Carriere parallele all'ombra del sospetto
Carriere parallele all'ombra del sospetto Carriere parallele all'ombra del sospetto Battaglia, Palamara e soci: accusati, sempre in auge Lil BANDA DEI QUATTRO REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il campanello di casa di Piero Battaglia (già agli arresti domiciliari per l'inchiesta sullo scan- < dalo del centro direzionale cittadino) è squillato alle 5 di ieri. Al capitano Speranza della Dia che gli ha recapitato il nuovo, più grave atto di accusa, Battaglia ha esclamato: «E' un caso di fantagiustizia». Della «banda dei quattro politici» accusati del delitto Ligato, Giuseppe Nicolò e Giovanni Palamara si trovavano già in carcere (a Vibo Valentia e a Messina) perché colpiti da provvedimenti restrittivi nell'ambito dell'inchiesta «mani pulite» per l'appalto del centro direzionale cittadino; agli arresti domiciliari Franco Quattrone e Battaglia. Dei quattro, proprio Battaglia è forse il personaggio più noto alle cronache per essere stato sindaco di Reggio ai tempi della rivolta del 1970. Fu lui infatti era il 7 luglio di quell'anno - che tenne un comizio alla cittadinanza denunziando «la congiura dei politici cosentini e catanzaresi ai danni di Reggio», privata del diritto a essere il capoluogo della Regione. Con la fine della «rivolta», Battaglia fu emarginato per qualche anno dalla de per poi risalire la scala lentamente: consigliere comunale prima, assessore poi. Quindi, nel 1980 divenne consigliere regionale e 5 anni dopo vice presidente della giunta. A farlo tornare in ombra fu proprio Giovanni Palamara, che lo accusò di brogli nella gestione della forestazione; ma Battaglia seppe risorgere nuovamente: deputato nel 1988, poi fu eletto nuovamente sindaco per gestire la fase iniziale del «decreto Reggio» con i suoi 600 miliardi. Il 5 aprile di quest'anno ha dovuto però registrare la bocciatura alla Camera e a settembre l'arresto. Più potente, ma meno noto per molti versi, il suo compagno di partito Franco Quattrone: consigliere comunale e presidente degli ospedali cittadini a 30 anni; quindi nel '76 deputato grazie al contributo determinante dell'allora amico Lodovico Ligato, e quindi sottosegreta-' rio alla Funzione pubblica prima ed al Lavoro agli inizi degli Anni 80. Deputato ancora nel 1983, la sua stella si offuscò nel 1987 dopo aver denunciato alla stampa l'esistenza di un super partito in città gestito da Ligato, Palamara e dall'assessore all'Urbanistica, l'attuale deputato psdi Paolo Romeo. L'anno successivo non venne ricandidato ma nel 1990, quando si alleò con gli amici di Andreotti, gli fu data la carica di segretario regionale del suo partito prima e quella della Camera di commercio poi (nel frattempo aveva costituito una società di servizi, la «Aurion»). Il terzo democristiano arrestato è Giuseppe Nicolò, da una vita referente a Reggio per l'ex ministro Riccardo Misasi. Dipendente dell'Inps, è stato consigliere ed assessore regionale per tre legislature a partire dal 1970, subendo anche un processo per un appalto di diari scolastici. Dal 1986 al '90 è stato segretario regionale prima di cedere la poltrona a Quattrone, con il quale è stato arrestato in relazione all'inchiesta sul centro direzionale. L'ex sindaco Agatino Licandro, lo indicò quale «collettore», incaricato cioè di prendere le tangenti romane e di distribuirle localmente ai partiti che gestivano l'amministrazione comunale a Reggio (de, psi, pri). Giovanni Palamara - il quarto arrestato, socialista - è stato compagno di liceo di Ligato e per molti anni suo fraterno amico. Consigliere comunale è stato presidente dell'ospedale, sindaco di Reggio dal 1983 al 1985, per poi diventare consigliere ed assessore regionale. Nella primavera del 1989 fu arrestato per un'inchiesta relativa all'erogazione di 1 miliardo ad un'impresa che avrebbe dovuto realizzare un laghetto collinare ed il cui titolare - l'imprenditore Giuseppe Galluccio - fu ucciso dopo una cena tra esponenti del psi. Nonostante la pesante imputazione, il psi lo ha ricandidato e Palamara è stato largamente rieletto. Il procuratore della Repubblica di Palmi Cordova nel dicembre scorso lo ha incluso nell'elenco dei 131 indiziati per collusione tra mafia e politica, e come gli altri tre è stato arrestato quattro mesi fa. Enzo Laganà La loro ascesa era costellata di incontri-scambi con il manager assassinato A fianco l'ex sindaco de di Reggio Calabria Pietro Battaglia. Nella foto grande, il pm Bruno Giordano che conduce le indagini A sinistra, il socialista Giovanni Palamara, ex assessore regionale. Sotto, Francesco Quattrone, ex deputato della de
Luoghi citati: Messina, Palmi, Reggio, Reggio Calabria, Reggio Calabria Pietro Battaglia, Vibo Valentia
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