Macché trucchi, sono solo brocchi di Claudio Giacchino

Macché trucchi, sono solo brocchi INDAGINI SU SCONFITTE E TOTONERO I tifosi non credono alle voci di corruzione ma giudicano duramente i rossoblu Macché trucchi, sono solo brocchi II presidente Gnudi: non ho più soldi, vendo tutto BOLOGNA dal nostro inviato E' proprio vero che non c'è limite al peggio. Prendete, ad esempio, il Bologna. La gloriosa società affoga in 34 miliardi di debiti, rischia di mese in mese il fallimento. La squadra, in serie B, vegeta nell'aurea mediocrità (13 punti, metà classifica), i tifosi soffrono in silenzio e lontano dallo stadio. Domenica, solo 2601 anùrie (il mimmo storico nella quasi secolare storia rossoblu) sono andate a vedere i propri pallidi eroi superare il derelitto Taranto. Su tale realtà davvero desolata e desolante s'è abbattuto anche il sospetto infamante: «Non sarà che qualche giocatore sia un corrotto?». L'interrogativo, insieme all'excusatio non petita («Visto, che noi non ci vendiamo le partite?») del bomber Incocciati subito dopo il successo sui tarantini, ha originato un 'inchiesta federale. Così il povero Bologna è inquisito dal giudice Vito Resta. Per il quale l'indagine è ulteriore coltellata al cuore di tifoso rossoblu e papà di un pargoletto che gioca nei pulcini dell'amato club: il dottor Resta è il magistrato del tribunale fallimentare che s'occupa delle felsinee sciagure finanziarie. Essendo, per passione pallonara, anche inquirente della Federcalcio, gli è toccato il dispiacere di appurare se la squadra, che un tempo il mondo tremar faceva, delude in serie B soltanto per broccaggine propria o anche per il tradimento di qualche giocatore. L'ultima disgrazia bolognese data a domenica mattina. Alcuni capi dei pochi tifosi sopravvissuti allo stillicidio di delusioni hanno avvisato il presidente Pietro Gnudi: «Circola voce che taluni calciatori siano dei venduti, in certi bar della provincia il Bologna sconfitto in casa è pagato dal Totonero sei volte (6 mila lire guadagnate ogni mille scommesse, ndr). Siccome, sono già tre su cinque (Piacenza, Ascoli, Spai) gli incontri perduti malamente tra le mura amiche, non vorremmo_.ch?,„. insomma, presidente, veda un po' lei». Il patron informa la squadra in procinto di affrontare il Taranto e il sospetto diventa pubblico tre ore dopo, a fine partita, grazie a Incocciati. La cui sortita sorprendente, da nessuno sollecitata, meraviglia e irrita i compagni: il capitano Stringala, ieri, mugugnava: «Ma chi gliel'ha fatto fare a Giuseppe di mettere in piazza simili baggianate?». Baggianate o meno, il Bologna è tornato a far discutere in negativo. Logicamente, i sostenitori, ovvero ciò che di loro resta, non vogliono credere che la squadra sia un covo di corrotti; pochi dubitano, la maggioranza sentenzia: «E' una vergogna in più per noi, per la società, per la città». Il bar Otello, dietro piazza Maggiore, covo storico del tifo, è chiuso per turno. Dinanzi alle saracinesche abbassate una decina di fans discutono sotto la pioggia l'ultima brutta nuova con il disincanto di chi ha già visto (o s'illude) il peggio del peggio: «Macché venduti al Totonero, quelli sono solo incapaci e sfaticati». Per «quelli» s'ha da intendere la truppa guidata da Bersellini. Aggiungono: «Con il Taranto hanno giocato bene, mai successo prima: evidentemente il sospetto messo in giro da qualche capopopolo ha funzionato da doping, ha caricato i brocconi. Tanto che, addirittura, Incocciati il cieco ha segnato una doppietta». E, se non si trattasse solo di pettegolezzi? «Allora, andrebbero legnati. Per la verità, lo meriterebbero già, in campo fanno ridere. O, piangere. La soluzione migliore? Dimenticare questa squadracela». La quale s'è ritrovata ieri nel quartier generale di Casteldebole (un nome, un destino). A parte la critica di Stringare a Incocciati, tanti sorrisi, il presidente Gnudi pagava gli stipendi arretrati di due mesi e i premi per l'aurea mediocrità (circa 19 milioni a testa). Il patron ha ripetuto: «Non ne posso più, non ho più soldi, vendo il Bologna, chi lo vuole?». Per ora, nessuno. Povero Gnudi, patetico e avvilito come il marocchino che offriva accendini ai tifosi fuori dal bar Otello e si sentiva dire: «Ma, carino, se non abbiamo più neppure le sigarette». Claudio Giacchino

Persone citate: Bersellini, Gnudi, Incocciati, Pietro Gnudi, Resta

Luoghi citati: Ascoli, Bologna, Piacenza, Spai, Taranto