Cristofori ho già pronta la pensione integrativa

Cristofori ho già pronta la pensione integrativa LA PREVIDENZA CAMBBA MARCIA Cristofori ho già pronta la pensione integrativa ROMA. A parte qualche aggiustamento che il ministro del Lavoro, Nino Cristofori, ha ancora in mente di inserire, il testo del decreto delegato che disciplina la previdenza integrativa è praticamente pronto ed entro Natale potrebbe essere portato all'approvazione del Consiglio dei ministri. La bozza è composta da tre capitoli: uno sulla costituzione dei fondi, uno sulla gestione, e uno sui sistema di vigilanza. Il primo punto prevede che a costituire i fondi siano enti pubblici già gestori di forme di previdenza (Inps, Inpgi, Enpals, Inpdai) e organismi privati, come le compagnie assicurative e le «Sim». I fondi integrativi dovranno avere, nell'ambito degli enti o degli organismi che li costituiranno, una gestione patrimoniale, contabile e finanziaria totalmente autonoma rispetto alle altre attività. Sul piano della vigilanza il decreto riafferma la necessità di controlli severi per garantire le prestazioni, e per far sì che l'adeguamento di queste sia tale da assicurare il mantenimento del valore reale delle risorse investite. , Il problema più grosso sul tappeto è comunque quello delle risorse da destinare alla previdenza integrativa. E' proprio qui che Cristofori vuole intervenire con un'operazione di messa a punto che tenga conto delle diverse esigenze e situazioni delle varie catégorie professionali. Se infatti è chiaro che le categorie con alti redditi da lavoro potranno sottoscrivere senza problemi fondi pensione convenienti, è altrettanto chiara la differente si- tuazione delle fasce di dipendenti i cui guadagni medi consentono pochi margini per investimenti in fondi integrativi, senza gravare in misura eccessiva sul bilancio familiare. Per chi sottoscrive i fondi scatterà una serie di agevolazioni fiscali e contributive ed è previsto inoltre che una parte della retribuzione sia «stralciata» dal reddito imponibile, sia a fini fiscali, sia a fini pensionistici, così che possa essere destinata alla previdenza integrativa. Tutta la materia contributiva, comunque, potrebbe essere ridefinita, con una nuova e più razionale redistribuzione del gettito fra le gestioni della previdenza obbligatoria e di quella complementare. Intanto compagnie assicuratrici, banche ed enti previdenziali stanno già facendo i conti sul fiume di miliardi che entrerà nelle loro casse grazie allo sviluppo della previdenza integrativa. L'«operazione pensioni» interessa infatti praticamente tutti i lavoratori dipendenti e gran parte degli autonomi; tutte persone che la nuova legge sulla previdenza integrativa stimolerà a investire in qualche modo nei fondi. Complessivamente è un affare da capogiro, enormemente superiore alla raccolta attuale, che si aggira sugli 11 mila miliardi. Il ricorso ai fondi pensione integrativi, anche se sarà assolutamente volontario, diventerà in pratica una strada obbligata per garantirsi pensioni meno scarne di quelle previste dai futuri trattamenti previdenziali, che si muoveranno su criteri di calcolo più restrittivi degli attuali. Lo Stato dunque non avrà più il monopolio assoluto nella gestione delle pensioni, ma lo dividerà con le assicurazioni e le banche. In futuro infatti le pensioni saran¬ no formate da tre quote: la più cospicua verrà pagata da Inps o altri enti; un'altra deriverà dai proventi di una polizza integrativa aziendale o di categoria, che si prevede istituita per contratto, e, con tutta probabilità, finanziata anche dal datore di lavoro; la terza sarà garantita da una polizza individuale stipulata privatamente e volontariamente. Ma se le linee del decreto delegato sono già definite non altrettanto sipuò dire dell'accordo nel campo politico, economico e sindacale sui fondi pensione. A chi sostiene lo sviluppo della previdenza integrativa per dare respiro alle dissanguate casse dell'erario e immettere sul mercato nuove risorse (vedi le grandi somme che le aziende accantonano per le liquidazioni dei dipendenti) la Confindustria risponde che bisogna piuttosto individuare nuove forme di risparmio, attraverso un riordino della contribuzione, che consenta al lavoratore di disporre di nuovi fondi da investire in favore di sé stesso. Sul piano politico invece c'è chi non vede di buon occhio l'ipotesi di uno Stato che tuteli solo in minima parte la vecchiaia dei suoi cittadini. Ovvero che ceda i| suo ruolo, in una materia delicata come la sicurezza sociale', al potere economico. E poi c'è sempre il fatto che la costruzione di una pensione integrativa costringe il lavoratore a pagare ogni mese tre volte: per il versamento obbligatorio, per la polizza aziendale e per quella personale. Vanni Cornerò

Persone citate: Cristofori, Nino Cristofori, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Inps, Roma