Bamard: torno ad operare per salvare un mito di Gabriele Beccaria

Bamard: torno ad operare per salvare un mito Vuole evitare la chiusura dell'ospedale di Città del Capo dove nel '67 compì il primo trapianto di cuore Bamard: torno ad operare per salvare un mito «Ho settant'anni, ma sono guarito e le mie mani non tremano più» CAPETOWN. «Le mie mani stanno molto meglio e forse potrei di nuovo operare», ha promesso con un sussulto di orgoglio Christian Bernard. Settantenne, un quarto di secolo dopo il primo trapianto che lo rese una star mondiale, il chirurgo sudafricano ha scoperto ieri una targa commemorativa al terzo piano dell'ospedale Groote Schuur: qui, nel '67, prelevò il cuore della venticinquenne Denise Darvall, morta in un incidente d'auto, e lo installò nel petto di Louis Washkansky, 55 anni. Bamard adesso è un pensionato di lusso. Si è ritirato a causa dell'artrite che gli aveva storpiato le mani e vive con la moglie in una grande fattoria. Consulente di numerosi istituti scientifici americani, si occupa di ricerche sul processo di invecchiamento e della protezione degli animali del veld africano. Ieri, ha voluto celebrare il 25° anniversario della sua prima, eccezionale operazione. Tuttavia, non ha potuto nascondere l'amarezza. Il Groote Schuur non è più quello di un tempo e rischia di chiudere. I fondi statali scarseggiano e si effettuano solo 30 trapianti l'anno, la metà del suo potenziale. «E' una tragedia che questa istituzione sia così trascurata», si è lamentato Bamard. Più allegria c'era stata la settimana scorsa a un altro «tea party»: Bamard era attorniato da 58 dei 94 sudafricani che si sono sottoposti a trapianto cardiaco. C'era anche una bambina nera tredicenne, Nombuyiselo Mabula, che ha ricevuto il suo nuovo cuore tre anni fa. Emozione ha suscitato il sessantasettenne Dirk Van Zyl, detentore di un record mondiale di longevità, dopo aver ricevuto da Barnard un cuore nuovo nel 1971. La sua operazione suscitò scandalo nel Sud Africa in pieno apartheid: per Van Zyl fu scelto un donatore meticcio e - come lui stesso ha ricordato - a scuola i suoi figli venivano sbeffeggiati, perché il padre «aveva in petto il cuore di un nero». Da allora molto è cambiato in Sud Africa, ma per l'imponente Groote Schuur i tempi sono duri: lo Stato ha altre priorità, come l'emancipazione di milioni di neri dopo decenni di discriminazioni. Emblematica è la decisione del successore di Bamard, John Odell: sta per lasciare l'ospedale e trasferirsi negli Usa, «dove - ha detto - i fondi per la ricerca non mancano». In occasione dell'anniversario, l'ala del Groote Schuur che fu un tempo di Bamard avrebbe dovuto essere trasformata in museo, «però i soldi sono finiti ha detto la portavoce dell'ospedale - e siamo stati costretti a rinviare il progetto». Gabriele Beccaria

Persone citate: Barnard, Christian Bernard, Denise Darvall, Dirk Van Zyl, John Odell, Louis Washkansky, Schuur, Van Zyl

Luoghi citati: Sud Africa, Usa