Un coro di fischi per la nuova sanità di Andrea Di Robilant

Un coro di fischi per la nuova sanità Critiche le Regioni, per Lega e pds «è una controriforma che abolisce il diritto alla salute» Un coro di fischi per la nuova sanità / medici: subito uno sciopero contro De Lorenzo ROMA. Legge innovativa o controriforma? Il decreto sulla nuova sanità che prevede la regionalizzazione del sistema e il ritorno alle mutue ha suscitato reazioni talmente contrastanti che il suo cammino si prospetta accidentatissimo, avvolto nel solito polverone di polemiche. E certamente non aiuta il fatto che i primi a scendere in campo contro il testo presentato dal ministro della Sanità, il liberale Francesco De Lorenzo, siano stati proprio i sindacati dei medici, che hanno annunciato uno sciopero il 16 dicembre. «Non accetteremo», minaccia Mario Boni, segretario della federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), «imposizioni che distruggono il sistema sanitario pubblico». E accusa il governo di «prepotenza e tracotanza» per aver approvato un decreto senza un'adeguata consultazione della categoria. L'altro grosso ostacolo è costituito dalle stesse Regioni, su cui ricadranno le responsabilità maggiori per la gestione del sistema sanitario. Dicono in coro gli assessori alla Sanità: «Ancora una volta si ridisegna a parole un sistema sanitario, regionalizzandolo. Ma la logica che sottende il decreto è come sempre centralistica». In altre parole, si danno compiti alle Regioni ma non è chiaro da dove verranno i soldi. «Con il rischio - aggiunge l'assessore alla Sanità del Veneto, Buttura - di liquidare un patrimonio di tradizione e di efficienza che va salvaguardato. Nel decreto si parla continuamente di decentramento ma non si lascia alle Regioni lo spazio per gestirsi». Per l'assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna, Barbolini, «il punto politico più pericoloso» riguarda invece il ricorso alle mutue. Perché se è vero che bisogna introdurre meccanismi di competizione e concorrenza nei servizi sanitari, è vero anche «che bastava prevedere mutue integrative anziché alternative». Il governo invita alla calma. Il ministro De Lorenzo è apparso in televisione per gettare acqua sul fuoco. E per assicurare che la trasformazione sarà graduale, che non si torna indietro al vecchio sistema della mutua. Aldo Gabriele Renzulli, responsabilie della sanità per il psi, sconsiglia «giudizi sbrigativi e affrettati». E lancia una frecciata al pds, molto critico nei confronti del decreto. «I progressisti di ieri - dice Renzulli - sono i conservatori di oggi, specialisti in difesa di ipotetici paradisi perfetti. E si preparano a recitare la loro parte, che è la inutile parte di sempre. Ma la condizione del servizio sanitario è sotto gli occhi di tutti e bisogna final¬ mente cambiare perché la situazione è del tutto insostenibile». Ma per Gavino Angius, della segreteria del pds, i commenti di Renzulli sono fuori luogo. «Questa volta De Lorenzo e il governo hanno passato il segno. Il provvedimento lede il diritto costituzionale alla salute, rompe la solidarietà tra cittadini di fronte alla malattia, apre la strada alla privatizzazione e alla mercificazione della salute». E non basta: «Colpisce tutti i cittadini ma salva i ricchi». Anche la Rete si schiera contro la riforma. Anzi, la «controriforma» recita un comunicato di ieri sera. «Nel silenzio e nella disinformazione dei cittadini, lo Stato non si sente più obbligato a tutelare la salute pubblica». Insomma, la salute come lusso. «Qualcuno se la comprerà e qualcuno no». E la Lega? Accusa il governo di aver copiato male una piccola parte del grande progetto di riforma sanitaria messo a punto da Bossi e compagni, progetto «snobbato dai media» che ora danno spazio a questi «pseudoprowedimenti» del governo. Renzulli mette in guardia. «E' ora di cambiare - dice - e non giova a nessuno sollevare l'ennesimo clamoroso polverone, con il risultato di disorientare l'opinione pubblica». Andrea di Robilant p Corsia d'ospedale: nella nuova sanità i malati dovranno avere migliori servizi

Luoghi citati: Emilia Romagna, Roma, Veneto