Bonn, israeliani nel mirino

Bonn, israeliani nel mirino Tenta il suicidio un arrestato per la strage di turchi. Skinhead donne assaltano un ostello Bonn, israeliani nel mirino Lettere minatorie all'ambasciata BONN DALLA REDAZIONE Israele denuncia «minacce di morte ai diplomatici ebrei» in Germania, e chiede al governo di Bonn di garantire «severe misure di sicurezza». Mentre la magistratura tedesca annuncia che il «Nationalistiche Front», messo al bando la settimana scorsa, si sta ricostituendo, una nuova polemica rischia di alimentare i malumori fra Gerusalemme e Bonn, secondo quanto pubblicato dai giornali israeliani. In una intervista l'ambasciatore di Israele in Germania, Beny Navon, ha precisato che «alla legazione sono arrivate molte lettere con insulti e minacce». Secondo Navon, inoltre, «c'è apprensione fra le comunità ebraiche in Germania». La nuova polemica rinfocola l'allarme sulla immediata ricostituzione del «Fronte nazionalista», messo al bando venerdì per aver costituito «gruppi di combattimento». Secondo un responsabile del ministero degli Interni del Brandeburgo, membri del disciolto movimento «si sono uniti ai ranghi di altri due gruppuscoli neonazisti» e preparano la formazione di una nuova organizzazione. I due movimenti, nati l'estate scorsa all'Est, sono il «Partito operaio della rivoluzione sociale» e la «Gioventù liberale della Germania centrale», come gli irreden- tisti tedeschi chiamano l'ex Ddr. Secondo la stessa fonte, inoltre, il «Fronte» aveva «anticipato» il bando e nascosto i propri beni per evitare che venissero confiscati. Mentre si registra un nuovo attacco a un centro per «Asylanten» a Brandeburgo con la partecipazione attiva, fatto insolito, di alcune ragazze -, uno dei due neonazisti arrestati per l'attent" o di Moelln, nel quale il 22 novembre hanno perso la vita tre turche, ha cercato di suicidarsi in carcere a Lubecca tagliandosi le vene: è stato subito soccorso, le sue condizioni non sono gravi. Due giorni fa Lars Christiansen, 19 anni, aveva confessato di aver dato fuoco a due case di Moelln insieme con un complice, Michael Peters, 25 anni, capo di un gruppuscolo neonazista, anch'egli in carcere. Ma ieri il tri¬ bunale di Lubecca ha riconosciuto di essersi rifiutato di metter sotto accusa Peters, quando era stato fermato dopo l'assalto a un ostello di «Asylanten», pochi giorni prima dell'attentato di Moelln. La giustizia tedesca è da qualche tempo al centro di vivaci polemiche, e accusata di aver dato prova di leggerezza nei confronti dei neonazisti responsabili degli attacchi agli stranieri. Ieri un centinaio di sindacalisti ha occupato il tribunale di Bochum per protestare contro un giudice, Peter Markert, responsabile regionale di un partito neonazista, l'Npd. Continuano le prese di posizione politiche contro l'estremismo. Con un vibrante appello al Paese, il cancelliere Kohl ha difeso l'Europa e il trattato di Maastricht - approvato dal Bundestag a stragrande mag¬ gioranza - per il valore particolare che essi hanno nella Germania di oggi. «Il nostro Paese gioca il suo destino sull'unione europea», ha detto Kohl mettendo in guardia dai «demoni del nazionalismo, dello sciovinismo e dell'intolleranza. Nessuno in Germania deve pensare che lo spettro del nazionalismo sia morto o che si limiti a vagabondare per i Balcani», ha insistito il Cancelliere con una chiara allusione alle violenze xenofobe. Proprio riferendosi alle violenze dell'estrema destra neonazista, Kohl si è appellato ai suoi concittadini, invitandoli a «sostenere con vigore l'azione della polizia e della giustizia nella loro battaglia contro il terrore e l'estremismo politico. Chi resta in disparte o sta a guardare incoraggia la violenza». A Berlino, intanto, il nipote del presidente Kennedy, Joseph, ha reso omaggio alla lapide che commemora la visita compiuta dallo zio nel 1963, quando il Presidente americano pronunciò davanti al Muro la famosa frase «Io sono un berlinese». «Se mio zio fosse ancora vivo direbbe oggi "Io sono un Asylant"». Joseph Kennedy, che ha visitato il liceo intitolato allo zio, ha denunciato l'inefficienza e i ritardi nella lotta all'estremismo di destra: «Abbiamo visto alla televisione la portata dell'odio razziale in Germania». Rinasce il Fronte neonazista appena sciolto Kohl: sull'intolleranza ci giochiamo il futuro Studenti dell'Università di Berlino vestiti da Babbo Natale mostrano un cartello con la scritta «Santa Claus contro il nazismo» [foto reuterj