Rivolta rosa contro Matarrese
Rivolta rosa contro Matarrese CALCIO FEMMINILE Le donne del pallone si sentono snobbate e attaccano la Federazione Rivolta rosa contro Matarrese «Senza contributi, siamo vicini al fallimento» ROMA. «Matarrese? Perii calcio femminile è un tipo guizzante e millantatore». Meiattini (Parma) va giù duro e l'assemblea dei presidenti diventa infuocata. Finisce con un trionfo personale di Marina Sbardella, presidente nominato dall'alto, ma che fatica. Lei evita un'immediata guerra con la Federcalcio, l'orizzonte però resta cupo assai. La rivolta scoppia per un motivo banale, una commissione di studio che non prevede tra i suoi membri neanche un presidente. Una parola tira l'altra ed escono gli scheletri dall'armadio, di tutti i tipi. Dalla nazionale che vizia in molti sensi le giocatrici, ai contributi che non arrivano, alle società in dissesto, anzi «in prefallimento per l'80%. Io ho 300 milioni di debiti, Modena, Siderno, Bolzano stanno ancora pagando conti. E Matarrese cambia sempre il presidente senza risolvere nulla. In pochi anni siamo passati da Bicchieri a Giulivi, da Foroni a Codacci Pisanelli. Ora lei da che parte sta, signora Sbardella?», dice ancora Meiattini scatenando una raffica di applausi. Non mancano racconti da libro Cuore, come quello del presidente che di notte va a fare lo scaricatore per portare la squadra in trasferta. E Matarrese che fa? Se ne frega, dicono in coro. E Levati (Monza) aggiunge: «La Federcalcio non conosce e non vuol conoscere i nostri problemi. Ma senza di noi non andrà da nessuna parte». E Bolzonello (Pordenone): «La Federazione non ci sente, non ci interpella. E noi paghiamo. Ma ora basta». Escono le proposte: un esposto alla procura, un comitato di agitazione per costringere Matarrese ad un tavolo con ì presidenti. Marina Sbardella resiste e ca¬ la l'asso: o state calmi ancora per qualche mese o me ne vado subito. «Sono qui senza una lira, regalando il mio tempo e sfruttando le amicizie per far parlare del calcio femminile. Se nasce il comitato di agitazione, mi toglierà ogni possibile potere. Abbiate fiducia, lavoriamo insieme fino a giugno, prima di tirare le somme». La tensione cala, molti se ne sono andati, molti hanno fretta di andarsene. Ma la guerra è soltanto rimandata. I presidenti del calcio femminile vogliono soldi, campi e aiuti. Per ora niente comitato, promossa la commissione di studi e «forza Marina». Almeno fino alla prossima riunione. E la Federcalcio? A via Allegri nessuno si scompone: «Quando accusano Matarrese sbagliano indirizzo, se applaudono Marina Sbardella vuol dire che abbiamo scelto il presidente giusto. E se hanno qualcosa da dire si rivol gano a lei o al presidente della Lega dilettanti, Giulivi. Non a Matarrese. Che ci siano degli scontenti è normale. Succede ovunque. Presentino le loro proposte, siamo aperti a tutto». Piero Serantonì Matarrese è sotto accusa
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