitler era consona all'atteg- giamento spiriruale del periodo: il razzismo è stato il passaggio dalla ignoranza alla conoscenza sugli uomini e sulle malattie. Oggi abbiamo intrecci di razze che non esistevano prima: il razzismo dovrebbe avere un ruolo molto importante anche nella politica di oggi, le persone dovrebbero essere educate a un razzismo istintivo, fondato sull'intelletto. Se queste teorie razziste fossero state elaborate e trasmesse alla gente, l'Aids non esisterebbe». L'Aids? «L'Aids è la vendetta della natura, perché le persone con la loro mancanza di scrupoli e con la loro bassezza morale violano le leggi esistenti». Anche con gli ebrei la soluzione di Hitler è stata giusta? «Sicuramente lo fu il tentativo di trovare una soluzione nazionale e sociale per il popolo ebraico». E Auschwitz? «Auschwitz è esistito, ma le camere a gas sono una menzogna, dovrebbero saperlo tutti ormai». Emanuele Novazio Un raduno di naziskin [foto ansa]

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