Sanità, il ritorno delle mutue

Sanità, il ritorno delle mutue Varato il decreto: Usi ridotte di un terzo, manager al vertice, riforma in 6 mesi Sanità, il ritorno delle mutue Non salgono i contributi, a scelta l'assistenza indiretta 1 medici insoddisfatti: sciopereranno il 16 dicembre ROMA. Sanità, ritornano le mutue. Lo conferma il presidente del Consiglio Amato spiegando che nella riforma è prevista la possibilità per gli assistiti, di dare vita a delle associazioni di intermediazione, delle mutue alle quali verranno stornate quote dei contributi sanitari versati dai cittadini. Ma non è finita: i contributi per la sanità non verranno aumentati, non sarà elevata da 40 mila a 50 mila lire la quota per i farmaci a carico degli assistiti con redditi superiori a certi «tetti», né si potranno decidere con troppa facilità a livello regionale ticket supplementari per ricoveri ospedalieri, pronto soccorso e day hospital. Con questi ritocchi importanti, il Consiglio dei ministri ha dato ieri sera il via libera al decreto delegato (circa 20 articoli) prediposto dal ministro De Lorenzo per attuare in tempi solleciti una consistente riforma del sistema sanitario nazionale. Le modifiche erano state discusse, insieme a molte altre, in due incontri che il presidente Amato e il ministro della Sanità hanno avuto, fra la tarda mattinata e il pomeriggio inoltrato, prima con Cgil-Cisl-Uil e poi con la Federazione dei Ordini dei medici insieme ad Anaao, Cimo, Fimmg e agli altri sindacati autonomi dei medici. Quest'ultimo colloquio è stato giudicato «estremamente de- ludente» e, alla fine, le organizzazioni dei sanitari hanno confermato lo sciopero generale della categoria proclamato in tutta Italia per u 16 dicembre con una «grande» manifestazione a Roma. Insoddisfatte su alcuni punti anche Cgil-Cisl-Uil, che si sono riservate di esprimere una completa valutazione dopo aver esaminato il testo varato dal governo. Il decreto sarà approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri dopo un parere che le commissioni parlamentari dovranno dare entro 15 giorni. I primi sette articoli realizzano una profonda trasformazione del sistema di gestione della sanità pubblica, puntando ad una maggiore efficienza e ad un rigoroso controllo della spesa. Il numero delle Unità sanitarie locali (Usi) viene ridotto di un terzo e ciascuna di esse assumerà la veste di «azienda dei servizi sanitari» con personalità giuridica pubblica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica. Alla testa di ciascuna azienda sarà un direttore generale (da scegliere sulla base di rigidi criteri di professionalità e moralità), che verrà coadiuvato dal direttore amministrativo, dal direttore sanitario e dal consiglio dei sanitari. Ci sarà pure un collegio dei revisori dei con¬ ti. Il corettore generale avrà tutti i poteri di gestione, nonché la rappresentanza legale dell'unità sanitaria locale, e la sua carica sarà incompatibile con incarichi nei Consigli comunali, provinciali e regionali, nonché in Parlamento. Le Usi avranno 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto per attuare una autentica rivoluzione, che coinvolge anche gli ospedali -e i rapporti con le università. Notevoli le innovazioni per quanto riguarda le convenzioni per il «medico di base», che diventa il «medico di famiglia» con compiti ben più ampi, compreso quello della guardia medica (che viene sop¬ pressa). Il medico di famiglia potrà avere un numero illimitato di assistiti, mentre oggi è fissato un tetto di 1500. Per la dirigenza medica si prevede un unico livello, in cui affluiranno assistenti, aiuti e primari, con un gradino funzionale in più per i primari che avranno un contratto a termine di 5 anni. Più o meno invariata la situazione degli specialisti ambulatoriali, che però verrebbero compensati non più a orario, ma a prestazione. Nel capitolo relativo alle «forme differenziate di assistenza» si conferma l'attuale possibilità di scegliere l'assistenza indiretta, cioè a rimborso, ma per un periodo non inferiore a 3 anni. E, soprattutto, si cerca di impostare una apertura verso il sistema mutualistico. In pratica, a «soggetti collettivi» verrà affidata la facoltà di negoziare al posto delle Usi l'erogazione di certe prestazioni (ospedaliera, farmaceutica, specialistica, diagnostica, esclusa la medicina di base), ricorrendo non a strutture private, bensì a quelle pubbliche o autorizzate. E' prevista la possibilità di utilizzare una parte delle risorse destinate all'assistenza pubblica, salvo la decisione di alzare il livello delle cure e degli interventi attraverso forme integrative di spesa scelte liberamente. Gian Cario Fossi ii ministro della Sanità Francesco De Lorenzo

Persone citate: Cimo, De Lorenzo, Francesco De Lorenzo, Gian Cario, Sanità Francesco

Luoghi citati: Anaao, Italia, Roma